RE: [Forumlucca] referendum: sì-no-nonso-boh?

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Szerző: massimiliano.piacentini@tin.it
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Tárgy: RE: [Forumlucca] referendum: sì-no-nonso-boh?
Caro mio omonimo,
sarò fazioso,estremista,ma non ho visto la stessa campagna che hai visto
tu.
Probabilmente, avendo visto il faticosissimo lavoro di tante persone impegnate
per il Sì, e avendo anch'io contribuito alla campagna, non mi sento di condividere
quanto affermi.

Per esempio, non penso sia vera l'affermazione secondo la quale in questi
settimane si sono sfidati "integralismi opposti ma uguali".
Non mi risulta che, tra gli esponenti del Sì, ci sia stato qualcuno che
abbia dato del "nazista" a chi sosteneva le ragioni dell'astensione, come
invece ha fatto il fronte astensionista.
Ho sentito gente chiamare per nome ("Giorgio, Marco, Luisa"), in una trasmissione
televisiva, gli embrioni, ed affermare che chi voleva usarli per la sperimentazione
era un omicida, uccideva dei bambini. Sono gli stessi che hanno sostenuto
(e sostengono) la guerra in Iraq, che di bambini (e non solo) in carne ed
ossa ne ha uccisi un bel po'...

Ho sentito insultare persone come Umberto Veronesi o Rita Levi Montalcini
che alla ricerca scientifica hanno dedicato la propria vita e, presumo,
abbiamo più titoli e, soprattutto, più cognizione di causa, di un Giovanardi,
un Rutelli, un Ruini, una Daniela Santachè qualunque per spiegare quando
si può parlare di vita e quando no; per spiegare che chi fa ricerca non
fa eugenetica; che chi desidera un figlio (sano), non è un hitleriano o
un capriccioso.
Tu sei più propenso all'adozione o all'affidamento? Beh, in teoria lo sarei
anch'io. Ma rispetto anche chi desidera avere un figlio "suo" e si sottopone
per questo a trattamenti come la fecondazione assistita, che di certo non
sono trattamenti "leggeri".

Quello che trovo singolare ( ma non ce l'ho con te, faccio un discorso generale)
è che il Vaticano e tutto il fronte astensionista possano insultare tranquillamente,
e se uno risponde si parli di opposti estremismi...
Trovo incredibile che alcuni possano aver affermato che questi erano questioni
troppo delicate/complicate per farle affrontare dalle persone con un Referendum...
Come dire: sono troppo ignoranti... Io credo che ogni cittadino, se messo
in condizione di capire (e qui si dovrebeb aprire un capitolo su come l'informazione
(?) televisiva e non ha (dis)informato), possa dire la sua su qualunque
argomento.Ma deve essere messo in condizione di capire. Gli astensionisti
hanno detto loro: questa questione è talmente complicata che nemmeno te
la spiego, me ne occupo io. Idem il vaticano
Le questioni che poneva il Referendum riguardano milioni di cittadini/e.
Certo, era molto meglio chidere (come infatti inizialmente hanno cercato
di fare i Radicali) la cancellazione totale delal Legge, e non limitarsi
ad alcuni articoli.
Penso anche, che non si può far finta di non vedere cosa c'era (e c'è) in
gioco: la legge sull'aborto e la laicità dello stato.
Per questo il vaticano ha acceso i toni.

Anch'io avrei desiderato una discussione più civile, più rispettosa, più
pertinenti ai temi in esame.
Vorrei farti notare, però, che i rappresentantio del comitato scienza e
vita, per esempio, si sono sempre sottratti al confronto, perchè era molto
più facile lanciare slogan e parlare dei poveri bambini/embrioni uccisi
ogni anno dai medici cattivi, con la complicità di donne egoiste che, oltre
alla propria salute, tengono anche a quella del nascituro...

Lasciami dire poi che, per la prima volta in Italia, ieri si è votato in
modo non libero e segreto.
Come ha denunciato anche l'ex garante della privacy, Stefano Rodotà, visto
che la partita si è giocata tra l'astensione e il Sì, è ovvio che chi si
recava alle urne, specie nei centri piccoli, poteva essere "controllato".

Credo che da oggi in poi tutti potremmo avere, in maniera ancora più netta,
la percezione di che cosa avverrà in futuro in questo paese.
Ci aspetta un periodo abbastanza cupo. Tra poco sarà messa in discussione
la Legge sull'aborto.

Non è un gran Paese, secondo me, quello in cui la laicità dello stato viene
praticamente cancellata; dove una legge della repubblica recepisce le indicazioni
della cei; dove le maggiori cariche dello stato invitano i cittadini a non
votare, a non partecipare alla vita democratica.

massimiliano

DA INDYMEDIA

Anche un sacerdote cattolico,se e' democratico, riesce a capire quale danno
e' stato fatto al apese dall'incitamento all'astensione della Chiesa. Direi
che il danno e' stato fatto anche alla cristianita'

Don Andea Gallo ha scritto al vescovo, che lo aveva ammonito sulreferendum,
una lettera che pubblichiamo. Con piena coscienza e molta sofferenza, don
Gallo annuncia che andrà a votare.

Eccellenza Reverendissima, monsignor Luigi Palletti, le dirò francamente
che avrei preferito una lettera del Cardinale, Tarcisio Bertone, mio Vescovo
e mio Padre. Speravo, come vecchio, un incontro all'insegna della
Carità e della correzione fraterna. Dico questo, non certo per mancanza
di rispetto alla Sua persona di Vescovo e Vicario generale, "alter ego"
dell'Ordinario.
Rispondo alla sua lettera del primo giugno con serenità, per nulla preoccupato
dei fraintendimenti, delle false interpretazioni, delle accuse generiche,
di cosiddette esternazioni "irriguardose" e soprattutto non mi
sfiorano i provvedimenti freddamente da lei annunciati.
Conosciamo molto bene, se vogliamo essere onesti, lo "sconcerto" di certi
fedeli, sempre fautori di chiusure e non di "dialogo" aperto e sincero.
Mi dispiace dover ricordarle, ad onor del vero, che l'Arcivescovo non mi
ha
mai "richiamato" in merito ad analoghe posizioni da me assunte nello specifico
referendum. Dopo la sua sollecitazione, Eccellenza, cercherò pertanto di
"fare chiarezza".
Con responsabilità presbiteriale ho seguito con attenzione l'evolversi della
situazione referendaria. Dopo l'approvazione "blindata" della legge 40/2004
era logico attendersi l'insurrezione laica. Ho riflettuto molto sui
documenti del vertice della CEI (sono abbonato all' "Osservatore Romano").

Dopo la decisione di puntare tutto sull'astensione da parte degi Vescovi,
ho cominciato da marzo a meditare, pregare e riflettere. Mi sono consultato
con religiosi, religiose, con tanti fratelli cristiani, con giuristi e,
per amore della Chiesa, ho cercato di portare il mio contributo per evitare
confusioni, steccati, muri contro muri, sempre alla luce del sole. Non ho
mai sostenuto il "Comitato del SI'" e tantomeno la Lista Pannella.
Ho sempre agito libero ed indipendente. A Rio Saliceto (Reggio Emilia) c'è
stato un dibattito in piazza, aperto a tutti gli interventi. Quale contestazione?
L'incontro è terminato tra gli applausi della stragrande maggioranza.
Inoltre ho sempre rispettato le ragioni del NO. Non si può negare che la
proposta dell'astensione, così difesa dai Vescovi, non abbia procurato "disagio"
profondo anche nella vasta comunità dei credenti e tra numerosi non credenti
che guardano alla Chiesa con gioiosa speranza.
Ho sempre difeso, con forza, la legittimità e il dovere pastorale della
CEI, di esprimersi su temi così delicati, inerenti la tutela della procreazione
e della vita umana.
Come portavoce di tanti cristiani ho tentato, consapevole della mia pochezza,
di parlare con la mia Chiesa, proponendo un comportamento d'ardimentosa
chiarezza. I cattolici, dicevo, accettino con fierezza il confronto referendario.
Gridavo: mettiamo in campo le nostre idee, i nostri principi, forti delle
indicazioni del Magistero, tastiamo il polso della società. Il cristiano
non fugge dalla storia, dalla polis, dalla città degli uomini. Riapriamo
il dialogo con la nostra Chiesa, chiedevo
sommessamente, attorno al Vescovo, vicino alla Croce.
Recentemente ho sempre ricordato la prima Omelia di Benedetto XVI nella
Cappella Sistina, dove è stato ripreso il valore del Concilio Vaticano II.

Il Concilio del dialogo, dell'apertura al mondo e alla sua laicità. Il Concilio
della "Gaudium et Spes".
Non commettiamo l'errore, ripetevo, di schierarsi dietro le sicure "barriere"
della disciplina ecclesiastica. "Non abbiate paura", dicevo col Papa.
Chiedevo ai Vescovi di distinguere tra obbedienza, acquiescenza e servilismo.
Non m'importava di essere definito ingenuo, provocatore, scandaloso. Come
presbitero da 46 anni, lanciavo un grido d'amore alla Chiesa in cui credo
e amo.
Non penso si voglia andare verso uno stato teocratico. E' fondamentale pertanto
rispettare la divisione dei ruoli fra la Chiesa e lo Stato con le sue Leggi.
Basterebbe citare l'articolo 98 del Testo Unico della Legge Elettorale,
completata con la numero 352 del 1970, riguardante i referendum: "A ministri,
a prelati è vietata la propaganda astensionista".
Per sintetizzare tutti i miei modesti interventi vorrei citare la mia chiusura
della trasmissione del "TG3" del 30 maggio scorso: "Il Genus della democrazia
è il voto".
Penso sia nostro compito evangelizzare le coscienze. Non credo ci si possa
riuscire cercando scorciatoie, calcoli, giustificazioni. Tra pochi giorni
molti cattolici, ubbidendo all'astensione, saranno a posto con la loro
coscienza. Si sentiranno dalla parte giusta perché hanno scelto la vita.

Tutti gli altri che, con la loro coscienza, andranno alle urne, dovranno
convincersi che sono dalla parte sbagliata? Il Cardinale Tettamanzi ha affermato:
"Non scomunichiamoci a vicenda".
Ponendo il problema tra chi è per la vita e chi no, si fa della legge (sempre
mutabile) un assoluto e si rischia di trasformarla in verità di fede. I
principi evangelici, le profonde indicazioni morali del Magistero, non cadono
per un confronto elettorale.
Continuo a coltivare una visione del mondo tenera e coraggiosa e soprattutto
ho imparato a tenere nel massimo rispetto l'autodeterminazione di tutte
le persone, con la loro libertà di coscienza. E' dottrina certa.
Solamente in tempi recenti la scienza professionale ha cominciato ad interrogarsi
seriamente sulla liceità di strani comportamenti, di certe gravi manipolazioni.
Auspico, dopo questa fase, che si esca dalla contrapposizione laici-cattolici
che è priva di senso. Mi aspetto, con tanta speranza, un incontro fecondo
tra Fede e Speranza. Tutti alla ricerca di una rigorosa regolamentazione,
di una medicina calda e umana, con
rispetto e reciproca fiducia. Con tutta sincerità, non le nascondo che andrò
a votare in piena coscienza e con molta sofferenza. Confortato per aver
rispettato, fin dall'inizio, gli astensionisti, senza intralciare né tanto
meno boicottare, la loro massiccia propaganda in tutte le Chiese. A questo
punto, mi devo considerare uno sconfitto o un perdente?
Infine, se questa mia modestissima azione democratica sarà configurata grave
disobbedienza al magistero, senza erigermi a vittima, accetterò con semplicità
i "provvedimenti canonici" del caso. Rispettosamente, devotissimo
Don Andrea Gallo


(ma davvero esercitare i propri diritti democratici deve essere considerato,
oggi in Italia, "un comportamento di "ardimentosa chiarezza"? Io credevo
fosse solo essere buon cittadino. A questo punto ci ghanno fatti arrivare?
A una situazione di dichiarato conflitto tra diritti e doveri
del cittadino e imposizioni della Chiesa? ma non era forse stato detto da
qualcuno: "Date a Cesare cio' che e' di Cesare? Non si deve dunque dare
allo stato il nostro contributo democratico, perche' la chiesa non vuole?
Altro che relativismo culturale! Qui c'e' l'opinione di un singolo che si
fa Dio! Un atto di inaudita superbia intellettuale! E' un grande peccato
la superbia! L'uomo perde il senso del suo limite in una vertigine di onnipotenza!
nda)
--
Le parole sacre, vedute le labbra dell'autore, ne rifuggono.
Le cose sacre, veduto il cuore dell'autore, vi si fermano.

(Carlo Emilio Gadda)


>-- Messaggio originale --
>Date: Mon, 13 Jun 2005 14:33:16 +0200
>From: "max.andreoni@???" <max.andreoni@???>
>To: "forumlucca" <forumlucca@???>
>Cc: "daniele.pdm" <daniele.pdm@???>,
>    aldozanchetta <aldozanchetta@???>,
>    "elena.bertoli" <elena.bertoli@???>
>Subject: [Forumlucca] referendum: sì-no-nonso-boh?
>Reply-To: forumlucca@???

>
>
>scrivo queste poche righe non senza un certo malessere procuratomi da questa
>campagna pro o controreferendaria che ci ha invasi, notte e giorno, in

tutti
>i modi, in tutte le salse e che, personalmente, non mi ha aiutato, da nessuna
>parte provenissero le informazioni, a capire, discernere, scegliere. direi,
>visti i dati delle 22 di ieri sera, che mi appaiono quasi incredibili,

che
>molti altri si possono essere sentiti come me, tanto sembra che neppure

tra
>i più convinti per il sì ci sia stata la corsa a votare???
>Innanzitutto vorrei ringraziare Elena, Aldo e Daniele che sabato, con i

loro
>interventi nella mailing, hanno portato il dibattito su posizioni meno

accese
>ed integraliste, offrendo qualche spunto di riflessione.
>Personalmente da quando ho saputo del referendum sono stato incerto sul

da
>farsi, per mesi ho pensato di votare comunque, ma scheda bianca, poi di

scegliere
>qualche sì e qualche no, alla fine ho votato quattro sì. perché, a dire

il
>vero una convinzione come molti affermano al 100% non ce l'ho, e quindi

ho
>provato a tirare fuori dal cilindro la scelta che mi è sembrata "meno peggio",
>brutto a dirsi, nella speranza, da credente, che anche quel Dio così tanto
>tirato in ballo in questi giorni dall'una e dall'altra parte, mi aiutasse.
>ho pensato che sì, io sono contrario all'aborto, credo sempre, nel senso
>che credo che se mi trovasse in una qualche situazione che mi ci facesse
>pensare credo che direi comunque di no, nel senso che credo che in quel

tanto
>discusso embrione ci sia una vita, virtuale, progettuale, boh, e credo

che
>trovandomici in alcune situazioni avrei comunque scelto magari l'adozione
>o l'affidamento che maneggiare cellule....ma, io sono uno solo uno, posso
>decidere, non senza difficoltà per me, per e assieme a mia moglie, alla

mia
>famiglia, ma non sono chi è altro da me, non mi piace l'integralismo, e

forse
>altri si sentirebbero di scegliere altro e forse è giusto che le opzioni
>siano più di una, più della mia sola....banale, elementare, ma vero...
>ci sono tante cose che mi hanno dato veramente fastidio questa volta:
>·    gli integralismi, opposti ma uguali
>·    tipi come buttiglione che dicono che i cattolici che vanno a votare no
>imbrogliano e invece vanno a votare sì, tanto che se avessi soldi per rischiare
>una causa persa lo querelerei per offese, ecc, ecc,.
>·    i radicali e tutti gli integralisti del sì che hanno invocato la magistratura
>perché il pera, piuttosto che il mela invitavano all'astensione, ma perché
>non vi siete concentrati su cose più serie
>·    i radicali, sì, da sempre difensori degli ultimi, ora assertori di tutti
>i referendum possibili ma poi schiacciati su posizioni americane quando

c?è
>da menar le mani, ammazzare, ecc, solo perché in questo modo si ottiene

la
>libertà, ma quale libertà??
>·    rutelli, e pensare che lo abbiamo candidato contro il berlusca l'altro
>ieri, che con un triplo salto mortale da radicale diventa il più moderato
>dei moderati (forse l'ignavia esiste ancora?)
>·    ruini e i cardinali e la gerarchia ecclesiale, e questo mi stride di

più
>ancora, perché credo di essere parte di quella chiesa che rappresentano,
>che dichiara la sua verità integralista, tanto, come dice Daniele, non

costa
>niente, forse non interessa a nessuno, comunque non fa perdere audience,
>e invece perché non invita ai parroci la domenica di urlare contro chi

inquina,
>evade le tasse, uccide la gente nelle missioni in irak o afganistan? perché
>questo sì che fa perdere audience.
>·    mi ha dato fastidio anche sapere che abbiamo dilapidato 700 milioni,

o
>miliardi o cent o cosa cavolo di euro per dare delle risposte che sì, lo
>penso, dovrebbero invece dare dei parlamentari che abbiamo delegato e che
>sono quelli con lo stipendio più alto d'Europa e che evidentemente non

sono
>riusciti comunque a fare una legge convincente, soddisfacente, equilibrata,
>se proprio tra chi l'ha votata pochi mesi fa c'è già chi la rinnega e tra
>chi la rinnega c'è chi la loda
>ma dove siamo, dove sono capitato???
>
>tutto questo e non solo questo mi fa comunque aumentare l'amarezza per

un'ennesima
>occasione persa, per risorse perse, per una classe politica, compresi i

referendari,
>i radicali, i fassini, ecc. ormai alla deriva, attorcigliata e ripiegata
>su se stessa e sulle lotte a cui è affezionata e lontana dalla gente, sì,
>per me tutti, con poche esclusioni, forse qualche unità o decina al massimo.
>
>ho votato anche perché ho votato a tutti i referendum (ma quanti ne sono
>passati in 20-30 anni, quattro-cinque-dieci? su 40 o 50?), perché mi sembra
>più etico scegliere che provare a vincere grazie a chi comunque, per motivi
>suoi, non gliene frega niente.
>
>
>ma mi rimane il malessere ed il malumore, forse un po' di arrabbiatura

e
>sopratutto il non avere ricevuto, come cittadino, il servizio più importante,
>quello della chiarezza, quello di due pensieri, idee, posizioni, opposte
>sì, ma capaci di dialogare e di dire magari, sì a questo aspetto non avevo
>mai pensato, forse su questo puoi avere ragione tu, sono disposto a rifletterci,
>ci penso e ne riparliamo invece del monofonico "ho ragione io e basta",

che
>ha portato poco lontano!!! un'utopia? chissà?
>
>p.s..
>vi allego un articolo del corriere a parer mio molto "istruttivo"
>
>Massimiliano
>
>
>Corriere della Sera
>13 giugno 2005
>Quei tre errori (anzi furbizie)
>Questa mia riflessione vuole esprimere il disagio che mi ha accompagnato
>per tutta la durata della campagna referendaria. Un disagio che a volte

mi
>ha fortemente tentato all'esternazione polemica, tradendo l'impegno a star
>zitto che tre mesi fa avevo espresso anche su queste colonne; un disagio
>causato dall'accavallarsi di posizioni strumentalmente faziose, nel proporre
>come verità assolute posizioni parziali e di improbabile verifica; un disagio
>sconfortato dal constatare che persone sempre stimate hanno scritto, forzando
>i toni, termini e parole di cui fare l?elenco mi umilierebbe.
>Se qualcuno voleva una zuffa becera, ce l'ha imposta. Mi sono in questo

periodo
>spesso domandato se un tale disagio fosse da attribuire alla propensione
>al non-protagonismo che accompagna il mio sereno invecchiare; o se fosse
>invece da attribuire a una regressione psichica verso il protagonismo a

tutti
>i costi che ha colpito la reverenda classe dei nostri opinion makers, politici,
>religiosi, giornalisti, scienziati che fossero. Naturalmente è intuitivo
>(e da perdonare) che io sia portato a dar le colpe agli altri e non a me;
>ma se guardo con più freddezza a quanto è successo credo che il calor bianco
>cui ci si è gioiosamente lasciati andare è attribuibile a tre errori/ furbizie
>delle tre grandi parti in causa.
>C'è stato anzitutto un errore/furbizia della leadership referendaria, che
>ha posto agli elettori non un quesito secco e monotematico ma un caleidoscopio
>di referendum, su otto temi di diversa natura: sul valore filosofico, teologico,
>biologico dell'embrione; sulla salute e sulla dignità delle donne; sul

primato
>del soggettivo individuale diritto ad avere comunque un figlio anche senza
>sapere chi gli è padre; sulla libertà della scienza e della ricerca; sulla
>speranza di poter, domani, combattere malattie terrorizzanti (dal Parkinson
>all'Alzheimer); sulla possibilità di una messa in dubbio della legge sull'
>aborto, sul ruolo più o meno invasivo delle autorità ecclesiastiche; sul
>valore e sulla legittimità etica e giuridica dell'astensione. Non so se

queste
>multiple motivazioni siano state una furbizia volta a fare somma di chiamate
>alla mobilitazione o se sia stato un errore, non coerente con il significato
>monotematico e secco (sì o no, come è avvenuto in Francia per la Costituzione
>europea) di ogni seria consultazione referendaria.
>
>Ma furbizia o errore che sia stato, l'effetto immancabile è stata la moltiplicazione
>per otto della carica polemica delle prime linee degli opposti schieramenti.
>Il secondo errore/furbizia è stato quello degli antireferendari, specialmente
>delle autorità ecclesiastiche. So che all'interno di quest'ultime ci furono
>reazioni negative quando all'inizio della vicenda io scrissi «hanno abboccato»;
>ma forse oggi esse potrebbero convenire che la scelta di schierarsi, sia
>pure con l'astensione, ha regalato ai referendari un facile nemico e una
>insperata carta polemica (la difesa dell'autonomia dello Stato e della

società
>civile) senza la quale avrebbero dovuto faticare non poco a montare l'opinione
>su quesiti astrusi e avrebbero avuto ancor meno votanti. Anche qui è difficile
>discernere quanto ci sia stato di errore o di furbizia; ma quel che è certo
>è che la radicalizzazione su questo versante ha creato la maggiore dose

di
>calor bianco ed una importante frattura sociale: non sarà facile dimenticare
>le offese reciproche, non sarà facile riprendere una rispettosa dialettica
>fra laici e cattolici, che sembrava cosa ormai acquisita in questa società.
>Il terzo errore/furbizia è stato quello dei mezzi di comunicazione di massa
>e specialmente della carta stampata.
>Sono stati parte in causa ed hanno fatto del referendum una loro battaglia,
>un loro punto d'onore, un'occasione di radicalità culturale, una sfida

a
>chi vinceva l'evento. E si sono trovati, se non volevano che l'evento li
>smentisse, ad alzare i toni, a concedersi paginate illeggibili e non lette,
>a reiterare gli interventi (con collaboratori chiamati quattro volte a

scrivere
>le stesse cose), a forzare i titoli, a essere più movimentisti che facitori
>d'opinione. Tanti titoli roboanti o velenosi denotano errori o furbizia

del
>convincimento collettivo? Non lo so, ma certo hanno stressato l'elettore,
>portandolo a sentirsi solo, con il proprio insoddisfatto bisogno di minimale
>ragionevolezza. Da stasera avremo qualche scarica di adrenalina in chi

ha
>vinto e in chi ha perso. Ma dopo la nostra testa, pesante dopo la sbornia
>emotiva, dovrà tornare a ragionare: non solo sulla sostanza della legge

40,
>cui comunque si dovrà rimetter mano (io avrei aspettato la sua sicura sfrondatura
>da parte della Corte Costituzionale, senza gli urlati sfracelli di questi
>mesi?); ma anche su un collettivo esame di coscienza sui tre errori/ furbizia
>di cui sopra. Con la sperabile intenzione di non commetterne più in avvenire
>Giuseppe De Rita
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