(L) volantinaggio e distribuzione cd autoprod. davanti ricor…

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Szerző: SM
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Tárgy: (L) volantinaggio e distribuzione cd autoprod. davanti ricordi mediastore di Roma
Oila',
questo e' un interessante thread, vagamente
concettuale ma che dovrebbe essere piu'
frequentato, par moi.

Interessante analisi quella di Scarphuz, alla
quale annoterei alcune opinioni personali:

Credo che il soddisfacimento primario dei bisogni
sia la vera questione, e che tra questi bisogni
ci sia la musica - e molto altro - oltre il pane.
Penso che il P2P sia frutto anche di questo
desiderio di soddisfacimento, ma non solo. Credo
che lo fossero di piu' gli espropri nei negozi di
dischi (ce ne furono a Roma a meta' degli anni
'70), dove i dischi (scelti da compagni esperti
di musica) venivano rivenduti a prezzo politico.
QUi c'e' altro, ma e' tutto bello, tutto bene.
Non credo che la migliore politica sia quella
detta e manifesta, ma quella implicita. Il
soddisfacimento immediato e iconoclasta del P2P
rivela una tensione strabiliante.

Il dibattito sul copyright per me e' un sintomo.
Come ho scritto anche nell'intervista di P.I.: si
cercano nuovi rapporti con chi riceve la tua
musica. Non solo l'ascolta: a me per esempio i
remix fanno sempre piacere. Ecco come mai io
pratico il no©/meno©: per creare una relazione
(politicamente, umanamente, artisticamente,
eccetramente) diversa con chi si ritrova il mio
file, lo ascolta e magari lo rimonta.

E infine la questione spinosa: non avrai altra
musica all'infuori della musica libera. E' una
bella frase, una sfida difficile e, secondo la
mia sensibilità, profondamente sbagliata. Capisco
di sollevare una questione controversa ma non
posso fare altro. Posso passare la mia vita a
cercare di convincere buoni musicisti a
rilasciare musica libera, ma chi vince alla fine
e' la buona musica, non la sua licenza. Diceva
Frank Zappa:

Information is not knowledge, knowledge is not
wisdom, wisdom is not truth, truth is not beauty,
beauty is not love, love is not music. Music is
the best.

Sono i musicisti (come dice anche Scarphlo) a
dover capire che deve cambiare la relazione, che
lo spettatore oggi e' attore e che questo e' un
bene. Certo che bisogna diffondere la musica
free, sperando che diventi talmente tanta che
alla fine sia tutta o quasi (ma anche su questo
vorrei prima discutere). Ma la musica e' musica,
e quando gira e fa stare bene l'intelletto e le
ginocchia, io non mi chiedo che licenza abbia: ne
applaudo l'inventiva, a prescindere.

S

>SM ha scritto:
>>Scusa Scarph, scusate tutti, ma a me il
>>volantino qui sotto mi sembra una canzone un
>>po' antica, scritta da persone che useranno
>>pure la tecnologia per scopi altamente
>>eversivi, come condividere i Rage against the
>>machine, ma che della modernita' hanno capito
>>ben poco.
>
>Caro Pontefice...
>sto leggendo in questi giorni un libercolo
>scritto da Giorgio Agamben e intitolato ''L'uomo
>senza contenuto'' che si propone di indagare,
>filosoficamente, la dicotomia fra l'arte, intesa
>come creazione artistica, ed il gusto, cioe'
>l'esperienza dello spettatore di fronte
>all'opera. Senza scomodare le trite
>problematiche sui segni e la comunicazione
>(analizzate troppe volte...mi viene in mente
>''La struttura assente'' di Umberto Eco) Agamben
>analizza una differenziazione ontologica fra la
>creazione artistica, intesa come poiesi cioe'
>come creazione di per se', e la creazione del
>gusto, intesa
>come costruzione linguistica sull'arte. Il
>filosofo ci dice che e' proprio la creazione del
>gusto (al giorno d'oggi potremmo chiamarlo il
>mondo della critica, dei magazines, della
>pubblicita') a decidere cosa e' arte e cosa non
>lo e'. All'arte non resta che agire di
>conseguenza scostandosi dall'impeto selvaggio,
>come diceva Artaud dalla crudelta', per agire
>semplicemente di conseguenza (per negazione o
>per ricostruzione) al sistema del gusto.
>
>Questo per dire che i due mondi, quello della
>creativita' e quello del gusto, sono due mondi
>incompatibili che si incontrano su un'arena
>artificiosa, costruita un tempo da retorici
>d'accatto e oggi da pennivendoli al soldo
>dell'industria culturale.
>
>Sono abbastanza d'accordo con quanto scrive
>Agamben e non mi stupisce affatto quindi che il
>mondo della creazione musicale, e i suoi
>bisogni, sia tristemente lontano dal mondo di
>chi la musica la ascolta e basta.
>Chi ascolta musica, e magari e' anche un
>appassionato, non e' poi cosi' interessato alle
>problematiche dei suoi creatori (chi guida una
>macchina non deve essere per forza interessato
>alle vicende degli operai, o dei robot, che le
>costruiscono).
>Di fatto pero' non e' possibile negare che la
>rete (e in questo caso i client p2p) permetta di
>sviluppare delle dinamiche politiche di una
>certa portata, e che soprattutto si discostano
>notevolmente dall'idea di politica che avevamo
>tempo fa. Il p2p e' un'attivita' che, di fatto,
>fa incontrare, anzi sviluppa in maniera
>esponenziale, il tornaconto personale
>collegandolo a quello collettivo. Tanto piu' uno
>scarica, incamera file dentro la sua macchina e
>li mette in share, tanto piu' aumenta la
>disponibilita' di quei file anche per gli altri.
>Piu' hai tu piu' ha tutta la rete.
>Quindi il comportamento singolare si innesta su
>(e amplifica il) comportamento collettivo. Per
>quanto sia stupido scaricare e condividere i
>rage against the machine, questo comportamento,
>massificato, si configura di per se' come una
>macchina politica molto particolare.
>Che poi questo fatto lo capiscano in pochi e
>invece siano in molti a cavalcarlo in maniera
>populista (se ne parlava qualche tempo fa in
>lista a proposito dei disob.veneti) e' un altro
>paio di maniche che nulla toglie al ragionamento
>fatto fin qui. Sono piu' che altro ingerenze
>militonte su un mondo, che e' politico pur non
>essendolo affatto.
>
>>L'artista che oggi si vende dentro al ricordi
>>Mediastore ci sta perche' ci vuole stare lui,
>>ha firmato un contratto che prevede che ci
>>stia. Mi sembra bello distribuire musica libera
>>davanti ad un negozio dove vendono musica
>>occupata, e' una buona idea, ma mi pare un po'
>>controproducente corredarla con un volantino
>>cosi' poco sensato, contraddittorio e rozzo.
>
>Ritornando sul discorso iniziale (ovvero sulle
>due sfere separate) mi preme fare una piccola
>osservazione: il fatto che a Bologna, ma questo
>fatto l'ho avvertito anche in altre situazioni
>nelle quali siamo stati coinvolti, chi era
>presente erano soprattutto musicisti, artisti,
>ecc. (i creatori) e c'erano ben pochi utenti,
>dovrebbe farci capire che i nostri discorsi,
>almeno fino ad oggi, vanno a colpire soprattutto
>quell'ambito e non quello degli ascoltatori.
>I nostri discorsi sul meno o no-copyright
>interessano il mondo di chi crea musica e il
>rapporto diretto con le proprie opere. Il fatto
>che queste opere siano condivisibili e possano
>circolare liberamente e' un vantaggio per chi
>crea la musica, perche' puo' inserirsi piu'
>facilmente in canali, quelli della
>distribuzione autonoma e/o prosumer, che fino ad
>oggi gli erano preclusi, ma che di fatto non
>cambia una virgola alla vita quotidiana dello
>''sharer'' medio.
>Lo ''sharer'' medio, molto semplicemente, se ne
>sbatte del copyright (che sia di piu' o di meno)
>e se ne sbattera' fino a che la Guardia di
>Finanza non arrivera' a casa e gli sequestrera'
>il computer.
>
>>La pirateria piace a tutti, ispira qualcosa di
>>briccone e simpatico? Per piacere: per me che
>>mi batto da anni per distinguere tra pirateria
>>(per lucro) e gente che scambia musica -
>>equiparati di fatto dalla legge Urbani - questo
>>volantino suona come un "forse non ci siamo
>>capiti". Vogliamo sostenere la pirateria (cioe'
>>i CD copiati che si comprano al mercato da
>>africani presumibilmente sfruttati)?
>>Interessante, parliamone, ma non qui.
>
>Perfettamente d'accordo ma secondo me qui sei tu
>che scambi la pirateria ''mafiosa'' con quella
>''popolare'' :-) non si parla di quella
>pirateria (quella delle file di masterizzatori
>in un sottoscala di Tor Bella Monaca e del
>senegalese in giro con la sua borsetta piena di
>cd e dvd) si parla, in maniera militonta non
>c'e' dubbio, di un ''siamo tutti pirati, siamo
>tutti banditi'' cioe' di un comportamento di
>massa illegale che coinvolge tanto l'impegato di
>banca, che il direttore scolastico, che il
>fruttarolo o il macellaro.
>Dico che se ne parla in maniera militonta
>perche' si cerca di portare un discorso ''di
>classe'', un discorso economico-politico, su una
>categoria, quella del file-sharer, che non e'
>ontologicamente o materialisticamente politica,
>ma che di fatto compie giornalmente un atto
>politico: prende e non paga. E l'atto politico
>non e' una conseguenza soltanto del costo
>esorbitante dei cd (IMHO assolutamente IMHO) ma
>di una tecnologia semplice e a portata di mano e
>di un mercato discografico che ha assistito
>inerme, finora, alla sua massiccia diffusione.
>
>Piccolo inciso
>Questo fatto mi fa venire in mente un'altra cosa.
>Quando sono nate le tv a pagamento per le
>partite di calcio (stream, tele+) abbiamo
>assistito ad un paio d'anni di pirateria
>massiccia (non c'era categoria sociale che non
>avesse a casa il suo bel caricatore e la sua
>bella schedina, si scaricava i codici da
>internet e si vedeva partite e pornazzi a
>sbafo). Dopo due anni di droga payperview e'
>finita la pacchia, hanno crittato i codici a 32
>bit e ora tutti continuano a vedere pornazzi e
>partite ma pagano!
>Fine del piccolo inciso
>
>Secondo me dobbiamo lavorare su due fronti: da
>un lato continuare il lavoro che stiamo facendo,
>finora molto bene mi pare, come musicanti che
>propugnano il meno/no copyright, scambiarci fra
>di noi saperi e informazioni, collaborare,
>campionarci, remixarci, ecc. (quindi sviluppare
>una autopoiesi musicale che riporti la
>creativita' ad essere fine di per se',
>un'attivita' infunzionale e intrinsecamente
>piacevole) dall'altra proporre la musica libera
>non come un'alternativa da un lato al mercato e
>dall'altro alla pirateria, ma come scelta
>politica da parte dei musicisti che coinvolge
>direttamente anche gli ascoltatori:
>non avrai altra musica all'infuori della musica libera.
>Io e' un po' che campo bene ascoltando soltanto
>le canzuncielle di angelino, i synth dei
>mi.s.fu, i campionatori di messina, le
>improvvisazioni dei tanake, le chitarraccie
>magnagatto dei cetomedio...sarebbe ora che anche
>gli ascoltatori e gli sharer di musica capissero
>che c'e' molta roba, e di qualita', che
>appartiene ad un mondo in cui quello che conta
>e' la passione creativa e non il bozzo sul
>portafoglio. Il problema e' che per fare questo
>dobbiamo combattere un'immaginario collettivo
>che e' inquinato da decenni di rockerilla,
>rolling stone, Mtv, e compagnia
>cantando...riuscire a scardinare la macchina del
>gusto mi sembra un'ardua impresa...magari il
>freebox potebbe essere un passo importante in
>questa direzione...ma ricordiamoci che tutto
>quello che stiamo facendo lo stiamo facendo
>soprattutto per noi stessi e lo stiamo facendo
>da soli. In fondo non e' poi cosi' importante
>che la gente ci ascolti e che sia consapevole di
>cosa sta ascoltando (forse e' chiedere troppo)
>io credo sia piu' importante, sia necessario,
>costruirci la possibilita' concreta di
>esprimerci liberamente e di decidere come
>distribuire le cose che facciamo.
>Ritornare decisamente al mondo della poiesi e
>dell'arte della crudelta' sbattendosene
>altamente di quello che fanno e ascoltano gli
>altri.
>..la rivoluzione piu' bella e' la rivoluzione
>permanente del nostro quotidiano... ;-)
>
>ciao
>s*phz
>_______________________________________________
>Left mailing list
>Left@???
>https://inventati.org/mailman/listinfo/left