[NuovoLaboratorio] una Genova per voi......

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Autore: ANDREA AGOSTINI
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Oggetto: [NuovoLaboratorio] una Genova per voi......
Lunedi 16 maggio si è tenuta a Genova una importante assise a palazzo Ducale nel corso della quale è stato presentato dal Sindaco Pericu il consuntivo dei lavori fatti a partire dalle indicazioni della Conferenza strategica del 1999 e del Piano della città del 2002.
In sostanza una verifica dello stato di attuazione delle singole azioni amministrative che hanno orientato l'iniziativa del Comune fino ad oggi e un importante aggiornamento delle indicazioni in vista del futuro in vista della prosima conferenza strategica programmata per il prossimo autunno.
Se un certo tasso di autocelebrazione è nelle cose in queste assise istituzionali come pure un certo senso di aria fritta sempre presente nelle necessariamente brevi esposizioni degli assessori, molto da da pensare l'articolazione proposta dalla Civica Amministrazione.
Innanzitutto due sono gli elementi chiave della proposta : una idea di città aggressiva , fondata su uno sviluppismo accelerato, nuove costruzioni, nuovi interventi strutturali, una immensa colata di cemento in tutta la città con l'idea forza di fare sistema e due gambe : il porto e la new tecnology.
Non è possibile disegnare un progetto strategico per Genova a prescindere dal porto , il problema semmai è capire quale porto.
La strategia dell'imprenditoria portuale , sempre più internazionalizzata e sempre meno locale è volta ad acquisire nuove e più ampie aree attraverso tombamenti, dentini, moduli e quant'altro per poter gestire e trattare un numero sempre maggiore di navi e un numero sempre più rilevante di "teu". Ovviamente il tutto va visto in una logica di infrastrutturazione che faciliti accessi e partenze , pensate tutte via gomma.
A Genova le multinazionali di Singapore , di Amburgo, di Ginevra di Schangai pensano come un approdo per le grandi rotte verso il far east e il sud america , nulla importa loro del territorio e degli abitanti, meno che meno di occupazione e ricchezza ( che si vogliono tenere e portare a casa ). La rincorsa al modello Rotterdam in un'area come quella ligure è una pura follia , non ci saranno mai gli spazi e le infrastrutture necessarie a smaltire quei volumi, il porto di Genova non può rincorrere il gigantismo di altre aree della logistica deve saltare sul treno della qualità, dell'alto valore aggiunto, della gestione di certe merci mettendosi in rete ( non in competizione ) con gli altri porti liguri in una gestione pianificata e ottimizzata che porti ricchezza e occupazione e salvi anche la qualità dell'ambiente di un territorio fortissimamente antropizzato e già ampiamente violentato da politiche sviluppiste che molto hanno distrutto e ben poco lasciato ( salvo i siti inquinati da ripulire a nostre spese ).
L'altra gamba che la nostra Civica Amministrazione ci propone è quella della new tecnology.
Per pensare ad uno sviluppo in questo campo dobbiamo fare ragionamenti molto concreti, evitare di fare sogni a occhi aperti che costano carissimi.
Le principali aziende che agiscono a Genova nel settore hanno tutte la testa altrove sono controllate da gruppi industriali e finanziari che non hanno e non vogliono avere Genova come centro di riferimento e in più sono aziende spesso in difficoltà strategiche ( E' il caso della Marconi e dell' Elsag , dell' Ansaldo e della Datasiel ) anche il gioiellino Esaote è in procinto di passare in altre mani e quindi di vedere la sua presenza Genovese a rischio trasferimento e comunque parliamo di una azienda che occupa solo poche centinaia di persone e non ha progetti di sviluppo tali da prevedere un forte incremento occupazionale.
Sul fronte della ricerca, nel settore siamo di fronte ad una tendenza nazionale da parte governativa ad una sostanziale forte ridimensionamento degli investimenti in tecnologia e i pochi soldi a disposizione per l'Itt ( che solo per un terzo avrà base a Genova ) bastano solo a pagare l'avvio, non ci sono soldi per finanziare nuove ricerche e men che meno per assumere nuovi tecnici .
Sulla collina degli Erzelli pertanto con la ricetta del sogno e una splendido chef si sta ammannendo una ennesima speculazione edilizia tutta a favore della rendita fondiaria ( Spinelli - Carige ) e della imprenditoria edilizia, ma con un prevedibile e scontato finale. Se già ora non c'è una lira per la manutenzione del territorio, del verde, per servire le aree del ponente cittadino con servizi alla persona decenti, un nuovo quartiere si appresta a diventare l'ennesimo fungo che sbuca su una collina per il piacere di architetti e politici sacrificando oltretutto un'area che bene o male ( purtroppo più male ) e' terreno vergine , verde non cementificato.
E questo per le gambe.
Ma la testa ? Ci deve pur essere una testa ( pensante ) in questa città. E la testa la indica bene il nostro sindaco : gli imprenditori ( quelli che ci dovrebbero mettere i soldi ) , l'amministrazione pubblica ( che Pericu vede come una grande Holding altro che casa di tutti ! ) . E' c'è pure un regista presentato come il toccasana di tutto,il mago che con matita e regolo dovrebbe predisporre una "visione" tutta interna alla logica di cui sopra e che non è messo in grado di fare il suo mestiere tirato per la giacca da destra e da sinistra con isole che appaiono e scompaiono , dentini che crescono e spariscono ogni settimana.
Ma quando parliamo di ambiente tutto tace : eh , si l'ambiente è l'unica nota stonata della serata , che dire nota , silenzio di tomba , l'ambiente non è nella visione strategica della Civica Amministrazione genovese una priorità, non se ne parla , non c'è un soldo da spendere, è totalmente assente dai piani strategici.
Non una lira per le agenzie ambientali, non una lira per la manutenzione del verde , nessun piano della mobilità delle persone e delle merci nell'area metropolitana, nessuna intenzione di investire su modelli di gestione dei rifiuti, delle acque, dell'energia a basso impatto e ad alta occupazione. Tutti pronti a vendersi ai privati pezzi di imprese strategici per la qualità della vita e l'appetibilità della città.
Basta vedere la Val Polcevera da San Biagio a Bolzaneto, da Fegino a Rivarolo : solo cemento , nessuno spazio per la vivibilità dei cittadini del quartiere ( che non sia a pagamento ). In tutta la valle non c'è un solo parco urbano a disposizione della citadinanza , una valle dove si esce di casa per andare a comprare e poi tutti dentro a vedere la televisione che fuori è pericoloso. Non contenti di ciò i nostri amministratori hanno preparato un piano comunale che permette ai proprietari edilizi che cedono aree al comune ( per costruire il grande mercato a Bolzaneto ) di recuperare le cubature e potersele spendere in albaro e nel levante in barba alla savalvaguardia del territorio e delle sue bellezze.
E lo stesso sta per accadere a Sampierdarena e a Sestri Ponente .
Se questo è il fare sistema che ci propongono meglio chiamarsi fuori.

andrea agostini
presidente circolo Nuova Ecologia Legambiente
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