[NuovoLaboratorio] Guerra: finanziate le 10 fregate per la F…

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lavoro repubblica

Al primo consiglio dei ministri del nuovo governo passa subito la
costruzione delle dieci navi
Fregate, via libera al progetto si parte con i soldi di Scajola
La costruzione finanziata dalle Attività Produttive


MASSIMO MINELLA



Fossero passati ancora quindici giorni, sarebbe stata la più grande
fregatura nella storia industriale della Liguria. Invece il consiglio dei
ministri del nuovo governo, alla sua prima chiamata, è stato di parola e ha
finalmente varato il progetto Fremm per la costruzione di dieci fregate per
la Marina Militare. Impegno rispettato, dopo il pressing di questi ultimi
mesi, fattosi sempre più rumoroso tenuto conto della scadenza dei termini
per la firma dell´accordo, il quindici maggio. La sorpresa, però, è
arrivata ugualmente, con l´annuncio che a finanziare l´opera sarà fino al
2008 il ministero delle Attività Produttive e non il Tesoro che a più
riprese si era mostrato recalcitrante al sostegno dell´operazione. Così, se
il primo Berlusconi si era congedato bocciando le fregate in Commissione
Bilancio, il secondo le ha adottate con un pronunciamento ufficiale del
consiglio dei ministri che stabilisce l´avvio di un´operazione da quattro
miliardi di euro, ottomila miliardi di vecchie lire, che partirà
immediatamente con la prima tranche di quattrocento milioni, necessaria per
la progettazione e, dal 2006, il taglio delle prime lamiere. Sarà
necessario negli anni successivi trovare sempre in Finanziaria la copertura
adeguata, ma ormai il progetto è avviato e non si può più arrestare, con
l´impegno diretto del dicastero guidato da Claudio Scajola che pagherà le
navi fino al 2008 per cedere poi l´onere alla Difesa. La prima nave sarà
consegnata alla Marina Militare Italiana dal 2008 e si procederà così con
una consegna all´anno fino al 2017.
La legge dei Claudi, la "collaborazione trasversale" invocata da Repubblica
e subito accolta dai diretti interessati - il presidente della Regione
Claudio Burlando e il ministro Claudio Scajola - ha quindi dimostrato di
funzionare al suo primo, urgentissimo banco di prova, il superfinanziamento
alla costruzione delle fregate.
Sono in tanti, adesso, a sorridere. Anche perché il livello della
preoccupazione, in questi ultimi mesi, era salito parecchio. Con il passare
del tempo, infatti, ci si era resi conto che la realizzazione delle navi
militari non era soltanto una questione interna a una azienda, la
Fincantieri, ma diventava una questione di sopravvivenza industriale. Senza
considerare la figuraccia internazionale a cui da un anno stava esponendosi
il nostro Paese. Nell´autunno del 2004, infatti, un accordo italo-francese
aveva sigillato l´accordo di cooperazione Fremm per la costruzione di 27
fregate multimissione: 17 per i francesi, con un finanziamento di 5,3
miliardi subito liberato dal governo Raffarin, e 10 per l´Italia, con un
impegno di spesa di 4 miliardi. I soldi, però, non si trovano. Il Tesoro
non li ha e in una Finanziaria di tagli alle spese nessuno mette mano ai
propri fondi. Risultato, il progetto rischia di naufragare, fra le proteste
dei lavoratori e la crescente preoccupazione degli enti locali. Oltretutto,
la crisi del Berlusconi I rischia di mandare fuori tempo massimo il
finanziamento del progetto. Il presidente della Regione Claudio Burlando,
appena nominato, accoglie l´invito di Repubblica e si rivolge al governo, e
direttamente al neoministro delle Attività Produttive, il forzista Claudio
Scajola, chiedendogli di battersi perché le fregate non affondino. Scajola
risponde immediatamente: «La soluzione arriverà dal consiglio dei
ministri». E così avviene. Il consiglio autorizza direttamente le Attività
Produttive a finanziare il progetto: si parte con 400 milioni per il primo
anno e si andrà avanti così per dieci anni. Parte subito la progettazione
nella sede della direzione militare Fincantieri di Genova (500 dipendenti)
e già dal 2006 si inizierà al lavorare prima al cantiere di Riva Trigoso e
poi a quello del Muggiano (1800 addetti). Ma il progetto, che verrà
realizzato dalla società "Orizzonte Sistemi Navali" (51% Fincantieri, 49
Finmeccanica) coinvolge anche altre aziende come Oto Melara, Alenia Marconi
Systems, Elsag, senza contare l´indotto allargato della cantieristica:
totale, cinquemila persone. Già sostanzialmente definita la linea della
nuova fregata (lo scafo sarà costruito da Fincantieri, l´armamento da
Finmeccanica). Unico dubbio la motorizzazione. La scelta delle turbine
verrà fatta fra Rolls Royce e Avio (70% Fondo Carlyle guidato da Bush
senior, 30 Finmeccanica). Ma la nave è finalmente partita.


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"Eppure il vento soffia ancora...."

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