25 e 28 Aprile : due giornate di iniziative e mobilitazione
Ciò che da sempre ci hanno abituati a chiamare storia, è una lunga catena di
avvenimenti extra-ordinari. Così capita che la ³Sarda Rivoluzione² sia un
episodio inquadrabile in un brevissimo lasso di tempo, forse anche solo le
24 ore del 28 Aprile 1794, giorno in cui la popolazione di Casteddu cacciò i
Piemontesi. Si tende di solito a tralasciare tutto ciò che è avvenuto prima
e dopo quella giornata, a far dimenticare il fatto che la rivolta di
Casteddu è stata anticipata e seguita da altre rivolte popolari in quasi
tutti i centri dell¹isola. Il 28 Aprile è stato solo uno dei momenti della
sanguinosa guerra antifeudale e anticolonialista che ha visto contrapposti
il popolo sardo e gli eserciti del Regno. È inaccettabile che una ricorrenza
così importante e carica di significati sia stata ³donata ai sardi per i
sardi² proprio da coloro che hanno venduto per una poltrona gli interessi
del popolo sardo allo stato italiano e senza vergogna continuano a
comportarsi come nipoti dei piemontesi che in quel giorno furono cacciati.
Di volta in volta le classi dominanti rileggono e rifunzionalizzano la
verità storica a volte nascondendola a tutto vantaggio dei propri interessi,
per la conservazione dei privilegi e del potere. Questo è il senso del detto
³la storia la scrivono i vincitori².
La storia, lento lavorìo che i popoli e le classi producono nel silenzio
della quotidianità, intreccio di cause e concause, determinazione della
volontà umana collettiva, è ridotta ad avvenimento, disarticolata e perciò
svuotata di senso, dimenticata. La memoria collettiva e con essa l¹identità
dei gruppi, delle comunità, dei popoli sono destinati a perdersi; come si
perde una lingua non parlata si perde la storia non raccontata e non agita,
ricordata nelle date ufficiali istituzionalizzate. Così capita che il 25
Aprile, giorno della vittoria finale dei partigiani che, armi in pugno,
roversciarono la dittatura fascista e liberarono l¹Italia dall¹occupazione
nazista, diventi ³festa² della Liberazione per tutti gli italiani compresi
quelli che ancora conservano il mezzo busto di Mussolini e hanno simpatie
per Hitler.
Di fronte a questo attacco alla storia è necessario riappropriarci e
difendere il senso profondo degli eventi scavando dentro i processi storici
che hanno visto protagoniste le classi subalterne nel loro moto incessante
verso la liberazione dalla schiavitù del capitale o dalla dominazione
coloniale, o da emtrambe le cose. La memoria collettiva recuperata, resa
funzionale e organica allo scontro di classedeve divenire momento fondante
dell¹agire presente e non stagnare nelle scrivanie degli intellettuali.
25 Aprile : giorno di lotta e memoria della guerra civile di liberazione; 28
Aprile: cacciata dei Piemontesi da Casteddu nel 1794; queste giornate sono
da noi assunte come momenti di iniziativa nazionale per riproporre i termini
attuali della lotta antifascista e della lotta anticoloniale e
indipendentista. Due appuntamenti che in prospettiva diventeranno punto di
riferimento per il popolo lavoratore sardo, momenti di confronto con la
nostra storia passata di nazione senza stato, nel percorso di costruzione
del nostro presente di popolo indipendente e sovrano.
Gli appuntamenti :
25 Aprile 60° anniversario della Liberazione.
Sassari, ore 10, Piazza del comune
a Manca pro s¹Indipendentzia insieme ai CARC - Comitati di appoggio alla
resistenza per il comunismo, partecipano alla giornata di commemorazione del
60° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo e promuovono un
presidio di fronte al palazzo del comune. Invitiamo la cittadinanza e tutti
gli antifascisti a partecipare.
28 Aprile ³Sa die de sa Sardigna nostra²
Sassari
Mattina ore 10 presso l¹aula Eleonora d¹Arborea - Università centrale:
convegno - dibattito storico e politico sui moti sardi antifeudali e
anticoloniali, sul processo autonomista, sino alle attuali rivendicazioni
indipendentiste con i relatori Aldo Borghesi e Antonio Buluggiu.
Pomeriggio e sera : dalle 13 presso l¹anfiteatro del dopolavoro ferroviario
Piazza della stazione: festa popolare con balli canti e musiche di diverso
genere dalle ballate a fisarmonica e launeddas ai tenores, al rock e al rap.
a Manca pro s¹Indipendentzia
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