io trovo questa discussione priva di senso, non avevamo gia' discusso
della questione giornalisti? mi pareva che avessimo anche individuato
come muoverci in merito.
con sofferenza quoto la prima mail del 3d perche' non riesco a capire il
senso di spendere piu' di una mail ancora su questo argomento e non
voglio addentrarmi ancora di piu' in merito, probabilmente ripetero'
cose dette da altri nei vari reply ma qui pare che certe cose non si
ripetano mai abbastanza.
Il gio, 2005-03-17 alle 13:28, Carlo Gubitosa ha scritto:
> Fatemi capire... non riesco a mettere assieme i seguenti concetti
>
> 1) "Information wants to be free" (Etica Hacker)
guarda che quella information non e' quella dei media mainstream, anzi quel
concettto di informazione nasce proprio in contrasto a quella che intendi tu.
essendo uno dei concetti fondamentali dell' "etica hacker" penso sia una
cosa che dovrebbe sapere una persona che sta scrivendo un libro
intitolato "elogio alla pirateria".
> 2) Solo alcuni possono parlare con i giornalisti, gli altri zitti e muti.
> Esistono teste pensanti che possono parlare e teste pensanti il cui
> pensiero non va messo in circolo.
dove hai letto questo? nessuno ha mail parlato in questi termini, la realizzazione
del materiale da consegnare ai giornalista durante la conferenza stampa
e da distribuire a chi lo vuole avviene in maniera aperta, chiunque puo'
parteciparvi.
come sempre in _tutti_ gli hackmeeting.
> 3) Chi trasgredisce la policy di accesso alle informazioni e fa il furbo
> per operazioni di violenza giornalistica rischia la violenza fisica: c'e'
> una zona rossa per i giornalisti oltrepassata la quale si viene caricati. A
> me queste cose sanno molto di sbirresco, come in generale l'idea di
> "PUNIZIONE" o sanzione a seguito di comportamenti che qualcuno in base ad
> una autorita' superiore giudica "SBAGLIATI" per un "BENE SUPERIORE".
?!?!
bullismi a parte io non ricordo episodi di violenza agli hackmeeting,
anzi!!!
> Io
> invece credo molto nel confronto con le persone e pochissimo nelle regole
> imposte dall'alto, nei confini, nei divieti, nei gruppi di contatto che
> diventano cupole che controllano l'espressione esterna di gruppi
> comunitari.
anche il gruppo di contatto e' formato da volontari, non so se lo sai,
cmq te lo racconto io ora, ad ogni hackmeeting si attaccano dei cartelli
con le cose da fare e chi passa si segna dove preferisce a fare il turno
che preferice con il pennarello del colore che preferisce.
si, ebbene si, il gruppo do contatto e' una loggia formata da "capetti"
che spadroneggiano armati di uniposta colorati.
> Per me e' molto piu' hacker il giornalista che cerca di
> intrufolarsi per scoprire cose nuove a dispetto delle regole che le persone
> dedite a mettere regole e paletti che impediscono l'accesso alle
> informazioni. Se poi il giornalista e' in cattiva fede cazzi suoi, tanto
> comunque fara' articoli porcheria anche in presenza di regole sbirresche,
> se invece agevoliamo la sua contaminazione con le controculture digitali
> magari i suoi articoli saranno un po' meno monnezza.
se tu avessi letto anche i punti successivi al primo di quei "manifesti
dell'hacker" che si trovano in giro per internet su siti pieni di finti
nuke e programmi idioti per windows avresti letto che:
-si, l'hacker entra nei sistemi per pura sfida
ma avresti letto anche che:
-l'hacker non danneggia mai i sistemi in cui penetra
quindi anche volendo accettare un visione diciamo "tardo adolescenziale"
dell'hacker come quella che proponi tu, questa mal si adatta a quei
giornalisti che "penetrano" nel lan space e fotografano e diffondono
notizie "danneggiando" chi fotografano con notizie di dubbia origine.
uscendo da questa visione che tu proponi e che io non condivido da
quando hanno smesso di venirmi i brufoli per gli scompensi ormonali ti
invito cortesemente a leggere il manifesto dei vari hackmeeting per
poter comprendere in realta' quello che questa comunita' (cioe' la
comunita' con la quale ti stai relazionando ora e con la quale cerchi in
malo modo di comunicare) intende per hacker.
> A mio parere se qualcuno vuole fare manipolazioni o articoli pilotati puo'
> farlo benissimo anche senza accedere ai locali che ospiteranno l'hackit.
questo si e' gia' detto, e su questo mi pare che siamo tutti daccordo.
> Viceversa se l'evento vuole produrre anche cultura diretta all'esterno e
> non solo attivita' ripiegate all'interno e' bene che chiunque possa parlare
> con il maggior numero possibile di persone, anzi mettete qualcuno
> all'esterno che prende i passanti e li invita ai seminari.
se tu leggessi le mail passate noteresti che abbiamo discusso anche di come
relazionarci con il territorio e come cercare di riuscire a portare le
tematiche a noi care all'attenzione dei napoletani
> Inoltre, dal punto di vista strettamente legale, il giornalista ha il
> diritto/dovere di cronaca. Mi spiego meglio: se uno si sente male per
> strada e c'e' in giro un medico, qualsiasi dottore ha il diritto e il
> dovere di intervenire. Lo stesso accade per il giornalista: se accade
> qualche fatto interessante, il giornalista ha il diritto di accedere al
> luogo dove e' accaduto questo fatto, il diritto di fare domande, il diritto
> di scattare fotografie senza che nessuno glielo impedisca. Questi discorsi
> devo ripeterli ogni volta ai poliziotti e ai carabinieri che mi impediscono
> l'accesso ai palchi delle manifestazioni o a luoghi pubblici.
forse a te sfuggono dei tratti essenziali di questa comunita':
una cosa non si fa perche' e' illegale ma perche' non la si vuole fare.
una cosa non la si fa perche' e' legale ma perche' la si vuole fare.
> Quindi, a meno di non voler espressamente creare una taz dove le regole
> sono dettate da una polizia senza divisa che decide chi e' bene e chi e'
> male,
non e' la polizia senza divisa ma armata di uniposca che decide cosa e'
bene e cosa e' male, e' la comunita' stessa che compie questa operazione
attraverso delle dinamiche ben precise come ad esempio la partecipazione
ai vari livelli dell'organizzazione, una partecipazione completamente
orizzontale in quanto libera.
questa comunita' si e'm data da tempo dei paletti, perche' NO, anche se
puo' sembrare strano, NON SIAMO DEMOCRATICI, i paletti che ci sono qui
indovina quali sono?
i tre famosi ismi: fascismo, sessismo, razzismo non devono assolutamente
passare per di qui (cosa che per quanto mi riguarda mi accompagna anche
nella vita al di fuori dell'hackmeeting) perche' la tolleranza e' una
cosa che non si nega a nessuno tranne a chi ha fatto dell'intolleranza
la sua ragion d'essere.
(ma forse le righe qua sopra le hai gia' lette da altre parti)
> credo che ci sia bisogno di un diverso approccio con i media
> mainstream, che comunque faranno i loro porci comodi, magari ripescando
> immagini d'archivio.
se avessi letto le discussioni passate avresti notato che si era
espressamente parlato di fornire noi ai giornalisti immagini e filmati
come del resto fanno tutti gli uffici stampa di tutte le manifestazioni
pubbliche.
> L'unica cosa che possiamo fare per contrastarli e'
> dimostrarci migliori di loro, piu' aperti, piu' tolleranti e piu' furbi,
certo, ed e' quello che faremo.
> magari creando qualche installazione-esca particolarmente fotogenica dove
> attirare telecamere e macchine fotografiche per lanciare un messaggio
> particolare.
> Piuttosto che organizzare la polizia interna di sorveglianza, sarebbe
> meglio pensare a qualche evento-clou che attiri l'attenzione, concentrando
> in determinati momenti della giornata il flusso delle telecamere.
non penso che sfruttando il sensazionalismo proprio del mainstream
riusciremmo
a portare a vanti con serieta' i discorsi di autogestione e
autorganizzazione che sono alla basa dell'hackmeeting (come si evince
dal manifesto).
> Ad
> esempio si potrebbe annunciare una distribuzione di Cd con musica scaricata
> da internet, oppure l'accensione di una telestreet funzionante durante i
> giorni dell'hackmeeting, oppure tante altre cose dove il mainstream si
> tuffa a pesce senza sapere di essere caduto in una esca mediatica
> funzionale ad un determinato messaggio.
mi era parso che prima il tuo atteggiamento nei confronti della
legalita' fosse diverso, cmq personalmente distribuire cd con musica
scaricata da internet la trovo una cosa completamente inutile, da anni
oramai le riflessioni sulla pirateria e sulla diffusione di opere
sottoposte a diritto d'autore su supporto digitale ha superato la fase
di contestazione e negazione, ora si punta alla diffusione di un modello
alternativo, un diverso approccio al diritto d'autore attraverso le
licenze copyleft, avrebbe ben piu' senso se distribuissimo musica
licenziata sotto creative commons.
....hey! ma anche questa proposta era emersa nelle discussioni passate!
la telestreet e' un buona idea, si era fatto mi pare l'anno scorso o non
ricordo pero' ovviamente e' una cosa che va definita in modo moooolto
piu' accurato e richiederebbe una discussione approfondita perche'
mettere in piedi un'antenna solo per trasmettere porno in ascii mi pare
una cagata, quindi dietro dovrebbe esserci una riflessione politica, un
gruppo di persone che si occupa di gestirla e molte altre cose.
io penso saro' impegnato a fare altro durante l'hackmeeting purtroppo
pero' se qualcuno se la sente ben venga!
> Questo mi sembra molto piu'
> creativo e costruttivo del progettare accompagnamenti in ospedale.
no, quello che io ho letto da una parte sono riflessioni che parte del
movimento digitale faceva anni fa' e dall'altra sono proposte che non
tengono minimamente in considerazione cosa e' l'hackmeeting, mi stupisco
che questa mail abbia avuto cosi' tanti reply.
premettendo che non ho ben capito in che contesto era inserita la mail
di raro che hai quotato e che non conosco raro non avendolo mai letto
fino ad ora.
ora ti dico un'altra cosa della lista hackmeeting che forse non sai, in
lista ci sono moltissimi soggetti che propongono sordamente una marea di
stronzate, un po' vengono cazziati, un po' vengono ignorati, un po'
vengono flemmati, ma spesso questi personaggi spesso poi incidono ben
poco nella vera organizzazione dell'evento quando poi c'e' da
rimboccarsi le maniche e faticare davvero per qualcosa.
un qualcosa durante il quale non mi sembra sia mai stato picchiato
nessuno.
> Scusate se intervengo anche se non c'entro niente.
ci mancherebbe, sei piu' che scusato, questa e' una mailing list aperta
a tutti e ci vuole puo e deve intervenire.
pero' io non posso assolutamente scusare il fatto che tu ti sei
approcciato a questa realta' senza cercare neanche minimamente per un
attimo di comprenderla pur avendo in mente di scriverci sopra un libro.
il problema quando ci si approccia a un qualcosa di nuovo e' sempre
quello di cercare di capire con chi si ha a che fare.
gli strumenti per capire cos'e' l'hackmeeting e come funziona ci sono,
basta usarli, in una mail chiedevi le faq, te ne do' due:
-
www.hackmeeting.org e' wiki (il che dovrebbe dirti gia' molto) e il
piu' ci sono i link ai siti dei meeting passati
- gli archivi della ml
(noterai che non sono stato l'unico a farti questa osservazione).
se non ci si sforza di comprendere con chi si ha a che fare si rischia
di cadere in facili e inutili malintesi.
per essere piu' chiari potrei farti un esempio magari prendendo in
considerazione la mia esperienza per non coinvolgere altre persone.
io sono venuto a contatto con te solo 3 volte nella mia vita:
una volta al moka, dove ho assistito ad un seminario sulla "storia
dell'hacking" (dai fenici ad oggi) dove si sosteneva che i grandi geni
morivano comunque _sempre_ soli e abbandonati essendo questo prerogativa
dei grandi geni (bho, interessante si, ma anche no).
un'altra volta sulla lista telestreet dove ho letto la proposta di fare
una colletta tra tutte le telestreet e cercare di pagarsi una
concessione locale per cercare di trasmettere in tutta legalita'
materiale di ngv e delle telestreet (hahahahhahahah scusa se mi scappa
da ridere ma le telestreet hanno come FONDAMENTO il riapproprio di
frequenze inutilizzate).
e qui dove mi dici che stai scrivendo un libro intitolato "elogio alla
pirateria" e dove proponi un concetto di "information wants to be free"
terribile e estremamente distante dalla realta' in cui quel concetto e'
stato formulato e dove emerge una tua completa ignoranza nei confronti
dei meccanismi soggiacenti all'organizzazione del hackmeeting, evento
abbastanza importante per la scena digitale italiana.
se io mi basassi solo su questi nostri tre incontri per farmi una idea
potrei avere l'impressione di una persona che si approccia a delle
realta' di movimento con l'ipocrita pretesa di autoeleggersi a storico e
ideologo (scrivendo libri e documentandone la storia) senza avere
minimamente capito di chi sta parlando e con chi si sta relazionando e
addirittura attribuendo alle realta' descritta tratti e caratteristiche
derivanti esclusivamente da sensibilita' personale senza riscontri con
la realta'.
ma questo, speriamo tutti, non e' vero.
ecco perche' quando ci si approccia a qualcosa di nuovo bisogna
innanzitutto capirlo usando gli strumenti che abbiamo a dispozione,
proprio per evitare malintesi come questi che sono alla base di
incomprensioni e litigi spesso immotivati.
spero di esserti stato d'aiuto per il tuo libro e di aver sciolto i tuoi
dubbi inerenti all'hackmeeting.
ora possiamo passare ad altro per favore?
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