Autor: Carlo Gubitosa Data: Asunto: [Hackmeeting] Information wants to be free
Il giorno 21.10 17/03/2005, P@sKy ha scritto: >Carlo Gubitosa wrote:
>>Secondo me un giornalista che vuole fare foto in un luogo pubblico fa
>>solo il suo mestiere, mi rendeva perplesso il fatto che qualcuno volesse
>>"accompagnarlo" in ospedale solo perche' cerca di raccontare anche per
>>immagini una iniziativa pubblica e aperta a tutti.
>
>Tanto per cominciare vedo con tristezza che parli senza neanche
>documentarti
Prima di parlare bisogna aver fatto i compiti e letto tutto l'archivio
storico della lista? Spero di no, dai su dammi qualche ragguaglio cosi'
faccio un CEPU veloce e mi rimetto in pari con le cose che non ho studiato.
>, cosa che dovrebbe essere la pratica di chi fa o
>prova a fare il giornalista, prima di aprire bocca o pigiare
>su una tastiera, e comunque in generale, quando si parla di
>qualcosa purtroppo si deve conoscere bene di cosa si sta
>parlano, tanto per non fare qualche magra figura, oppure chiedere,
>poiche' se avessi letto con attenzione un po' l'archivio storico
>di questa lista
Scusami, non ho studiato. Ho solo chiesto informazioni su una cosa che non
ho capito, e cioe' le politiche di apertura (o chiusura) nei confronti di
chi fa un certo mestiere.
>L'evento hackmeeting e' libero, cio' non vuol dire che chiunque
>arriva fa un po' quel cazzo che gli pare (quella e' la casa
>delle liberta' e la pratica dell'attuale governo), oppure che sia
>gradita tutta la feccia del genere umano, fasci, nazi, sbirri,
>stronzi di ogni genere, collaboratori degli sbirri
Come fai *praticamente* a tenere fuori la feccia e dentro i buoni in una
situazione del genere?
>L'hackmeeting si svolge in piena autonomia e determinazione,
>e' un evento politico e sociale, e' libertario, ma se calpesti
>la liberta' di un individuo di potersi scegliere se farsi
>fotografare o intervistare
Ti posso dire che con tanta umanita' in giro un fotografo o un giornalista
sarebbe proprio fesso a voler insistere per fotografare o intervistare chi
non vuole...
>Non ho mai visto in tutti gli anni di militanza della mia
>vita un solo giornalista che abbia avuto l'onesta' e la
>professionalita' di scrivere un articolo o fare una foto o
>un servizio giornalistico televisivo sull'hackmeeting, e non,
>e prima di mandarlo in stampa, in onda, renderlo disponibile
>agli intervistatori per eventuali correzioni
Innanzitutto ti dico che la revisione degli articoli non fa parte dei
diritti degli intervistati.
L'intervistato ha il diritto di:
1) Non essere intervistato
2) Sapere che sta parlando con un gironalista, qual e' il nome del
giornalista e per quale testata lavora
3) Vedere pubblicate nell'intervista tra virgolette SOLAMENTE cose che lui
ha detto e non cose che si e' inventato il giornalista, e di vedere le sue
dichiarazioni rese il piu' fedelmente possibile, senza tagli e
manipolazioni ad arte
Ma questa non e' una cosa che l'intervistato puo' VERIFICARE, i tempi
giornalistici lo rendono impossibile, il giornalista ha l'obbligo di
GARANTIRE i diritti dell'intervistato, e non di sottoporre il suo lavoro
alla correzione di bozze dell'intervistato. Se poi uno non si fida e teme
manipolazioni prima esercita il diritto numero 2, e si informa
sull'identita' del giornalista e sul suo datore di lavoro, poi se non gli
piace il giornale o la persona puo' avvalersi del diritto numero 1. In ogni
caso l'intervistato non ha il diritto di prendere a calci in culo il
giornalista.
Poi pero' aggiungo che io abitualmente mando in visione i pezzi a chi
intervisto, perche' cosi' mi tutelo dal fesso di turno che prima mi dice
cazzate e poi mi querela perche' le ho scritte. Quindi ancora una volta
bisogna stare attenti a fare generalizzazioni.
>Te ne puoi fottere come e quando vuoi, libero arbitrio e libera
>scelta che implicano una immensa responsabilita', solo che questo
>non e' l'evento di comunione e liberazione ed i pacifisti in
>questi posti non sono proprio pacifici
A Genova gli sbirri ne hanno date di botte "aggratis" a quelli con le
macchine fotografiche, spero che in un hackmeeting ci sia gente migliore,
che non picchia uno solo perche' ha fatto una foto, al massimo gli chiede
per favore di cancellarla. Se qualcuno me lo chiedesse, io lo farei piu'
che volentieri.
Comunque sapete che c'e'? Se quello che avete da dire e da mostrare e' un
problema, se non volete che il mondo esterno possa partecipare a distanza
all'hackmeeting osservandone delle immagini o leggendone dei racconti, se
vi da' fastidio qualsiasi appartenenza culturale che va dal blando
pacifismo fino alla nonviolenza passando per il nazismo, e vi interessa
fare solo una cosa per kompagnikazzutissimikontroilsistema, basta dirlo, e
si toglie subito il disturbo.
Poi sai come andra' a finire? Che comunque il giornalista del Corriere si
fara' il suo bel giretto e sparera' cazzate utilizzando foto di agenzia
senza neanche sprecare soldi per il fotografo al seguito, mentre quello
stronzo fascista di Gubitosa diventa un "avversario" e un rompicoglioni
solo per aver voluto difendere un principio di liberta' in un hackmeeting,
cosa che in teoria non dovrebbe essere troppo difficile ma in pratica
sembra una eresia rispetto al pensiero dominante.