Da "Liberazione", 19 settembre 2004
Campania, il Prc esce dalla giunta
Si è consumata la rottura con la maggioranza guidata da Bassolino. Lunedì le dimissioni dell'assessore.
Al centro della crisi la vicenda di Acerra
Napolinostro servizio
Rifondazione lascia la giunta Bassolino. Il comitato politico regionale ha approvato all'unanimità la relazione con cui il segretario Vito Nocera ha spiegato le motivazioni della difficile scelta. Lunedì mattina Vincenzo Aita lascerà l'assessorato all'Agricoltura come inevitabile conseguenza della fuoriuscita del partito dalla maggioranza di centrosinistra al governo della Regione Campania.
Una decisione difficile e dolorosa, ammettono dal partito, ma improcrastinabile. «Abbiamo lavorato fino all'ultimo istante per trovare un terreno in cui fosse possibile individuare uno spiraglio ed evitare la scelta; ma questo terreno - ha spiegato poi lo stesso Nocera - non ci è stato offerto». Un atto estremo, dettato dal senso di responsabilità nei confronti delle popolazioni e dei movimenti. Tra questi ed il governo regionale si era ormai creato un baratro pericoloso di fronte al quale, spiegano dalla segreteria regionale, «occorreva mantenere un lembo di comunicazione tra la società e la politica».
Era, d'altronde, da settimane ormai che Rifondazione sollecitava un intervento del "governatore" Antonio Bassolino in merito alla vicenda di Acerra. Perché si possono avere posizioni contrastanti sul termovalorizzatore, ma non si può rimanere silenti di fronte alla violenza e al sopruso subito dalla popolazione di Acerra. E invece Bassolino ha scelto il silenzio. Non solo all'arrivo delle ruspe scortate da migliaia di uomini ma anche dinanzi alle cariche subite dai manifestanti nelle tristi giornate del 17 e del 29 agosto. E' proprio per questo che ad Acerra la decisione del Prc viene accolta con soddisfazione: «Non si poteva decidere diversamente - commenta il sindaco Espedito Marletta - E' stata una decisione maturata nel tempo e partorita alla luce dell'atteggiamento assunto dai partiti del centrosinistra e dallo stesso governatore. Il presidente Bassolino sulla questione della democrazia rispetto alle decisioni e alla pianificazione di un territorio ha avuto un atteggiamento addirittura meno aperto di quello assunto dal Commissario Catenacci. Con quest'ultimo infatti almeno parliamo di una valutazione di impatto ambientale e dell'ingresso nella commissione di esperti individuati dal Comune. Bassolino non ha aperto neppure una porticina».
Gli acerrani, dal canto loro, proseguono la battaglia. Ieri sera una delegazione del comitato di lotta ha manifestato a Napoli per l'arrivo del ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, mentre sulla tratta ferroviaria Napoli-Caserta l'occupazione continua. Si va avanti, con tende e pranzi al sacco, nonostante le piogge delle ultime ore. E si andrà ancora avanti: «Continueremo le proteste per i prossimi due anni e colpiremo gli interessi di chi vuole l'inceneritore, in modo più incisivo, puntuale e pacifico», dicono dal comitato di lotta.
In una coppia che scoppia le colpe non sono sempre di chi sbatte la porta. «Chi rompe in questo momento la coalizione - afferma non a caso il senatore Tommaso Sodano - è Bassolino ed il centrosinistra perché non hanno compreso le ragioni del movimento. E voglio ricordare che nel programma che portò Bassolino e la coalizione al governo della Regione c'era un forte no all'inceneritore». Lunedì, dunque, nelle mani di Bassolino arriveranno le dimissioni formali di Aita che, dal canto suo, augura che il partito «con i suoi organismi dirigenti regionali e nazionali, riesca a riprendere l'esile filo di una possibile mediazione, che consenta di non disperdere un'esperienza positiva di quattro anni di buona amministrazione e soprattutto di affrontare e risolvere i problemi dei cittadini della Campania».
E ora? «Si chiude un capitolo - spiega Nocera - e se ne apre un altro, quello di provare a riportare i temi del confronto su un programma in vista delle prossime scadenze elettorali». Ma è chiaro che questo confronto «dovrà dare massima priorità alle aspettative dei movimenti» perché oggi l'ambizione è quella di «spostare l'asse fondamentale delle scelte che si fanno in questa Regione».
Antonella Palermo
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Da il programma del PRC Campania per le elezioni regionali 2005
LA QUESTIONE ACERRA
Il risultato dei lavori della commissione ministeriale che ha fatto la valutazione dicono che abbiamo visto giusto. Avrebbero dovuto essere le popolazioni e le istituzioni di quella città ad autodeterminarsi. La precipitazione democratica che si è dedeterminata, dando il via ai lavori per l'inceneritore e che ci ha convinti della necessità, in quella fase, di segnalarne l'insopportabilità ritirando il nostro assessore dalla giunta regionale (pur non essendo già più in quella fase il presidente della regione commissario ai rifiuti) è una ferita che ancora brucia. E però proprio l'esito dei lavori della commissione ministeriale apre un percorso. Prendiamo atto che la verifica è stata fatta con scrupolo, tutti prendano atto però che dal merito emerge che andranno soddisfatte alcune precise e severe condizioni senza le quali l'impianto non va fatto. Anche in virtù di tale considerazione continuiamo a ritenere che, in attesa di verificare se si potrà assolvere alle condizioni prescritte dalla commissione, è ragionevole, come da tempo andiamo sostenendo, sospendere i lavori.
LA QUESTIONE DEI RIFIUTI
Il piano regionale adottato in questi anni ha avuto il limite di non muovere dalla questione strutturale del risparmio di rifiuti alla fonte e di non mettere al centro progettualità e investimenti per il riciclaggio e la raccolta differenziata. E invece solo così si esce in prospettiva da una ricorrente emergenza e ci si sottrae all'impatto ambientale che, per quanto attenuato da ogni garanzia e tutela, può derivare dalla termovalorizzazione. C'è in queste ore una situazione ancora una volta gravida di difficoltà e si intrecciano in tanti territori giuste rivendicazioni delle comunità locali, le quali ne hanno ben diritto di fronte al palese deficit del piano regionale,e reazioni più istintive e localiste. Noi proponiamo di indicare con certezza tempi, risorse finanziarie, impiantistica, utilizzo di risorse umane necessarie per determinare nell'arco di un quinquennio una impennata esponenziale della raccolta differenziata tale da riportare a normalità la complicata gestione odierna del ciclo ed evitando il ricorso a forme di smaltimento meno ambientalmente sostenibili.
UN NUOVO PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI
La nostra opposizione alle politiche in materia di smaltimento rifiuti poste in essere negli ultimi dieci anni nella Regione Campania è tutt'altro che demagogica.
Noi riteniamo, alla luce dei risultati prodotti, del perdurare dell'emergenza e dell'incapacità di interpretare quel ciclo virtuoso delineato del decreto Ronchi, che il Piano Rastrelli, che ha poi trovato continuità con Losco e Bssolino prima e Catenacci dopo abbia fallito.
In primo luogo, perché non è stato in grado di chiudere il cerchio, limitandosi a modificare in misura pressoché impercettibile la banalità di quel modello lineare produzione-consumo cui prima si faceva riferimento, acuendo situazioni di scontro socio-politico e proponendo soluzioni di scarsissima accettabilità a livello delle popolazioni interessate (Acerra docet!). In secondo luogo, perché la raccolta differenziata è rimasta lettera morta e la riduzione dei rifiuti a monte una pia illusione.
Noi tutti siamo ostaggi dell'emergenza infinita, che sembrerebbe non consentire alcun ragionamento sull'argomento che prescinda dalle soluzioni a suo tempo individuate da Rastrelli e riproposte in maniera pervicace dai suoi successori.
Eppure non è così!
IL PIANO
Il nuovo Piano di trattamento e gestione rifiuti deve porsi tre obiettivi principali:
la responsabilizzazione del cittadino-utente nelle fasi di produzione e di smaltimento dei propri rifiuti;
la responsabilizzazione del sistema produttivo e di distribuzione dei beni, coinvolgendoli in politiche attive di contenimento a monte della produzione dei rifiuti;
la individuazione di sistemi organizzativi e tecnologici avanzati ed affidabili per il trattamento dei rifiuti, capaci cioè di realizzare il massimo recupero di materie prime da reinserire nei cicli naturali e produttivi, la più efficace ed efficiente valorizzazione energetica delle frazioni residue, il tutto con il minimo impatto sull'ambiente e la massima accettabilità sociale.
In altri termini, deve enfatizzare la raccolta differenziata ed ogni altro strumento utile a favorire il recupero e riciclaggio delle frazioni merceologiche che possano trovare nuovo utilizzo produttivo.
Deve affrontare in maniera energica il problema del packaging, coinvolgendo la grande distribuzione magari ponendosi l'obiettivo (non troppo ambizioso) di una riduzione procapite all'anno di 7 kg di rifiuti per ciascun cittadino campano. Deve affrontare il nodo degli impianti esistenti: l'assenza di quelli di selezione e trasformazione delle MPS (materie prime seconde) e di compostaggio; l'assoluta arretratezza ed incompatibilità con un ciclo che sia realmente integrato di quelli realizzati ed in via di realizzazione da parte della Fibe, da cui discende la necessità di rivedere il contratto con la stessa. Da ultimo, sebbene questo sia il nodo centrale del problema, vanno individuate gli strumenti per la valorizzazione energetica delle frazioni residue dei rifiuti: tecnologicamente avanzati, affidabili, di minimo impatto sull'ambiente e socialmente accettabili
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Da le agenzie di stampa, 9 marzo 2005
Regionali: Campania - Rifondazione, Tre Leggi Per i Diritti Dei Cittadini
Di (Min/Rs/Adnkronos)
Napoli, 9 mar. (Adnkronos) -Rifondazione Comunista proporra' subito, al nuovo consiglio regionale, tre leggi per i diritti di tutti i cittadini: una legge regionale che consideri l'acqua come bene pubblico e comune e che ne garantisca la gestione pubblica; una legge regionale per la sicurezza sul lavoro che introduca monitoraggio e controllo dell'applicazione della legge nazionale 626; una legge regionale per la riduzione di rifiuti e imballaggi, di incentivo alle comunita' locali e alle imprese per il riuso e il riciclaggio. E' quanto emerso nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il segretario regionale e capolista per il Prc alle regionali, Vito Nocera, e Antonella Cammardella.
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From: Ambiente e Futuro
To: forumlucca@???
Sent: Thursday, March 17, 2005 5:40 PM
Subject: [Forumlucca] PERCHE' NON ANDREMO A VOTARE ALLE ELEZIONI REGIONALI
ELEZIONI REGIONALI 2005.
PERCHE' NON ANDREMO A VOTARE:
IL SENSO DI UNA PROVOCAZIONE.
"Ambiente e Futuro" da molti anni si batte per promuovere, insieme a molti comitati dei cittadini, "vertenze locali" per contrastare la costruzione d'impianti nocivi, il pericolo dovuto all'inquinamento elettromagnetico, i progetti di costruzione di grandi viabilità ed il dissesto del territorio in generale. In particolare siamo stati e siamo un punto di riferimento nelle vertenze locali e nazionali contro gli inceneritori e per la promozione dell'alternativa "rifiuti zero" grazie anche agli stretti contatti con lo scienziato americano Paul Connett che sostiene questa prospettiva su scala mondiale e con il coordinamento dei comitati toscani e liguri per la difesa del territorio.
Ogni volta che si è reso possibile portare avanti questi impegni anche durante le fasi elettorali "Ambiente e Futuro" lo ha fatto, seppure con i propri scarsissimi mezzi, anche per contribuire ad evitare in molte occasioni la vittoria di un centrodestra ultra-liberista, sostenitore di moltissimi progetti di stravolgimento dell'ambiente naturale e sociale e della logica dell'ingiustizia e della "guerra infinita e preventiva" in campo internazionale.
Ma questa volta, nel contesto delle attuali elezioni regionali, questa scelta appare impraticabile anche alla luce di una nuova legge elettorale che rafforza ancor più i grandi "centri di potere".
Lo schieramento di centro-sinistra che sostiene Martini si è reso responsabile in questi anni di politiche ambientali all'insegna delle "grandi opere" (autostrade, alta velocità, inceneritori) e delle privatizzazioni (acqua, energia, rifiuti) camuffate spesso dietro la retorica dello "sviluppo sostenibile".
La stessa presenza autonoma di Rifondazione, che a livello nazionale è ormai parte integrante del centro-sinistra, appare più un'anomalia imposta dai calcoli elettorali dei DS che una scelta voluta a sostegno di politiche alternative.
Questo quadro fa emergere una "crisi acuta" della democrazia rappresentativa ridotta a cinico scontro di "gruppi di potere" uniti nel tentativo di cancellare la conflittualità che si manifesta nei contesti locali a partire soprattutto dai problemi ambientali e sanitari.
Il disagio con cui esprimiamo questa posizione ci spinge a cercare d'intensificare il sostegno alla radicalità delle istanze poste dai comitati e dalle associazioni dei cittadini che si dimostra sempre più l'unica linfa possibile in questo contesto per la ripresa di una democrazia non formale.
Per discutere di questo invitiamo i comitati, le associazioni e i cittadini interessati a partecipare
Mercoledì 23 marzo alle ore 21
presso il circolo "Il Mattaccio" di Tassignano (Lu) ad una
ASSEMBLEA PUBBLICA
alla quale interverrà anche FRANCO MENNITTO RAPPRESENTANTE DEI COMITATI POPOLARI DI ACERRA che si battono contro il mega-inceneritore che il commissario di governo e Bassolino vogliono imporre ad ogni costo "sospendendo" tutte le regole democratiche.
Anche in quella situazione i comitati popolari, con il sostegno della Rete Nazionale "Rifiuti Zero", stanno invitando la popolazione a non votare visto che le stesse forze politiche che avevano sostenuto la loro lotta (Rifondazione - Verdi - Comunisti Italiani) hanno poi finito per appoggiare comunque la candidatura di Bassolino e cioè del principale "sponsor" del partito dell'incenerimento in Campania.
VIA PER S. ALESSIO,87 - 55100 MONTE S.QUIRICO
TEL. E FAX 0583/331070
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Ambiente e Futuro" di Lucca
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