da cyber-rights:
> + French Police Migrating to OpenOffice.org.
> By the end of January some 35,000 PCs and workstations are to be
> equipped with the open source office suite; by this summer the number
> is to reach 80,000. The French police expect to be able to cut costs
> amounting to more than two million euros by this move
> <http://www.groklaw.net/article.php?story=20050118083928405>.
che ne pensate?
attualmente, chi pubblica software libero ha principalmente tre
alternative comuni da imitare:
- dominio pubblico / NO (C):
- permette praticamente tutto, nessuna restrizione.
- licenze permissive, tipo la BSD, essenzialmente:
- richiedono di attribuire il lavoro agli autori (la linea di
copyright e la licenza originale)
- dichiarano l'assenza di garanzie
- per il resto sono appunto permissive, non impongono
particolari restrizioni, permettono anche l'aggiunta di
restrizioni legali (cambio di licenza) in copie o lavori
derivati
- licenze copyleft, tipo la GPL, essenzialmente:
- richiedono di attribuire il lavoro agli autori (la linea di
copyright e la licenza originale)
- dichiarano l'assenza di garanzie
- richiedono che non vengano aggiunte restrizioni legali in
copie o lavori derivati
- richiedono che chi distribuisce copie o lavori derivate metta
in condizione chi riceve tali copie/lav.deriv. di godere delle
liberta' offerte dall'autore originale, ad esempio richiede
che vengano distribuiti anche i sorgenti e librerie/tool
utilizzati sotto licenza compatibile (fatta eccezione per cio'
che fa' solitamente parte del SO e del compilatore)
(ok, lo sappiamo tutti: pero' mi serve averlo qua sopra per articolare meglio)
quindi, licenze permissive per vedersi attribuito il lavoro svolto
("attribution" secondo CreativeCommons), licenze copyleft per fare in
modo che la cosa pubblicata rimanga libera ("share-alike" secondo
CreativeCommons).
ora, GNU, la FSF, ed il cosidetto "movimento del software libero"
[cioe' chi si ricosce nei loro fini (promuovere il software libero) ed
e' d'accordo con i mezzi da loro scelti (pubblicare software libero,
comprensivo di documentazione ed eventualmente di contenuti, e fare
altre iniziative a favore dello stesso)], sono a posto cosi': il
copyleft - a livello di licenza - e' tutto quello che gli serve per
contrastare software proprietario: il software proprietario si basa
sul copyright, il copyleft e' praticamente l'anti-copyright, il suo
scopo finisce li', lo svolge bene, va bene cosi'. i brevetti sono una
cosa a parte complessa al di fuori del tema di questa email.
quello che e' marcatamente (esistono licenze incompatibili con la GPL,
quindi con restrinzioni in piu', ma comunque considerate libere
perche' non impongono restrizioni che rendono il software non-libero)
al di fuori di quanto sopra e' considerato software non libero, quindi
software proprietario.
quindi da ora stiamo parlando di software proprietario.
quello che fa di un software proprietario e' generalmente l'utilizzare
il copyright non (solo) contro il copyright, come ad esempio fanno le
licenze copyleft, ma di utilizzarlo per limitare cio' che gli altri
possono fare con l'opera.
un esempio di questo sono le licenze non commerciali ("noncommercial"
secondo CreativeCommons). i motivi per cui utilizzare tali licenze
possono essere diversi, come la vendita di licenze "a persona" per lo
sfruttamento commerciale dell'opera, o semplicemente perche'
all'autore girano i coglioni che qualcuno guadagna sul suo lavoro e
questo qualcuno non e' lui (non sto dicendo che questo e' giusto o
sbagliato, non e' questo il punto dell'email).
un altro esempio (questa volta ipotetico) di licenza proprietaria
potrebbe essere una licenza anti-istituzionale, ad esempio una
licenza che vieti l'utilizzo all'interno delle istituzioni.
ecco che arriviamo al punto!
mettiamo che tizio, sempre lui, decide che il suo prossimo programma
le istituzioni non lo possono toccare, e si scrive una bella licenza,
magari con una base copyleft, ma che inoltre vieti l'uso da parte
appunto delle istituzioni.
ovviamente, il suo software sarebbe non libero, e sarebbe considerato
come software "avversario" da parte dei progetti di software libero
attuali (ad esempio non potra' utilizzare liberie GPL, e non fara' mai
parte di una release ufficiale Debian).
ora, lui, tizio, 'sto copyright lo sta' utilizzando, oltre che contro
il copyright, contro le istituzioni, cioe' contro chi decide, giudica
e punisce chi non rispetta il copyright.
quindi a questo punto _il_ _software_ di tizio e' "bannato" dal
movimento del software libero, quindi andra' in contro a difficolta'
tecniche (non puo' utilizzare liberie GPL) e di popolarita' e
distribuzione (ad esempio non puo' utilizzare lo spazio di Savannah,
non si puo' registrare nella free software directory, non finira'
nella release ufficiale di Debian, non verra' mirrorato da caio, non
verra' segnalato e recensito da sempronio).
"ecchissenefrega", sia da parte di tizio che da parte degli altri.
_ma_, se questo software non e' un software di utilita' personale, ma
il raggiungimento degli obbiettivi (ad esempio, per quanto magari
lievemente e insignificantemente o il contrario, colpire il copyright
e chi ci sta dietro) dipende direttamente dalla sua diffusione,
diventa un bel dilemma per tizio.
quindi ormai non e' piu' una questione di affinita' (forse e' tizio
che si e' fatto un'idea sbagliata nel tempo, o che ha cambiato la sua,
ma non importa), ma di strategia per tizio, che deve capire se gli
_conviene_ stare all'interno del movimento del software libero ed
utilizzarne i mezzi accettati, o uscirne e procedere per i fatti suoi,
potendo cosi' evitare alcuni compromessi (ad esempio di licenza).
tizio non e' contro il software libero, anzi!
pero' se l'"amico" del mio "amico" e' mio nemico, IMHO c'e' qualcosa
che non quadra!
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marc0@??? (0x45070AD6)