Migranti, il giorno dei diritti
di Paolo Beni - Filippo Miraglia
A due anni dall'entrata in vigore della Bossi-Fini gli effetti
nefasti di quella legge e delle politiche del governo in tema di
immigrazione, diritto d'asilo e lotta al razzismo sono davanti agli
occhi di tutti.
Due milioni e mezzo di persone straniere vivono in Italia in
condizioni di esclusione sociale, senza alcuna certezza per il
futuro, vittime del razzismo istituzionale del centrodestra, usato
spesso a fini di equilibrio interno della maggioranza, in spregio
della Costituzione e del diritto nazionale e internazionale. Si
pensi ad esempio alla produzione di "legislazione speciale" per i
migranti e all'uso sistematico di procedure con garanzie minori o
del tutto inesistenti per i provvedimenti che riguardano la
restrizione della libertà personale degli stranieri.
Tutto questo è avvenuto in un quadro di complessivo peggioramento
della legislazione europea in materia, che ha coinciso con un
aumento degli episodi di razzismo e con la crescita di una cultura
discriminatoria e securitaria, diffusa anche fra i governi di centro
sinistra. Fa eccezione il governo Zapatero che ha introdotto - come
promesso durante la campagna elettorale - un sistema di
regolarizzazione permanente e una serie di garanzie sociali per le
persone straniere a prescindere dal loro status giuridico.
Nello stesso periodo è cresciuto il protagonismo dei movimenti e
della società civile, in particolare sul fronte del contrasto alla
logica della guerra, ma anche su tanti altri temi che riguardano la
globalizzazione. Cresciuto a tal punto che ancora oggi, in un
momento in cui si parla, secondo noi a sproposito, di crisi del
movimento, molti studiosi e commentatori continuano a considerare i
movimenti come l'unica novità politica sul panorama internazionale.
Un soggetto politico complesso e originale, ma che pesa sugli
orientamenti di governi e parlamenti e, soprattutto, sull'opinione
pubblica mondiale.
La lotta al razzismo e la difesa dei diritti dei migranti hanno
rappresentato, in Italia come in Europa, uno dei tratti salienti di
questo movimento, che però non è riuscito ancora a contrastare con
la necessaria efficacia le politiche e la cultura di chiusura
dominanti in questo ambito.
Il 4 dicembre prossimo a Roma, un vasto schieramento di forze
politiche, sociali, del sindacalismo di base, del mondo
dell'immigrazione, delle organizzazioni impegnate sul territorio in
vertenze a tutela dei diritti dei migranti, scenderanno in piazza
per dare visibilità ad una proposta unitaria alternativa alla Bossi
Fini e anche alla cultura che ha ispirato la Turco -Napolitano (come
recita il testo dell'appello che convoca la manifestazione).
Si tratta di una opportunità per la galassia di organizzazioni e
singoli che hanno investito sul tema dei diritti, che sono impegnati
da anni accanto ai migranti e che oggi vivono spesso - e
paradossalmente, se consideriamo il radicamento di queste esperienze
- una condizione di isolamento. Un isolamento che incide
negativamente sull'esito di molte vertenze e sulla battaglia
politico culturale necessaria a modificare in profondità la
percezione della questione immigrazione.
È il primo appuntamento nazionale che arriva in un periodo segnato
da una quantità di mobilitazioni locali, che proseguiranno nei
prossimi mesi per arrivare alla giornata europea dei migranti del
prossimo 2 aprile, fissata al Forum Sociale Europeo di Londra.
L'Arci è impegnata a fondo per la riuscita della giornata del 4. C'è
bisogno di ridare spazio politico ad una questione agitata
strumentalmente dalle destre e sulla quale l'opposizione di centro
sinistra non è in grado di esprimere una vera alternativa.
Per questo è importante prevedere, accanto alle mobilitazioni,
momenti di riflessione ed elaborazione su un tema strategicamente
così rilevante per il futuro della società italiana. La situazione
di difficoltà estrema che vivono i/le migranti, con il carico di
razzismo, morti da frontiera, segregazione e disuguaglianza, ci
convincono a impegnarci per percorrere tutte le possibili strade
unitarie. Solo attraverso il protagonismo dei migranti e con uno
schieramento vasto e unitario si potrà provare ad invertire la
tendenza europea e italiana a governare l'immigrazione con le
politiche di controllo, detenzione e persecuzione. Per questo stiamo
lavorando perché sabato sia una bella giornata per la libertà e i
diritti dei migranti, cioè una giornata importante per la nostra
democrazia.
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