[CSSF] vicenda operai Nardò - comunicato Giorgio Franco /PRC

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Author: Antonella Mangia
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Subject: [CSSF] vicenda operai Nardò - comunicato Giorgio Franco /PRC

ricevo e inoltro
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COMUNICATO STAMPA
Oggetto: vicenda operai Nardò
Non voglio interferire o esprimere giudizi avventati
sul caso esploso a Nardò circa le condizioni di lavoro
a cui, secondo l’accusa, erano sottoposti i dipendenti
della ditta dei fratelli Scorsa, perché è compito
della magistratura fare chiarezza sulla vicenda, ma mi
sento obbligato, proprio prendendo spunto dai fatti
neretini, di rivolgere alcune riflessioni agli
interlocutori istituzionali, sociali ed economici
circa le condizioni salariali e di lavoro a cui sono
sottoposti migliaia di lavoratori in questa provincia.

Ogni giorno vengo a conoscenza di storie che accadono
sui luoghi di lavoro al limite dello schiavismo.
Operai che fanno massacranti turni di lavoro di 10/12
ore, anche notturne, stipendi al limite della carità,
condizioni di lavoro igienico -sanitarie pessime,
sicurezza sui luoghi di lavoro inesistente,
umiliazioni e costrizioni di ogni genere.

Queste storie stanno diventando una prassi, sono la
leva su cui agire per destrutturate il mondo del
lavoro con i suoi diritti e le sue conquiste,
incominciano ad essere la variabile economico
aziendale da utilizzare per conseguire redditività e
così imprenditori privi di scrupoli accumulano
ingenti profitti

Mi è sempre piaciuto lo slogan “Salento d’amare”
perché si proponeva al mondo intero un pezzo di
territorio dalle caratteristiche uniche in fatto di
clima, sapori, bellezze naturali, ospitalità ecc..
Guardando, invece, alle condizioni di lavoro e di
salario di molta parte dei lavoratori salentini si
scopre dramma, precarietà, ricattabilità ed
incertezza.

Scopro un “Salento amaro” che rischia addirittura di
esportare il suo modello “asiatico” di organizzazione
del lavoro in tutta Italia, vista la crescente
precarizzazione delle condizioni economiche e di
lavoro che si stanno diffondendo in tutto il paese.

C’è una responsabilità specifica delle organizzazioni
sindacali, delle associazioni di categoria, degli
organi di controllo, delle amministrazioni centrali e
locali. Anche dei partiti, che con forza dovrebbero
esprimere modelli di sviluppo locale e nazionale che
provochino un corto circuito in questa economia di
furbi e faccendieri, in favore di una economia che
crei sviluppo e benessere.

Rifondazione Comunista già in occasione della stesura
del Programma per l’elezione del Consiglio Provinciale
ha posto l’accento sulla necessità di riconoscere una
premialità, nell’affidamento delle commesse, alle
imprese che non applicavano la legge 30 e che
garantivano idonee e legali condizioni di lavoro e di
salario.

Per questo ribadisco la mia ferma opinione che oggi,
più che mai, la politica ha il dovere di investire gli
organi preposti a predisporre i controlli necessari a
scovare tutte quelle situazioni di violazioni dei
principali diritti dei lavoratori, ma anche di dare
per prima il buon esempio espellendo dal circuito
dell’affidamento degli incarichi tutte quelle imprese
che ledono e mortificano i lavoratori e i loro
diritti.

Lecce 01/12/04                                        



Il segretario provinciale Giorgio FRANCO




        
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