[Forumlucca] Fino alla fine del fondo

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Fino alla fine del fondo

Il Fondo pensioni Comit è a un passo dal commissariamento. Contrari i sindacati. A Banca Intesa prendono le distanze e chiariscono che non si tratta di roba loro. Un durissimo colpo alla riforma pensionistica


MARIO BONACCORSO
BRUNO PERINI
Da Il Manifesto 22 ottobre 2004

Comincia male l'era dei fondi pensione. A poche settimane dall'approvazione della riforma pensionistica, a Piazza Affari suona un preoccupante campanello d'allarme in una delle cattedrali della comunità finanziaria: il Fondo Pensioni Comit rischia il commissariamento. A Banca Intesa chiariscono senza mezzi termini che quel fondo pensione non è roba loro. I vertici del gruppo sono consapevoli del fatto che al fondo Comit le cose non vanno bene ma non vogliono che l'immagine del colosso bancario guidato da Corrado Passera venga guastata. Resta comunque il dato più inquietante: il possibile commissariamento dipende dal fatto che il fondo pensioni Comit presenta un drammatico disavanzo attuariale, un termine tecnico per indicare un disequilibrio tra quanto oggi il fondo paga ai pensionati della Banca Commerciale Italiana, i contributi versati per gli attuali lavoratori di Banca Intesa ex Banca Commerciale e quanto in previsione gli stessi potranno ricevere come pensione. Insomma, fuori dai tecnicismi non ci saranno soldi per nessuno, perché il fondo è vicino al prosciugamento. Troppo forte il divario tra le laute pensioni assicurate dal fondo Comit agli ex funzionari e i contributi versati dalla banca per i nuovi iscritti, quelli successivi alla riforma del 1993 e precedenti la fusione in Banca Intesa. Non basta: per erogare le pensioni, accusano le organizzazioni sindacali, è accaduto quello che tutti temevano a proposito della sicurezza degli investimenti: il fondo è stato costretto negli ultimi anni a vendere immobili. L'unico modo, dicono i rappresentanti dei lavoratori, per fare cassa e assicurarsi liquidità. Questo mentre il rendimento della componente mobiliare del fondo, con la gestione prima di GenerComit e poi di Nextra, è stato sempre negativo. A prescindere dall'andamento buono o cattivo dei mercati. A peggiorare ulteriormente la situazione si sono aggiunti i pensionamenti dovuti alle politiche di incentivazione all'esodo adottate dalla banca a partire dagli anni novanta. Insomma, una vera e propria catastrofe finanziaria.

Nell'esercizio 2003 il disavanzo di bilancio ha raggiunto la cifra di 28,5 milioni di euro. Banca Intesa e gli amministratori del fondo hanno perciò deciso di scindere le proprie responsabilità da quelle dei diretti responsabili, passando il cerino alla Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione. Il timore delle organizzazioni sindacali Falcri, Fiba, Fisac e Uilca è che questo atto sia solo il preludio al commissariamento e, in un comunicato congiunto, le quattro sigle accusano apertamente Banca Intesa di non fare nulla per porre rimedio ai problemi del fondo, preferendo attendere la liquidazione coatta. Il fondo infatti ha una propria personalità giuridica e nessuna conseguenza patrimoniale potrebbe ricadere su Banca Intesa. L'ipotesi di soluzione avanzata dai sindacati è il trasferimento in tempi brevi delle posizioni previdenziali dei partecipanti in servizio iscritti al fondo dal 28 aprile 1993 al fondo pensioni di Banca Intesa, un trasferimento successivo dei partecipanti in servizio iscritti al fondo prima del 28 aprile 1993 e una offerta di una tantum agli attuali pensionati in sostituzione della rendita vitalizia, per arrivare nel tempo alla delibera di scioglimento del fondo pensioni Comit.

La vicenda per il momento è stata tenuta sotto silenzio, forse per evitare il panico che si potrebbe scatenare tra i lavoratori chiamati a scegliere tra il mantenimento del Tfr e il passaggio ai fondi pensione. Ma, al di là del tentativo di tenere sotto chiave la notizia di un possibile commissariamento del Fondo Pensioni Comit, il dato è di per sé allarmante in quanto la crisi di questo fondo pensione mette in luce tutti i pericoli presenti nella stessa legge approvata dal governo Berlusconi.

In Banca Intesa c'è chi non è per nulla meravigliato di quello che sta accadendo; sono in molti a ricordare che la fusione tra Ambroveneto e Comit portò alla luce brutte sorprese che si ritrovarono proprio nella gestione Comit. E' per questo forse che i vertici di Banca Intesa preferiscono tenere un atteggiamento distaccato nei confronti di un fondo che considerano una pesante eredità del passato.

Certo è più che legittima la preoccupazione dei sindacati, visto che i lavoratori della ex Banca commerciale rischiano di assistere alla trasformazione in carta straccia della propria pensione.










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Il Fondo pensioni Comit è a un passo dal commissariamento. Contrari i sindacati. A Banca Intesa prendono le distanze e chiariscono che non si tratta di roba loro. Un durissimo colpo alla riforma pensionistica


MARIO BONACCORSO
BRUNO PERINI
Da Il Manifesto 22 ottobre 2004

Comincia male l'era dei fondi pensione. A poche settimane dall'approvazione della riforma pensionistica, a Piazza Affari suona un preoccupante campanello d'allarme in una delle cattedrali della comunità finanziaria: il Fondo Pensioni Comit rischia il commissariamento. A Banca Intesa chiariscono senza mezzi termini che quel fondo pensione non è roba loro. I vertici del gruppo sono consapevoli del fatto che al fondo Comit le cose non vanno bene ma non vogliono che l'immagine del colosso bancario guidato da Corrado Passera venga guastata. Resta comunque il dato più inquietante: il possibile commissariamento dipende dal fatto che il fondo pensioni Comit presenta un drammatico disavanzo attuariale, un termine tecnico per indicare un disequilibrio tra quanto oggi il fondo paga ai pensionati della Banca Commerciale Italiana, i contributi versati per gli attuali lavoratori di Banca Intesa ex Banca Commerciale e quanto in previsione gli stessi potranno ricevere come pensione. Insomma, fuori dai tecnicismi non ci saranno soldi per nessuno, perché il fondo è vicino al prosciugamento. Troppo forte il divario tra le laute pensioni assicurate dal fondo Comit agli ex funzionari e i contributi versati dalla banca per i nuovi iscritti, quelli successivi alla riforma del 1993 e precedenti la fusione in Banca Intesa. Non basta: per erogare le pensioni, accusano le organizzazioni sindacali, è accaduto quello che tutti temevano a proposito della sicurezza degli investimenti: il fondo è stato costretto negli ultimi anni a vendere immobili. L'unico modo, dicono i rappresentanti dei lavoratori, per fare cassa e assicurarsi liquidità. Questo mentre il rendimento della componente mobiliare del fondo, con la gestione prima di GenerComit e poi di Nextra, è stato sempre negativo. A prescindere dall'andamento buono o cattivo dei mercati. A peggiorare ulteriormente la situazione si sono aggiunti i pensionamenti dovuti alle politiche di incentivazione all'esodo adottate dalla banca a partire dagli anni novanta. Insomma, una vera e propria catastrofe finanziaria.

Nell'esercizio 2003 il disavanzo di bilancio ha raggiunto la cifra di 28,5 milioni di euro. Banca Intesa e gli amministratori del fondo hanno perciò deciso di scindere le proprie responsabilità da quelle dei diretti responsabili, passando il cerino alla Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione. Il timore delle organizzazioni sindacali Falcri, Fiba, Fisac e Uilca è che questo atto sia solo il preludio al commissariamento e, in un comunicato congiunto, le quattro sigle accusano apertamente Banca Intesa di non fare nulla per porre rimedio ai problemi del fondo, preferendo attendere la liquidazione coatta. Il fondo infatti ha una propria personalità giuridica e nessuna conseguenza patrimoniale potrebbe ricadere su Banca Intesa. L'ipotesi di soluzione avanzata dai sindacati è il trasferimento in tempi brevi delle posizioni previdenziali dei partecipanti in servizio iscritti al fondo dal 28 aprile 1993 al fondo pensioni di Banca Intesa, un trasferimento successivo dei partecipanti in servizio iscritti al fondo prima del 28 aprile 1993 e una offerta di una tantum agli attuali pensionati in sostituzione della rendita vitalizia, per arrivare nel tempo alla delibera di scioglimento del fondo pensioni Comit.

La vicenda per il momento è stata tenuta sotto silenzio, forse per evitare il panico che si potrebbe scatenare tra i lavoratori chiamati a scegliere tra il mantenimento del Tfr e il passaggio ai fondi pensione. Ma, al di là del tentativo di tenere sotto chiave la notizia di un possibile commissariamento del Fondo Pensioni Comit, il dato è di per sé allarmante in quanto la crisi di questo fondo pensione mette in luce tutti i pericoli presenti nella stessa legge approvata dal governo Berlusconi.

In Banca Intesa c'è chi non è per nulla meravigliato di quello che sta accadendo; sono in molti a ricordare che la fusione tra Ambroveneto e Comit portò alla luce brutte sorprese che si ritrovarono proprio nella gestione Comit. E' per questo forse che i vertici di Banca Intesa preferiscono tenere un atteggiamento distaccato nei confronti di un fondo che considerano una pesante eredità del passato.

Certo è più che legittima la preoccupazione dei sindacati, visto che i lavoratori della ex Banca commerciale rischiano di assistere alla trasformazione in carta straccia della propria pensione.






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