[Cerchio] Fw: [nobiotech-it] Continua la lotta dei pescatori…

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Szerző: clochard
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Tárgy: [Cerchio] Fw: [nobiotech-it] Continua la lotta dei pescatori sardi

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From: Red * Ghost
To: nobiotech-it@???
Sent: Tuesday, September 28, 2004 5:15 PM
Subject: [nobiotech-it] Continua la lotta dei pescatori sardi


GETIAMO LE BASI - Continua la lotta dei pascatori sardi -

Oggi , lunedì 27 settembre 2004, i pescatori del Sulcis
scendono di nuovo in mare, con le loro barche,
nelle acque di Cala Zafferano, per protestare
contro il poligono di tiro di Capo Teulada .

Riuniti in assemblea, hanno deciso di proseguire la lotta
per affermare il loro diritto al lavoro, e chiedere ancora una volta
la bonifica del mare e del territorio del poligono,
da anni devastato dalle servitù militari.

Durante la scorsa primavera i pescatori sono riusciti
a disturbare gravemente le esercitazioni militari.
Hanno bloccato gran parte dei bombardamenti,
uscendo in mare con le loro barche, entrando nella zona interdetta,
e proteggedo il mare con la propria presenza fisica.

La prova di forza più significativa è stata vinta dai pescatori il 3
giugno del 2004:
dopo aver avvisato come al solito la Capitaneria di Porto di Cagliari,
entrando nella zona interdetta si sono trovati in mezzo ad un bombardamento.
Un quarto d'ora di terrore, durante il quale sono state sparate
11 cannonate con munizioni da battaglia contro pescatori in sciopero !

Tutto questo succede in questi mesi in Italia,
nel silenzio assordante dei mezzi di informazione
e nella colpevole indifferenza di gran parte delle forze politiche.

" Le esercitazioni che servono per dominare e devastare
la vita dei popoli del sud del mondo,
alla Sardegna non lasciano altro che il mare devastato,
il territorio contaminato e privo di risorse,
malattie, morti ed emigrazione forzata."

Con questa forma di lotta, i pescatori di Sant'Anna, Arresi e Teulada
vogliono difendere il loro lavoro, che è la fonte di sussistenza
per le loro vecchi, per le loro mogli e per i loro bambini.
Essi difendono il loro mare, che è anche il nostro mare.

E chiedono a tutti noi di esprimere solidarietà alla loro lotta !

MAI PIU' UNA BOMBA - RESTITUZIONE DEL POLIGONO ALLE POPOLAZIONI -

COORDINAMENTO  GETTIAMO  LE BASI - LIBERIAMOCI  DALLA  GUERRA
                                                    BOLOGNA  e  ROMAGNA


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25 settembre a milano

Cronaca e primo bilancio della manifestazione in sostegno della resistenza
iraquena e palestinese svoltasi lungo via Padova ieri 25/9/04

Circa cinquecento persone hanno partecipato al corteo, che ha raccolto
l'appello
formulato all'interno del Mumbay Resistence a manifestare il 25/9/04, nel
quarto anniversario dell'Intifada, a sostegno della resistenza iraquena
e palestinese.
Il percorso che ha portato a questa scadenza ha visto tra l'altro il
costante
volantinaggio in quartiere e in altri luoghi in cui vivono e transitano
i proletari immigrati di origine araba, svariate iniziative di
contro-informazione
e un dibattitto aperto a chi riteneva necessario contribuire al sostegno
della resistenza dei popoli e trovava necessario dare uno sbocco politico
a questi contenuti.
Questo corteo si è svolto lungo l'arteria principale di questo quartiere
popolare ad alta concentrazione di immigrati che ha risposto positivamente
alla manifestazione, così come aveva accolto con ostilità la manifestazione
di qualche settimana fa della Lega Nord, conclusasi con la tentata
aggressione
di qualche militante "padano" ai compagni presenti a volantinare e a
monitorare
la situazione.
Questo clima di condivizione di contenuti e di positiva curiosità da parte
degli abitanti del quartiere si è creato nonostante la militarizzazione
della manifestazione, con i cordoni delle forze dell'odine anche ai lati
e le camionette nelle vie circostanti, nonostante la chiusura imposta ai
negozi e l'annichilimento della vita sociale del sabato pomeriggio, e non
ultimo, le campagne criminalizzanti portate avanti da forze politiche al
governo della città, come la Lega Nord, e non ultima l'indifferenza
interessata
della sinistra istituzionale e dei suoi adentellati all'interno del
"movimento".

La polizia che non ha permesso che vennissero attachinati manifesti ai lati
del corteo, riproducenti la bandiera palestinese e quella iraquena, che
si è posta a pochissima distanza alla testa e alla coda della
manifestazione,
oltre a far sentire in maniera pressante la presenza sin dall'inizio del
concentramento, non è riusita nel suo intento di intimidazione e di
deterrenza.

Un folto gruppo di immigrati arabi, come di altri abitanti del quartiere,
che si sono aggregati durante il percorso ha permesso di scandire in arabo
a gran voce slogan contro la guerra imperialista, per la resistenza iraquena
e l'intifada palestinese, alternati ad interventi in italiano e arabo ,
sulla vasta gamma di problemi che concernono le condizioni del proletariato
autoctono e immigrato e sui vari terreni di lotta in cui si è impegnati:
dalla questione lavorativa a quella abitativa, dalla questione repressiva
all'antifascismo militante...
Con questa manifestazione pensiamo di avere contribuito ad allargare i
margini
di intervento affinchè il movimento contro la guerra e per il ritiro delle
truppe dall'Iraq si trasformi in un movimento che, insieme alla lotta del
popolo palestinese, sostenga apertamente la resistenza iraquena e ponga
questa questione come prioritaria nell'ambito dell'intervento politico
attuale.

Inoltre pensiamo di aver continuato a contribuire a fare chiarezza nella
scelta dei luoghi e del referente che li abita, luoghi e persone verso i
quali orientare e radicare la nostra azione politica: proletari che
subiscono
la precarietà lavorativa, il ricatto abitativo, i rastrellamenti quotidiani
da parte della polizia, la carcerazione nelle prigioni di stato o nei CPT.


Contro la guerra imperialista!
Per il ritiro delle truppe!
A sostegno della resistenza araba!

Coordinamento di Lotta per la Palestina
26/9/04

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Ostaggi, Disincanto e Disillusione attiva

".perché a dio i martiri non hanno fatto mai cambiar giudizio" (Giorgio
Gaber)

"Lodate di cuore la corta memoria del cielo!" (Bertolt Brecht)

Quanti abitanti ha l'Iraq? Togliete i soddisfatti, gli abbattitori di
statue, i collaboratori e i confidenti. Rifate i conti. Otterrete il numero
reale degli ostaggi oggi presenti in quel Paese. Ostaggi che (forse) non
rischiano la decapitazione, ma che - suddivisi tra le strade, i mercati e i
vari Abu Ghraib disseminati sul territorio - sono già condannati alla
democratica sottomissione e alla repubblicana morte (in una vasta gamma di
soluzioni) dalle truppe d'occupazione.

Dalla loro sorte bisogna partire per giungere alle due Simone. Non
viceversa. Senza pretendere la loro liberazione dal giogo degli eserciti
occupanti, non ha granché senso invocare la liberazione delle nostre
connazionali. Senza una scelta radicale sulla parte da occupare in questo
conflitto, non si fa altro che consegnarsi - con malcelato fatalismo - al
prossimo sequestro. Così che i nostri pacifisti potranno scendere in piazza
imbandierati. E fingere di contare ancora.

È chiaro: se Bruno Vespa è il vero spartiacque, chi spara a favore di Vespa
è un liberatore, un eroe, un Quattrocchi. Chi spara contro è un terrorista.
Accettiamo questa logica? Avanti così: impaliamoci con le nostre mani!
Quando Baldoni fu rapito - o ucciso senza rapimento - Feltri disse che era
un perdigiorno e ne derise pubblicamente le scelte. Normale: un free-lance
che non accetta di ripetere ossequiosamente la miriade di castronerie
confezionata dai vari ministeri competenti per la Colonia irachena, è un
nemico e come tale va trattato. La "nostra" sinistra non ebbe neppure il
coraggio - per un inspiegabile nazionalismo funzionale alla "guerra
preventiva" - di dire che i tre buttafuori sequestrati in maggio erano dei
mercenari. Un giorno non lontano non avremo altro da difendere che il buon
gusto.

Se permettete c'è una bella differenza tra le due Simone e tre sbirri in
funzione di ronda. Vogliamo dirlo? E i frullatori mediatici non possono
controvertire questo dato di fatto.
Se dobbiamo dirla tutta, ci intristiscono alquanto le figure dei nuovi
patrioti, quelli che pure quando devono scegliere una velina intonano l'inno
nazionale .e pretendono che lo si canti a squarciagola!
La nascita resta una casualità. Le scelte di ognuno sono già meno casuali. E
di quelle si può rispondere. Noi siamo con le due Simone, perché parteggiamo
per chi ha deciso volontariamente di sporcarsi le mani per riparare ciò che
i B-52 hanno distrutto e continuano a distruggere; siamo contro coloro che
hanno fatto la scelta volontaria e inversa di partecipare alla rapina e alla
distruzione di un Paese altrimenti sovrano. Contro sempre, anche in caso di
fortuita loro morte. Le attenuanti per costoro non ci hanno mai convinto.
Non avremmo avuto lacrime da versare in caso d'esecuzione dei tre prodi e -
non possiamo negarlo - abbiamo provato una certa frustrazione nel rivederli
"tra noi". Problemi nostri, in tutti i sensi.

Da quello che possiamo apprendere, i decapitatori non hanno granché a che
spartire con i nuclei storici e politici della Resistenza irachena. E noi, è
risaputo, parteggiamo per i resistenti e non riteniamo granché utile l'
operato dei macellai d'uomini. Ma - permettete - troviamo egualmente
arrogante, ipocrita ed eurocentrico anche l'atteggiamento di chi rade al
suolo interi quartieri (di Baghdad come di Belgrado), organizza giri di
prostitute-bambine, lega corde al collo dei prigionieri e poi pretende dal
nemico una grazia ed un'etica inflessibile. Guerrieri in doppio petto. Che
gioco è? Quando sulla banchina di un porto (anche se di un porto televisivo)
si applaude l'esercito in partenza, si plaude alla barbarie e ci si appresta
a vivere l'orrore. E vista la prontezza con cui il nostro amato popolo ha
deciso di riscoprirsi identitario e sciovinista, bisognerebbe avere il buon
gusto di non lamentarsi dell'altrui sciovinismo oltranzista. A meno che non
si voglia ammettere d'essere stati presi per i fondelli - come bambini
inconsapevoli. Ma ugualmente colpevoli.

RIAPPROPRIAMOCI DELLA COMUNICAZIONE e RIDICOLIZZIAMO I PROPAGANDISTI DI
STATO. PRETENDIAMO IL RITIRO DELLE TRUPPE o AFFERMIAMO IL DIRITTO DI NON
PIANGERNE LA DIPARTITA. NON RASSEGNAMOCI AL FATALISMO e RIGETTIAMO IL
NAZIONALISMO.

AGITPROP DALLA PARTE DELLA RESISTENZA IRACHENA

PLEBE NUMERO SPECIALE - 24 SETTEMBRE 2004
prodotto dal collettivo comunista AgitProp
Laboratorio Politico Jacob
via Mario Pagano, 38 - Foggia
www.agitproponline.com
plebe@???

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