-----Messaggio originale-----
Da: Silvia Marcuz [
mailto:donkisciotte78@libero.it]
Inviato: venerdì 20 agosto 2004 17.06
A: glt-nonviolenza@???;
glt-impronta@???; oronero@???
Cc: lilliput PD lista; retelilliput PN
Oggetto: [glt NV] Vita Piena per tutti: Sos-teniamo il "No" al ponte
sullo stretto di Messina
Ciao,
la Carovana della Pace 2004 "Vita Piena per tutti: adesso non domani!"
(
www.giovaniemissione.it ) va suo questo interessante e ben fatto
documento per dire No allo stretto di Messina. Il testo è stato
elaborato dai giovani del Gim che hanno partecipato al campo di lavoro
"La terra e la gente" nella Locride proposto dai missionari comboniani.
Insieme a tutti i programmi e le tappe della Carovana della Pace lo si
può trovare nel sito
www.giovaniemissione.it .
Silvia
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SOS-TENIAMO IL "NO" AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
Il gruppo comboniano giovanile (Giovani Impegno Missionario) riunitosi
per il campo di lavoro dal titolo "La terra e la gente" realizzatosi
nella Locride (Calabria) a San Luca, dal 7 al 18 Agosto 2004, dopo aver
sperimentato e vissuto in modo diretto le problematiche di questa terra,
sente l'esigenza di esprimersi in merito alla questione del ponte sullo
stretto di Messina. Manifestiamo con questo documento la nostra assoluta
contrarietà al progetto di realizzazione di questa opera faraonica. Le
motivazioni del nostro NO, sono riassumibili in sette punti qui di
seguito riportati:
1) Eccessivo peso economico. Ci risulta chiaro che la somma enorme
di
denaro prevista per la realizzazione del ponte potrebbe essere destinata
alternativamente per la risoluzione di problematiche ben più urgenti e
più coincidenti alle reali necessità della gente, quali ad esempio: a)
completamento e miglioramento delle reti stradali ed autostradali già
esistenti (Salerno-ReggioCalabria, Taranto-ReggioCalabria); b)
potenziamento e rinnovamento delle reti ferroviarie ancora
prevalentemente sprovviste del secondo binario ed ancora munite di
motrici a gasolio; c) potenziamento e miglioramento delle reti idriche;
d) sviluppo agricoltura biologica e/o tradizionale; e) sviluppo turismo
responsabile; f) sviluppo di politiche sostenibili ed ecologiche per lo
smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti;
g) sviluppo di una seria e più democratica politica di accoglienza per
gli immigrati; h) potenziamento e miglioramento apparato scolastico e
professionale.
2) Eccessiva fiducia nella tecnologia a dispetto
dell'imprevedibilità
delle variabili naturalistico-ambientali (alto rischio sismico connesso
alla complessità geologica e tettonica del territorio in questione,
vento).
3) Elevato impatto ecologico ed ambientale: a) uso di enormi
quantitativi di cemento, materiale non smaltibile e di carattere non
sostenibile; b) interferenza con i delicati equilibri costieri; c)
distruzione di ecosistemi originari.
4) Utilizzo si sfrontate politiche fondate sul miraggio del lavoro
per
tutti; pochi infatti sostengono che tali grandi opere offrono soltanto
lavoro temporaneo, arricchiscono pochi impresari locali e
prevalentemente foraggiano solo alcune imprese nazionali e/o
internazionali (vere e proprie multinazionali dell'edilizia).
5) Effettiva perdita di posti di lavoro in quei settori di
trasporto
merci e/o persone già consolidati ed attivi sul territorio.
6) Certezza di rafforzare il potere degli apparati mafiosi
('ndrangheta, mafia), notoriamente molto influenti sulla vita economica
e sociale delle due regioni interessate.
7) Mancata consultazione popolare in merito alla realizzazione del
progetto.
Rimaniamo scandalizzati dall'apprendere come questo progetto sia stato e
sia tutt'ora voluto dal Governo Italiano al di là delle appartenenze
politiche susseguitesi al governo in questi anni (centro sinistra prima,
centro destra oggi), tale fatto testimonia come le forze politiche siano
cieche in generale su questioni di questa portata. Altro scandalo ci
deriva dalla mancata consultazione popolare, proponiamo perciò un
referendum che interroghi la gente di tutta l'Italia su questa
questione. La determinazione della nostra denuncia e la convinzione per
l'adesione al "NO" al ponte sullo stretto di Messina, è motivata dalla
consapevolezza dei gravi rischi legati alla prevaricazione degli
interessi dei pochi sull'effettivo benessere dei popoli. La storia è
ciclica solo perché non si impara. La memoria è, e dovrebbe essere, un
elemento essenziale per tutelare la tensione verso il bene comune. Nel
1963, a causa della cecità dell'essere umano (tutt'oggi dimostrata con
il perseguimento del progetto qui contestato), si determinò la
tristemente nota tragedia del Vajont, che causò la morte di circa 2500
persone in pochi minuti. Morti dovuti semplicemente alla volontà dei
potenti dell'epoca di costringere la natura in schemi ingenieristici ed
economici di cui la grandezza del creato non tiene conto. Come giovani
rivolti alla terra e alla gente, non possiamo non ricordare. Non ci
sembra possibile che errori umani di così grave entità già verificatisi
quarant'anni fa in nord Italia, possano essere ora ripercorsi nel nostro
sud (terra storicamente sfruttata). Tuteliamo quindi l'Italia tutta,
facendola diventare essa stessa un ponte ideale fatto di memoria, amore
e tensione al bene comune. Istituti Missionari Comboniani Giovani
Impegno Missionario
http://www.giovaniemissione.it/pub/index.php?option=content&task=view&id
=53&
Itemid=28
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