Basta abusi, legalizziamo gli spazi per i giovani
Accordo Comune-Provincia sul Leonka per evitare lo sfratto. Milly Moratti:
intervenga la Regione. Bulk a rischio: nuova sede in arrivo.
Svolta nei rapporti tra la città e i centri sociali. Nel primo caso la
virata è da parte delle istituzioni pubbliche. Comune e Provincia hanno
deciso di lavorare insieme per trovare una soluzione alla sede del
Leoncavallo di via Watteau gravata da un'ordinanza di sfratto. Nel secondo
sono i privati dell'Immobiliare Porta Volta a lavorare per trovare una
mediazione con i ragazzi del Bulk. La soluzione sembra dietro l'angolo: una
sede alternativa in periferia in cambio del rilascio del deposito del
Monumentale su cui pesa la richiesta di un sequestro preventivo da parte
della Procura. Situazioni diverse, identico atteggiamento. Lo dimostra la
nuova alleanza tra il Comune e la Provincia sul Leoncavallo. Impensabile
fino a ieri con l'amministrazione Colli in sella. L'arrivo di Filippo Penati
ha cambiato le carte in tavola e dopo la Serravalle è in dirittura d'arrivo
una possibile soluzione per il Leonka. Il presidente di Palazzo Isimbardi
Penati e l'assessore ai Giovani di Palazzo Marino Aldo Brandirali si sono
incontrati l'altra sera alla cena organizzata dalla Compagnia delle Opere.
Dialogo semplice e conciso. Brandirali: «Lavoriamo insieme sul
Leoncavallo?». Penati: «D'accordo, è importante». I due si incontreranno
nuovamente settimana prossima. Intanto l'assessore di Palazzo Marino ha
incontrato sia la Fondazione «La città che vogliamo», sia la famiglia
Cabassi per studiare il piano di acquisto. Due le opzioni. La prima è quella
di tutti, maledetti e subito. Ossia la possibilità di trovare finanziamenti
pubblici e privati per poter comprare la vecchia stamperia. Sembra quella
più difficile. Più praticabile la seconda: Comune e Provincia potrebbero
offrire una permuta d'area ai Cabassi con i leoncavallini che rimangono
nella «loro» sede. La differenza di valore verrebbe messa dalla Fondazione
che ha a cuore il destino del centro sociale.
«È importante questo lavoro in comune con Palazzo Marino - attacca Penati -
perché trovare una soluzione per il Leoncavallo è un modo per far crescere e
per far fare un passo avanti anche agli altri centri sociali senza
istituzionalizzarli». «Quello che conta adesso è che tutti facciano la
propria parte - risponde Brandirali -. Compreso il Leonka che comunque deve
essere spremuto come un limone». Traduzione: «Stiamo pensando a una permuta
con un'area della Provincia o del Comune, ma la differenza deve mettere la
differenza».
«Anche noi abbiamo incontrato Penati - spiega il leader del Leoncavallo
Daniele Farina -. E abbiamo avuto ottimi segnali. Sarebbe il coronamento di
un lavoro durato anni. Qualcosa di riproducibile anche per le altre realtà
sociali milanesi. Dobbiamo correre. Sulla nostra testa pende la spada di
Damocle della sentenza giudiziaria». Soddisfatta anche Milly Moratti che fa
parte della Fondazione La città che vogliamo: «Ottima la collaborazione tra
Provincia e Comune. Auspico anche l'intervento della Regione, in modo che
tutte e tre le istituzioni lavorino per risolvere il problema. È il momento
giusto».