[Cerchio] Documento Cor per cui hanno arrestato i compagni d…

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Author: pkrainer
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Subject: [Cerchio] Documento Cor per cui hanno arrestato i compagni di pisa
Io non l'avevo mai letto: é il documento che era stato inviato anonimamente
ai compagni di Pisa perché lo pubblicassero sul giornale, e che ha condotto
al loro arresto. Gli sbirri lerci hanno sostenuto assurdamente che avevano
fatto finta di inviarselo, mentre in realtà lo avrebbero scritto loro. Che
si tratti di un'idea assurda, io l'ho ricavato dalla lettura: che perciò mi
pare utile. Mi pare utile aggiungere, visto che ci saranno di sicuro le
merde che lo diranno, che non credo si tratti di infiltrati, provocatori,
servizi, e simili

"Trovato, battuto e inviato a tutti per conoscenza il documento delle
COR

CELLULE DI OFFENSIVA RIVOLUZIONARIA

Primo documento chiarificatore.

Per un ritorno alle origini della lotta armata (L.A.) in Italia

La violenta repressione degli ultimi decenni da parte dello Stato ai
danni delle organizzazioni rivoluzionarie in Italia ha palesato la
necessità di un ritorno alle origini della L.A. nel nostro territorio.
Si tratta di riprendere in mano la situazione attraverso la
costruzione di un'organizzazione politico-militare che si assuma il
compito di praticare la guerriglia metropolitana come punto di forza
dell'offensiva dei rivoluzionari contro Stato e padroni. Tale
offensiva non può che svilupparsi attraverso l'azione diretta
organizzata clandestinamente, la quale, a differenza della risposta
spontanea e di massa, mostra evidenti vantaggi nello scontro sociale:
a) non si tratta di una "risposta" ad un precedente attacco della
borghesia, ma di un'offensiva accuratamente preparata contro obiettivi
mirati; b) l'azione armata non è condizionata e pertanto può scegliere
consapevolmente i suoi tempi, l'intensità dell'azione, i luoghi, gli
obiettivi. La scelta della L.A. per il comunismo è dovuta in principal
luogo al netto rifiuto di eterne "verità" teoriche di gruppuscoli
autoproclamatisi 'rivoluzionari', alle quali non segue mai una messa
in pratica della teoria rivoluzionaria. Oggi il proletariato è sotto
attacco (anche armato) della borghesia imperialista e delle sue
guardie: si respira un bisogno reale di fatti concreti e tangibili; le
risposte teoriche sulla 'fase non ancora matura' non solo non servono
a niente, ma sono un mezzo di indebolimento del proletariato
metropolitano e, dunque, un elemento portante delle strategie
anti-proletarie e contro-rivoluzionarie del potere. Occorre far
tornare a parlare la prassi rivoluzionaria. Non servono a niente i
proclami 'lanciati alle masse' contro la violenza della borghesia:
bisogna riportare in ogni città la violenza degli oppressi, degli
sfruttati, dei precari, degli 'ultimi', perché solo la violenza
proletaria organizzata può sbarrare la strada all'offensiva armata
dello Stato e della borghesia imperialista. La fase di arretramento
del movimento di lotta venutasi a creare negli anni Novanta non è
ancora chiusa. La rinascita di un movimento 'nuovo' non violento,
pacifista, interclassista, disobbediente civile, moltitudinario e
festaiolo, evidentemente, risente ancora del vuoto culturale della
fine del secolo scorso. In questa fase di regresso della prassi nello
scontro sociale, non sono maturi i tempi per l'elaborazione di
Programmi Immediati d'intesa con gli individui più combattivi della
classe per conquistare spazi di concreta autonomia proletaria. Non
esistono in Occidente 'spazi liberati'. Il bisogno di 'ricominciare
dall'inizio' la strada della L.A. significa seminare la consapevolezza
delle possibilità di ripresa di un'offensiva rivoluzionaria, per
raccogliere in tempi ragionevolmente brevi il favore delle frange più
attive nello scontro quotidiano contro Stato, Impero e padroni. Solo
allora si potrà ricominciare a parlare di Programmi Immediati
fattibilmente realizzabili. Solo allora la guerriglia potrà
conquistare più larghi strati sociali di proletari sul terreno della
L.A. Attualmente questa è una condizione inesistente, anche alla luce
dell'impegno totale militare dello Stato nel reprimere questa
evenienza. Dunque, la parola d'ordine su cui unirsi è colpire e punire
gli uomini e le organizzazioni del sistema per propagandare la L.A.
come strumento possibile e necessario nelle lotte sociali degli
sfruttati. Non ha senso oggi, qui ed ora, dividersi sulla base di
Programmi Immediati irrealizzabili o, peggio, sulla visione del mondo
liberato che verrà dopo la rivoluzione. Solo chi ha un mattone murato
al posto del cervello può pensare di porre discriminanti sulla società
post-rivoluzionaria. E non è neppure il caso di concedere la buone
fede a chi pone tali discriminanti: siamo di fronte nel migliore dei
casi a un sostenitore del settarismo gruppettaro debole e
sostanzialmente rinunciatario. Chiarito questo, specifichiamo il fatto
che non siamo avanguardia di nessuno. Non ci proclamiamo 'liberatori'
della classe operaia. Siamo un'organizzazione di proletari comunisti,
anarchici e antimperialisti che hanno colto che il divisionismo
settario è la causa della debolezza del fronte rivoluzionario nei
confronti del padronato e della sbirraglia. Non siamo, né vogliamo
essere - come sostiene la stampa borghese - la fotocopia di nessuno,
come pure non abbiamo l'ambizione di farci arruolare dalla più forte
organizzazione comunista combattente operante in Italia. E' vero,
però, che siamo pronti a collaborare con altre organizzazioni
rivoluzionarie combattenti per eventuali campagne comuni. La nostra
'ambizione', pratica e realizzabile, è costruire un'organizzazione in
Italia che sia anello di congiunzione delle componenti rivoluzionarie
comuniste combattenti, anarchiche insurrezionali e antimperialiste. Ci
piace ricordare la definizione che si dettero le Brigate Rosse:
".gruppi di proletari che hanno capito che per non farsi fregare
bisogna agire con intelligenza, prudenza e segretezza, cioè in modo
organizzato. Hanno capito che non serve a niente minacciare a parole e
di tanto in tanto esplodere in uno sciopero. Ma hanno capito anche che
i padroni sono vulnerabili nelle loro persone, nelle loro case, nella
loro organizzazione; che gruppi clandestini di proletari organizzati e
collegati con la fabbrica, il rione, la scuola e le lotte, possono
rendere la vita impossibile a questi signori" (BR, aprile 1971).

Per l'unione delle forze comuniste, anarchiche e antimperialiste

Non servono molti discorsi. Ideologismo, dogmatismo e settarismo hanno
portato una (di)visione gruppuscolare all'interno della componente
comunista extra-parlamentare legale, col solo risultato di discutere e
scannarsi su tutto pur di non fare niente. La situazione ha assunto
connotati assolutamente inoffensivi per il sistema. Non sfugge a
questa critica oggettiva neanche l'ala legalitaria anarchica e quella
'nostrana' antimperialista. E tutto ciò a vantaggio degli oppressori.
Chiediamo l'unione delle forze rivoluzionarie comuniste, anarchiche e
antimperialiste in un'unica organizzazione sulla base di semplici
constatazioni di carattere sia teorico che pratico: 1) la L.A. per il
comunismo è l'unica strategia possibile per la distruzione
dell'imperialismo in Italia (propaganda armata); 2) la L.A. 'italiana'
non può che essere un tassello delle lotte di liberazione che in ogni
angolo della Terra stanno portando la loro offensiva all'Impero
(internazionalismo rivoluzionario); 3) la sola messa in pratica
possibile, comprensibile ed unificante della L.A. avviene a condizione
che essa abbia fondamenta classiste, così da raggiungere questa
formula: la L.A. rivoluzionaria è lotta di classe anticapitalista; 4)
la struttura organizzata fornisce, rispetto allo spontaneismo, la
forza di calcolare i mezzi appropriati e i tempi adeguati all'azione,
pur consentendo alle componenti rivoluzionarie la maggiore libertà di
manovra su obiettivi condivisi; 5) nel rapporto con le altre
organizzazioni rivoluzionarie operanti in Italia (non necessariamente
italiana) il ruolo delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria sarà
quello di una totale collaborazione e di supporto pratico, in modo
tale che una Campagna condotta da una certa organizzazione diventi
anche la nostra Campagna, così da rafforzarne i risultati e aumentarne
la distruttività contro il nemico; 6) la 'classe di riferimento' cui
ci rivolgiamo è costituita dalle nuove frange proletarie emarginate
dal neo-liberismo totalitario: il proletariato della precarietà, della
mobilità, della flessibilità, della cassa integrazione, i disoccupati,
i lavoratori in nero, gli extracomunitari, gli extra-legali, i
prigionieri detenuti. E' questo lo strato sociale - oggi sotto
ricatto, vessato dalle pratiche distruttive e annientatrici del
padronato e dell'apparato dello Stato - che possiede in nuce tutte le
caratteristiche per trasformarsi in futuro proletariato metropolitano
rivoluzionario (quello, per intenderci, che 'non ha nulla da perdere
se non le proprie catene'); 7) obiettivo della L.A. è quello di
creare, in questa variegata e stratificata componente sociale, la
coscienza di classe. In questo senso l'attacco alle forze politiche,
sindacali e padronali deve essere accompagnato alla lotta serrata alla
militarizzazione del territorio (forze dell'ordine, carceri,
audio-video-sorveglianza, caserme, infami di ogni genere, ecc.),
perché, come i proletari sanno per averlo sperimentato sulla propria
pelle, "se la mobilità è l'arma che crea la stratificazione, la
militarizzazione è l'arma che nella stratificazione persegue
l'annientamento" (BR, direzione strategica 1980). Riteniamo che
soltanto la guerriglia crea coscienza unitaria di classe con la sua
prassi e, attraverso questa, propagandi se stessa; 8) non può esservi
separatezza tra l'aspetto politico e quello militare. La teoria a si
traduce e si esplica con la prassi, o è solamente una scatola vuota;
9) in caso di arresto le COR tengono la linea del non dichiararsi
prigionieri politici; 10) assoluta compartimentazione.

Precarietà e repressione: unico nemico

Una tanica di benzina, una Beretta o una Bernardelli sono le migliori
alleate di un'organizzazione rivoluzionaria. Gridare slogan, anche
violenti, in una manifestazione contro i padroni e le forze
dell'ordine può essere sicuramente piacevole, ma non è utile ai fini
del successo della propaganda armata. Le sole preparazione e
propaganda politiche, disgiunte dalle azioni militari, inchiodano i
proletari ad una condizione di inferiorità reale nei confronti della
borghesia, che da parte sua ha già dispiegato da almeno un secolo e
mezzo la sua iniziativa armata. Attualmente la violenza
contro-rivoluzionaria ha una potenza tale da superare quella dei
peggiori anni del Ventennio fascista. In effetti, la Repubblica
'democratica' non è fondata sull'antifascismo, ma ne è la sua
continuazione logica ed aggressiva. Oggi viviamo in una fase di
fascismo evoluto e mediatico. Ogni rivoluzionario che prende le armi
contro il sistema democratico-occidentale è da considerarsi un nuovo
partigiano per la libertà. La violenza armata della borghesia contro
il proletariato (attacchi padronali; processi e condanne contro
comunisti combattenti, anarchici, antifascisti, antimperialisti,
islamici, ambientalisti radicali; aggressioni poliziesche agli operai
scioperanti; manganellate sui disoccupati; violenze e torture nelle
caserme; rastrellamenti di prostitute, zingari, sfrattati;
militarizzazione dei quartieri più insubordinati; controllo
onnipresente; vita impossibile per i detenuti; assunzione di spie e
provocatori nelle fabbriche e nelle carceri; eccetera) è l'arma che
crea 'consenso' all'opera padronale e statale di precarizzazione delle
masse popolari. La precarietà è la condizione che la borghesia riserva
alle masse; la repressione è il mezzo per farla accettare. COLPIRE LA
PRECARIETA' E' INDEBOLIRE LA REPRESSIONE. ATTACCARE LA REPRESSIONE E'
MIGLIORARE LA NOSTRA CONDIZIONE SOCIALE. Un ultimo aspetto importante:
la L.A. deve essere condotta a tutto campo contro padroni, sbirri,
spie, politici, magistrati, giornalisti infami, scienziati delle
Multinazionali, sindacalisti, gerarchie militari e contro tutti i loro
collaboratori. Cercare di colpire un unico aspetto di questo sistema
rende più facile allo Stato organizzare la difesa. Uno spettro molto
più ampio di obiettivi politico-militari assicura alla L.A. una
possibilità di manovra e di riuscita maggiore grazie al non
trascurabile fattore sorpresa.

- NE' COI PATRIZI, NE' COI PLEBEI: CON GLI SCHIAVI!
- COLPIRE I RESPONSABILI POLITICI E SINDACALI DELLE CONTRORIFORME
GOVERNATIVE! - COLPIRE GLI UOMINI E I MEZZI DELLA CONTRO-RIVOLUZIONE!
- ATTACCARE I FAUTORI DELL'IMPERIALISMO AMERICANO-SIONISTA IN ITALIA!
- DISTRUGGERE IL CONTROLLO SOCIALE!
- STRUTTURARSI IN CONTINUITA' CON L'INTIFADA MONDIALE ANTIMPERIALISTA!
- CREARE OVUNQUE C.O.R.!
- "COMBATTERE INSIEME"!

Per il comunismo e la L.A. anticapitalista,
CELLULA ROMANA "MARIO GALESI"
CELLULA TOSCANA

P.S. Per la stampa borghese: la mancata o non corretta pubblicazione a
mezzo stampa di questo documento sarà ritenuta un attacco alla nostra
organizzazione e, come tale, sarà punito con la rappresaglia.





ALCUNE AZIONI ESPRESSAMENTE RIVENDICATE DALLE COR
(per argomento)

CONTRO IL SINDACALISMO DI REGIME
Pisa: ordingo con due candelotti di polvere pirica e due contenitori di
gas da campeggio fatto esplodere contro la sede dell'Unione Generale
del Lavoro (UGL); Roma: ordigno incendiario davanti ad una sede della
CISL;
Toscana: bossoli di proiettile calibro 9x21 inviati ai responsabili
provinciali della UIL a Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara.

CONTRO LA REPRESSIONE
Navacchio (PI): rogo di un box nel cantiere della caserma dei
Carabinieri in costruzione a S. Lorenzo alle Corti e minacce alla
ditta costruttrice; Pisa: rogo della ditta che costruisce la caserma
dei CC (Edilcostruzioni); Pisa: minacce ai progettisti della caserma.

FRONTE LAVORO
Pontedera (PI): minacce ad un dirigente della mensa della Piaggio
(ONAMA Spa) di Pontedera per aver fatto trovare uno scarafaggio negli
spaghetti di un operaio; Pisa: incendio dell'agenzia interinale Man at
Work;
Roma: distruzione della vetrina dell'agenzia interinale Kelly con un
candelotto di polvere pirica.

CONTRO I POLITICI
Pisa: incendio del portone dell'abitazione di un consigliere
circoscrizionale di Alleanza Nazionale (Giacomo Mannocci) e ferimento
del padre. Azione contro la raccolta fondi di Azione Giovani per
pagare le spese legali ai torturatori di Genova e Bolzaneto; Roma:
rogo ad una sede di AN;
Roma: rogo ad una sede di Forza Italia;
Pisa: in occasione della venuta di Antonio Di Pietro, recapitati 4
bossoli cal. 9x21 alla sede "Italia dei Valori" contro l'iniziativa
"Città Sicure" volta alla richiesta di incremento di controllo e
repressione; Calci (PI): rogo dell'auto del presidente provinciale di
AN (Marco Meucci); Pisa: rogo dell'auto di un Consigliere Comunale di
AN (Diego Petrucci); Pisa: minacce tramite sms al cellulare di
Petrucci e del consigliere di Forza Italia Luca Cavallini; Livorno:
minacce di morte a Paola Galli Coen, vedova di un mercenario
giustiziato a Nassiriya e candidata con la Casa delle Libertà; Pisa:
minacce ad un dirigente locale di Alleanza Nazionale (Gino Logli);
Pisa: minacce ad un consigliere circoscrizionale di Alleanza Nazionale
(Flavia Bargagli Stoffi); Calci (PI): minacce recapitate
all'abitazione del Sindaco esponente della Margherita. In tutte le
recenti lettere di minaccia, le COR hanno evidenziato di non essere
state scalfite dalla recente ondata repressiva nel pisano, rimarcavano
la totale estraneità ai fatti dei compagni anarchici de "Il Silvestre"
arrestati e sostenevano la necessità di vendicare ogni singolo giorno
di prigionia degli arrestati.


CONTRO LA STAMPA BORGHESE
Pisa: invio di un proiettile cal. 9x21 al giornalista Federico Cortesi
("La Nazione") che aveva accostato la nostra azione all'UGL a fenomeni
di rinascente neo-nazismo e ne aveva negato la reale dinamica; Milano:
la Cellula Romana delle COR invia un bossolo di proiettile cal. 9x21
con incisa una stella a 5 punte cerchiata alla redazione di Panorama.
Le minacce si scagliavano contro articli infami verso la compagna
prigioniera Nadia Lioce, il compagno anarchico Massimo Leonardi e la
lotta armata della resistenza irachena; Pisa: nuove minacce al
giornalista de "La Nazione" che sosteneva la nostra volontà di
"provocare una strage" con l'attentato di Calci.