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Lähettäjä: Giulio Maria Corbelli
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In questo momento (22.06.04) a Tel Aviv, Israele, nella Scuola superiore di
fotografia geografica sono esposte 200 fotografie scattate nei territori
occupati commentate da registrazioni di decine di soldati israeliani che
descrivono come l'esercito violi quotidianamente i diritti umani e come
molti soldati abbiano passatempi allucinati come sparare lacrimogeni contro
gruppi di ragazzini che stanno chiacchierando per divertirsi a vederli
scappare. La mostra s'intitola "Rompiamo il silenzio".
Nel frattempo in Usa sta per uscire l'ultimo film di Michael Moore
"Fahrenheit 9/11" che la Disney ha inizialmente cercato di non distribuire,
di non accettare nelle proprie sale e di distruggere in vari modi. Il film
ha vinto il Leone d'Oro a Cannes e si prevede che sara' visto da centinaia
di milioni di persone. Ma, incredibile, in questi giorni in Usa si fa la
coda per vedere altri 4 documentari di grandissimo successo popolare. "The
Corporation" rivela una serie impressionante di violazioni di qualunque
codice etico da parte di Ibm, General Electric, Monsanto, Pfizer e soci...
Applicando a questi comportamenti i criteri che servono per misurare
clinicamente la sanita' mentale umana "The Corporation" dimostra come queste
multinazionali sarebbero giudicate pazze criminali.
"Super size me" mostra gli effetti devastanti che riesce a ottenere il
regista alimentandosi per trenta giorni solo di panini McDonald's (sotto
stretta osservanza medica). Risultato colesterolo a 230, aumento di peso (12
kg.), fegato a pezzi e pressione sanguigna alle stelle.
"A day without a mexican" racconta di come sarebbe la California se
improvvisamente fosse privata del suo 30% di abitanti messicani: niente piu'
cameriere, sguatteri, insegnanti d'asilo e infermieri. Praticamente la fine
del mondo.
Ma non e' finita: sta per uscire anche "September Tapes" un finto
documentario sull'onda di "The blair witch project" recitato pero' da veri
soldati afgani, veri signori della guerra e veri poliziotti che interpretano
se stessi. Raccontano la storia inventata (ma non troppo) di un giornalista
che partecipa alla caccia a Bin Laden. In un dialogo tra il giornalista e un
vero generale dell'Alleanza del Nord questi, che interpreta se stesso,
racconta che gli Usa hanno avuto molte occasioni di catturare Bin Laden ma
non lo hanno fatto. Al ritorno della troupe in Usa il Dipartimento della
difesa ha sequestrato i nastri per oltre 5 mesi e a tutt'ora tiene in suo
possesso 8 ore di riprese. Il film uscira' comunque (anche se azzoppato e
con grande ritardo) e sara' presentato al festival del cinema indipendente
di Sundance, organizzato da Robert Redford.
Intanto sta riscuotendo un grande successo il romanzo "Sotto la pelle" di
Michel Faber, un olandese trapiantato in Scozia. La storia s'ispira
all'incontro realmente accaduto tra lo scrittore, che faceva autostop, e una
donna che gli diede un passaggio. Faber resto' colpito dall'esilita' di
questa donna, piccolissima, che "aveva i polsi tanto sottili che avrei
potuto spezzarli come un grissino". Lui le chiede come mai non abbia paura
di essere aggredita offrendo un passaggio a uno sconosciuto. Lei risponde:
"Mi rifiuto di vivere in un mondo in cui si e' costretti ad avere paura del
prossimo."