Lettera aperta al Presidente della Repubblica
Roma, 18 maggio 2004
Illustre Signor Presidente,
è in atto un'occupazione militare dell'Iraq, che sta provocando
morti e distruzioni, dopo quelle causate dalla guerra iniziata
unilateralmente dal governo Bush un anno fa.
Nessuno può oggi sostenere che in Iraq gli eserciti, compreso quello
italiano, stiano compiendo una missione di pace.
Il 2 giugno è l'anniversario della Repubblica, che, nata dopo le
tragiche esperienze della Seconda guerra mondiale e grazie alla
Resistenza antifascista, ha tra i suoi principi fondamentali il
ripudio della guerra, violato a nostro giudizio dalla partecipazione
di truppe italiane a quella che è di nuovo una guerra scaturita
dalla occupazione militare dell'Iraq.
In queste giornate segnate dal lutto, lo svolgimento della parata
militare del 2 giugno sarebbe vissuto come esaltazione della forza
delle armi, mentre andrebbe, proprio ora, riaffermato che la
Repubblica italiana ha come suo precetto costituzionale il ripudio
della guerra "come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali", secondo il dettato dell'articolo 11 della
Costituzione.
Certi della Sua sensibilità per questi drammatici temi, confidiamo
in un segno che le cittadine e i cittadini del nostro Paese
accoglierebbero come l'impegno del Presidente della Repubblica,
Comandante delle Forze armate, perché si ponga fine alla
partecipazione delle truppe italiane all'occupazione militare e agli
eventi bellici in Irak, e per perseguire la pace e la giustizia tra
i popoli in quella martoriata regione del mondo.
Con i nostri deferenti saluti
Il Comitato Fermiamola guerra
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