----- Original Message -----
From: "Joe" <flespa@???>
>che hanno visto il sabottaggio di un fronte
catodico compatto e trascolore.
ma se era pieno di militanti di ogni sorta, bandiere rosse, Bellaciao e
tutta la fuffa, dai! c'erano perfino i Cobas!
* C'è qualcosa che non quadra dal punto di vista logico. Io parlavo di
coloro che le manifestazioni hanno avuto "in gran dispetto", non di chi vi
ha preso parte.
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* Questi, Paolo, sono i soliti tuoi sogni. T'immagini maggioranze
maggioranze, non so; molta gente sì, mi par difficile che li conosca tutti
io
>anonime
schifate della "politica" e dei loro "rappresentanti" (che tuttavia
continuano a votare come automi implacabili)
be', siamo oltre il 25% che non vota; e nota che io, ad esempio e molti
altri schifati come me, di solito voto. Quindi anche chi vota non é detto
che abbia chissà quale fede nella politica. E' noto dsa sempre che non
esiste corrispondenza fra prassi sovversiva e comportamento elettorale. Dopo
il 1968, in Francia come in Italia, l'elettorato andava a destra...idem in
Messico dopo l'insurrezione zapatista. E' quasi un classico. Il fatto stesso
di votare, nello spirito di una rivoluzione incompiuta, pare indurre a
volgersi dispettosamente in braccio ai meno prossimi, o supposti tali. Forse
perché "dagli amici mi guardi Iddio...."
> e in cuor loro - molto in
segreto bisogna dire - rivoluzionarie. Anche se altro non vorrei che
sbagliarmi, temo si tratti di un delirio.
Joe
le rivoluzioni non le fanno soggetti che prima, erano divenuti rivoluzionari
nel chiuso della loro stanzetta; tutte le rivoluzioni nascono ad opera di
gente che, messa di fornte all'urgenza di liberarsi da una condizione
soffocante, scopre che può farlo solo con le forze proprie e lo fa. Le tue
parole, e lo prendo come il più lieto degli auspici, ricordano da presso
quelle di Ruge a Marx, alla vigilia del 1848 "Voi dite che vedremo una
rivoluzione politica, noi, i contemporanei di questi tedeschi? Voi sognate,
amico mio". Pochi mesi, commenta Debord, e la rivoluzione era là. La
rivoluzione é una combinazione fra necessità e libertà, desiderio di creare,
e urgenza di distruggere, che lievita nella relazione aperta fra chi
principia a decidere. In questo senso io vedo questa manifestazione (come
avevvo visto il G8 di Genova) come un'occasione di quelle da non perdere.
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