purtroppo non sarò in sede e di nuovo per fare delle cose verso una
opposizione continua alla guerra nemmeno questo mercoledi.
parto dai molti messaggi che si domandano cosa fare ora... per fare un
passo indietro
vi mando una letterina con la preghiera di tenerne conto come di un "voto"
quando per altre interminabili riunioni cercherete di trovare la quadra tra
rappresentanze e sfumature che non hanno ancora compreso che siamo "in una
altra fase della storia" e che non é bilanciando ma spingendo e tenendo
più alto possibile la tensione di resistenza che, e se mai, avremo una
influenza.
scontiamo certo il voler far credere che tutti volevamo la stessa cosa e
facevamo la stessa cosa, quando non é chiaramente proprio cosi.
scontiamo il ritardo continuo sui fatti, quindi di iniziativa, ma anche e
profondamente di morale, che certamente già afflitto da quello che succede,
non dovrebbe esserlo ancor più dalla scelta di far prevalere
rappresentanze, opportunismo, paura di dichiararsi, mancanza di solidarietà
reciproca e sospetti di protagonismo.
scontiamo di non aver realizzato che un solo pezzetto di quello che lo
spiraglio delle lotte internazionali e di genova facevano intravedere (il
pezzetto che io chamo "two é megl che one", una astuzia tattica), siamo
debitori per aver dato al cottimo di vecchie strutture il neonato
potenziale di condivisione delle prospettive, la neonata possibilità di
verificare ed articolare neoliberismo e la sua guerra (in questa fase
necessaria), di aver temuto per il ruolo, per il posto, per lo status, per
la rappresentanza,e senza volerlo ammettere, fino a diventare cosi poco
capaci di usare bene le nostre energie ed intelligenze. dico per me e dico
a tutti noi.
faccio il semplice esempio della incapacità di pronunciarsi sul ritiro
delle truppe come necessario ed immmediato. lasciando cosi vivere la
necessaria distinzione dei ruoli tra partiti istituzionali (che pure si
sono schierati tra loro) ed un movimento che poteva coerentemente ed
indipendentemente (che non significa senza parlarsi) scegliere la sua
prospettiva di chiarezza.
non é vero che è equivalente né in linguaggio e nemmeno ed ancor più in
realtà chiedere il ritiro immediato o in poco tempo o tra un po.
non é compito di chi le missioni di pace, l'osservatorio in itraq, il
lavoro sul campo, la contestazione dei trasporti di guerra, la
disobbedienza a questi, la opposizione agli equilibrismi anche della
sinistra istituzionale ha criticato (chiedendo che avesse invece un ruolo
di promuovere la fine della occupazione), non é suo compito indicare la
soluzione del conflitto.
un conflitto c'é o non c'é e se cessa la ragione e la presenza del
conflitto, allora emergono nuove configurazioni ed allora nuove
interlocuzioni.
le premesse come movimento contro la guerra, sia italiano che
internazionale , come detto sopra, le abbiamo poste.
eppure dal mese di novembre, abbiamo ottenuto solo progressioni insulse
nella opposizione alla guerra in questo contesto genovese.
ogni azione é stata smorzata o anche boicottata di fatto da comportamenti
attendistici che aspettavano gli altri, i partiti, e che ponevano le loro
appartenenze come realmente rappresentative, ma di cosa, numeri ???
(avessimo almeno visto quelli!) esiti di votazioni non esistenti nelle
organizzazioni?? non certamente di un cosciente e concreto sforzo di
analisi e di strategie per opporsi alla guerra, questa guerra necessaria,
neoliberista e anche sfacciatamente portatrice di altre guerre e di
schiavitu per gli afgani, iracheni, palestinesi e altri nel futuro. non
parlo a caso di schiavitu, ciascuno elabori il suo concetto arcaico e
storico di schiavitu e faccia il paragone con chi vive in uno dei
summenzionati paesi occupati.
allora certo il volantino, certo la partecipazione a milano, certo che la
opposizione continua alla guerra deve divenire più visibile con e senza
appelllo dei rapitori (e su questo ultimo episodio moltissime cose ci sono
da dire che ora però possiamo dire magari dopo di aver fatto la
manifestazione di milano perché sarà importante farne una valutazione
collettiva e analitica e magari più informata per il futuro), certo magari
collegarsi e contribuire alle campagne nazionali ed internazinali, certo
sopratutto tutto il buon lavor che per litigare su un volantino ci si
dimentica che tante e tenti stanno comunque facendo in molte sedi,
ma certo sopratutto che bisogna uscire dal cencelli dei coordinamenti delle
rappresentanze, fare respirare la mente ed il cuore e portare avanti
rapporti interpersonali costruttivi.. in fondo un mondo senza guerre siete
proprio sicuri di saperlo vivere da oggi nello stesso cammino che stiamo
percorrendo insieme???
e non é una domanda poco pertinente
a dopo il 1 maggio
pm
Paola Manduca, Prof.
Dipartimento di Oncologia,Biologia e Genetica
Università di Genova
4°piano, Palazzo delle Scienze
26, C.Europa
16132, Genova
Tel.& Fax 0039-010-353 8240
Email man-via@???