La politica delle bombe
Ci risiamo. Genova sembra diventata un campo di sperimentazione delle nuove
strategie del terrore e della tensione: dallordigno sotto i cancelli della
piaggio prima della manifestazione per i curdi nel '99, a quelli, vere e
finte, che hanno accompagnato lorganizzazione delle manifestazioni contro
il g8 nel luglio 2001, dalle bombe piazzate nei giardini della questura il
9/12/2002, pochi giorni prima della manifestazione dei movimenti del 14/12
nella stessa città, fino ad arrivare naturalmente a quelle di ieri, che
continuano ad alimentare un clima di tensione teso a minare la solidarietà
verso gli antifascisti arrestati nei giorni scorsi e a intorbidire sempre
più le acque in cui si stanno svolgendo i processi sui fatti del g8.
Il solerte questore di Genova aveva già in mente dove rintraciare i
possibili responsabili di questultimo attentato: nei centri sociali. Il suo
arbitrario e scorretto accostamento purtroppo non ci stupisce, sono anni che
si prova, fortunatamente senza successo, ad indicare questi spazi di
aggregazione sociale e di elaborazione politica come lacqua in cui navigano
i terroristi. Che venga! Venga a vedere, lui e i suoi investigatori che si
fanno mettere le bombe sotto il naso e non riescono o non vogliono capire
chi è stato, cosa mettiamo dentro i nostri centri sociali: sogni, speranze e
la determinazione nel costruire un mondo diverso, migliore. Venga ancora una
volta a perquisire i nostri spazi, le nostre case, e scoprirà che le uniche
bombe che fabbrichiamo sono quelle con la mariujana dentro (ma per
trovarle è meglio che aspetti ancora qualche giorno: è proprio il periodo
della festa della semina!).
Qualcuno probabilmente vorrebbe vederci ricorrere a questi metodi. Niente
sarebbe più gradito a coloro che vedono nei movimenti sociali un fattore
destabilizzante del sistema politico che questi diventassero la versione
indigena e italiana del terrorismo internazionale. Di fatto, ogni volta che
abbiamo preso la parola per difendere lo stato sociale o per rivendicare
diritti di cittadinanza per tutti, per denunciare le iniquita della
globalizzazione neoliberista o la disumanità dellistituzione dei cpt per i
migranti, ci hanno accusato di essere il brodo di cultura del terrorismo.
Sfortunatamente per loro, non è così. E non sarà così. Le politiche delle
bombe e delle stragi sono distanti anni luce dal modo aperto e pubblico in
cui portiamo avanti le nostre lotte, così come è distante dalle nostre
pratiche linfamante accusa di rapina portata ai tre antifascisti arrestati,
ai quali, convinti della loro estraneità ai fatti, va la nostra solidarietà
e per i quali chiediamo limmediata scarcerazione.
Non sappiamo chi si diletta a mettere in giro bombe, ma sappiamo chi
colpiscono e quali interessi difendono. Queste bombe sono utili solo a
criminalizzare chi costruisce e pratica l'antagonismo sociale, e a
giusitificare la repressione indiscriminata verso tutti coloro che
combattono per la pace e contro l'ingiustizia. I cosiddetti terroristi,
manovrati dai servizi segreti o genuini che siano, fanno gli interessi delle
élite dominanti e, come le recenti assoluzioni per gli esecutori della
strage di Piazza Fontana stanno a dimostrare, rimangono solitamente
impuniti. Chiunque essi siano, consapevolmente o inconsapevolmente, oggi
come negli anni 70, colore che piazzano ste bombe fanno felice chi ci
governa e assicurano lo stipendio a inquirenti, forze dell'ordine, forze
speciali, agenti segreti e, come da copione, diffondono allarme e con esso
sorveglianza generalizzata. Ma a differenza della vecchia strategia della
tensione, ora nel mirino degli inquirenti non c'è chi pratica la lotta
armata ma chi alla luce del sole sta già costruendo un mondo nuovo.
Chiunque voi siate, sappiamo che il vostro nemico principale sono i
movimenti, la moltidutine di soggetti che ha deciso di utilizzare come
uniche armi le proprie parole per costruire un altro mondo possibile.
Chiunque voi siate, sappiate che non ci faremo intimidire dalle vostre
strategie per portare terrore e tensione.
Chiunque voi siate, stateci lontani.
Centro Sociale Occupato Autogestito
Terra di Nessuno
Via B. Bianco 4 Genova
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