[Lecce-sf] Re: le vie del canto notturno

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Auteur: Gaetano Bucci
Date:  
Sujet: [Lecce-sf] Re: le vie del canto notturno
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Cara Luisa,
tu sai che oramai odio la salentinit=E0 e tutti i suoi sicofanti...ma =
questo testo che hai spedito =E8 veramente lirico,letterario, pieno di =
suggestioni di cristianesimo comunitario delle origini.Non sapevo di =
questi riti prepasquali di Sannicola (eppure mia nonna era di =
Alezio).Viene veramente voglie di vagare ,felpati e sonori , nelle albe =
dell'ambigua primavera o nello scampanare della Pasqua per la =
via...purch=E8 non sbuchi ,all'improvviso e senza quel neppure minimo =
di preavviso, winspeare o ajo malojo o qualche antropollogo cospargitore =
di untuoso rossetto...baci.nin=EC.
----- Original Message -----=20
From: luisa rizzo=20
To: forumlecce@???=20
Sent: Thursday, March 25, 2004 10:48 AM
Subject: [Lecce-sf] Re: le vie del canto notturno


nini' ... non e' obbligatorio partecipare
ma visto che cortei non se ne fanno
almeno questo .... dimostra che in natura l'alba prima o poi arriva
meglio che in/cultura no?

(perdonino i bravissimi organizzatori
la de/contestualizzazione arbitraria inevitabile ed=20
involontaria assonanza in terra di riti e di chimere)

luisa
-----------------------------------------------------------

At 19.58 24/03/04, you wrote:

    Sannicola (LE). Tutti in strada a cantare fino all'alba. Primo =
appuntamento sabato 3 aprile.
    =20
    =20
    A piccoli passi si avvicina mezzanotte. E piccoli passi affiorano =
dal silenzio: sono quelli dei cantori della Passione. A Sannicola (LE) =
quando l'alba della Domenica delle Palme =E8 ancora dall'altro lato =
della clessidra, le strade si colorano di nenie intrecciate alla =
malinconia delle chitarre, al ticchett=ECo sussurrato dei tamburelli e =
al lamento quasi ossessivo delle fisarmoniche. Un avvertimento. Un' =
anticipazione. Si d=E0 notizia musicata del pathos millenario che =
avvolge la Settimana Santa. Tonalit=E0 luttuose abbracciano i pensieri. =
Mentre i calvari contemporanei ritornano tracciati di sangue fra le =
guerre che l'uomo erge a dimostrazione dell'evoluzione dal cavernicolo =
che usava pietre e fionda. Ha un colore strano la notte. Capita, mentre =
si =E8 circondati dagli strumenti musicali che rimbalzano note in =
dialoghi extraumani, di staccarsi dal suolo e vagare nell'altrove, =
visitando i luoghi angusti in cui i pretoriani di oggi flagellano quel =
che resta di un'umanit=E0 messa ai margini. O guardando occhi di madri =
fermate alle frontiere, poco pi=F9 in l=E0 del cuore. O mani con i =
chiodi dell'indifferenza conficcati e cuciti nella parola "aiuto", che =
ci fa piacere sia scritta con inchiostro simpatico.
    Mentre le stelle sono buchi di luce sul circo del mondo, la vita di =
Ges=F9 Nazareno viene sintetizzata in strofe dialettali antiche come un =
ricordo. "Santu Lazzaru" o "Lazzarenu" viene battezzata la processione =
sonora che a Sannicola coinvolge e lega insieme molte generazioni. Dai =
vecchi, che ancora sono maestri di occhi e autenticit=E0, ai pi=F9 =
piccoli, che viaggiano nella dimensione del mistero per un rituale che =
non comprendono pienamente. In mezzo ci sono le et=E0 di mezzo. Gli =
adolescenti allungati, che un po' per moda, un po' perch=E8 ci credono =
davvero, rivivono la tradizione di un canto d'anima che squarci i =
silenzi dell'attesa. Come se da un momento all'altro debbano spuntare i =
soldati romani diretti al Gets=E8mani.
    Del travaglio che ondeggia e scuote la Settimana Santa, rimane una =
catarsi che si manifesta la mattina di Pasqua. Quando ancora mattina non =
=E8. La velocit=E0 s'impossessa delle dita che danzano follemente su =
chitarre, fisarmoniche e violini. Il balbett=ECo che bussava ai =
tamburelli diventa ora t=F9rbine senza tregua. Qualcuno accenna una =
danza roteante sull'asfalto. Sono "Le Matinate" (canti del mattino), =
risurrezione della voce per dar voce alla risurrezione. Liberazione =
delle corde vocali, legate come corde di campane quaresimali. Un grosso =
ragno-poi-espande il dominio sulla notte e prende nella tela anche San =
Paolo e le sue tarantate, bollino e marchio di un Salento modernamente =
antico. Fino allo spuntare di un grande tamburello nel cielo. Il sole =
della primavera che batte e ribatte sul cammino degli umani. E' tempo di =
rientrare a casa. Con le ceste di vimini in cui galleggiano uova, dolci =
in forma di colombe e doni offerti da chi =E8 stato felicemente =
svegliato dai suoni di piccole orchestrine improbabili. Ma sincere. Chi =
avr=E0 voce d'altri tempi torner=E0 in quelle stesse case per le =
"Ringraziate", come gesto di cortesia e gratitudine. E sar=E0 gi=E0 la =
Domenica "In Albis".
    Il mattino fiorisce impercettibile. Il mondo continua altrove. La =
clessidra ha finito i granelli. L'anno prossimo torneremo a girarla.
                                                   Alessandro Errico


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    Un' anticipazione. Si d=E0 notizia musicata del pathos millenario =
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    dal suolo e vagare nell'altrove, visitando i luoghi angusti in cui i =


    pretoriani di oggi flagellano quel che resta di un'umanit=E0 messa =
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un canto=20
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travaglio che=20
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    mattina di Pasqua. Quando ancora mattina non =E8. La velocit=E0 =
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violini. Il=20
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tregua.=20
    Qualcuno accenna una danza roteante sull'asfalto. Sono "Le Matinate" =
(canti=20
    del mattino), risurrezione della voce per dar voce alla =
risurrezione.=20
    Liberazione delle corde vocali, legate come corde di campane =
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    San Paolo e le sue tarantate, bollino e marchio di un Salento =
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    antico. Fino allo spuntare di un grande tamburello nel cielo. Il =
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    <B>Alessandro Errico</B></BLOCKQUOTE></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>


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