[Cm-roma] Il fenomeno IAS

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Author: Oltre
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Subject: [Cm-roma] Il fenomeno IAS
Se ne era parlato in lista qualche tempo fa...

Cosa succede in città: il fenomeno IAS.

Gli Illegal Art Show sono più clandestini dei rave ma aperti a tutti quelli
che vogliono fare arte in strada.
Resisterete al contagio?

Articolo di Marco OCCHIPINTI.

È nato a Milano, ha già contagiato Bologna, Roma e Torino, si sta
diffondendo nei capoluoghi di mezza Italia, e se non siete ancora inciampati
nell'las, ossia Illegal Art Show, arrendetevi: presto o tardi il nuovo
fenomeno della scena artistica underground italiana contagerà anche voi.
Anche perché sottrarsi è praticamente impossibile: l'Ias è una vera e
propria mostra a cielo aperto, improvvisata in un qualsiasi luogo pubblico
cittadino (una piazza, una stazione degli autobus o del metro) senza alcuna
autorizzazione. Da qui la definizione di Illegal Art Show: perché, che sia
arte o meno, certo la performance avviene senza pubblica concessione.

Qualcuno li ha già ribattezzati i rave delle arti, visto che proprio sul
modello dei rave si è invitati allo show una volta al mese, all'ultimo
momento, via mail o tramite flyer ciclostilati. Ma la provocazione finisce
qui: niente droghe, né violenze, solo arte, appunto. Il testo dell'invito?
«Chiamata alle arti per una mostra non convenzionale aperta a tutti:
pittori, disegnatori, fotografi, fumettisti, scultori, musicisti,
street-artist, artisti multimediali, installatori e decostruttori
ambientali». I destinatari? Chiunque «da protagonista o spettatore abbia
voglia di immaginare una città diversa in cui l'arte è libera di rompere le
cornici che la costringono dentro musei e gallerie».

ORGANIZZATORI E MANIFESTO.

Benché il nome possa ingannare, l'Illegal Art Show è un fenomeno tutto
italiano. L'idea viene a due amici, Jacopo Perfetti e Daniele Zannaro,
giovani studenti di Scienze della Comunicazione alla Bicocca di Milano, che
insieme ad altri cinque ragazzi nel novembre 2002 danno vita al Taz
Movement, «associazione culturale che si pone come obiettivo il vivere
artisticamente liberi». Ognuno di loro a suo modo ama e sperimenta l'arte.
Il nome Taz richiama le «zone temporaneamente autonome» dell'americano Hakim
Bey ma i ragazzi ci tengono a non essere fraintesi. «Chiamatelo tributo, ma
non chiamatela completa adesione», spiegano sul loro sito.

«Anche i Pink Floyd prendono il loro nome da Pinkney Anderson e Floyd
Council: ma non per questo sono stati i portavoce di una musica non
loro...». Insomma, il Taz Movement rivendica la propria originalità e, come
tutte le avanguardie che si rispettino, ha un suo manifesto. Che annuncia
«la necessità di portare l'arte a tutti, perché tutti hanno il diritto di
viverla e esprimerla». Con queste linee guida, più di un anno fa l'Illegal
Art Show è nato a Milano.

Oggi, alla sua 14esima edizione, ha esportato le mostra illegale a Bologna
(ultimo appuntamento il 23 Febbraio a Piazza di Porta San Donato) e a Torino
(il 27 febbraio in via delle Rosine). A Roma invece (primo Ias alla stazione
Cipro, metro A, il 20 febbraio), l'iniziativa è stata lanciata da
Contemporanea Mente, gruppo di universitari che si occupa di arte e
creatività, e Guerriglia Marketing, agenzia di comunicazione nata
dall'incontro di precari e professionisti del settore, e che ha scelto come
logo le opere di Bunsky, l'artista londinese che ha «messo al muro» la
Gioconda.

LE REGOLE DEL GIOCO

Prima regola: «Non ci sono molte regole».

Secondo: «Nel momento in cui si decide di partecipare non è possibile sapere
quanto durerà e quanti artisti ci saranno. Tutto è sorpresa. Arte intesa
nella sua piena universalità».

Terzo: «L'evento si svolge ogni ultimo lunedì del mese, in sedi diverse».
Perché proprio di lunedì? Risponde lacopo, l'ideatore: «II lunedì
rappresenta l'inizio della stereotipata settimana lavorativa. Il lunedì è il
giorno di chiusura delle gallerie d'arte. Nella nostra utopia, vorremmo che
tutti si prendessero un giorno di ferie al mese per dar spazio al proprio
bisogno d'arte».

I FREQUENTATORI.

La reazione della gente che si imbatte in uno Ias è la più varia «C'è chi
guarda, chi chiede», racconta il giovane della Bicocca, «chi ascolta, chi
tira dritto, chi torna a casa a prendere i propri lavori per venire a
esporli..». Non tutti la prendono bene: c'è anche chi chiama la polizia, che
arriva regolarmente. «Uno Ias», racconta Iacopo, «riceve sempre una visita
della polizia. Chiedono l'autorizzazione, a volte chiedono qualche
documento, ma poi se ne vanno: non diamo fastidio a nessuno I problemi
maggiori qui a Milano li abbiamo avuti in piazza Gramsci, a due passi da
Corso Sempione, una delle piazze più tirate a lucido della città un'artista
stava realizzando un murales enorme... ».

GLI ARTISTI.

Sono centinaia gli artisti che in questi mesi partecipano agli show. Tra i
tanti, gli sticker artist più conosciuti: l'Abbominevole di Milano e JB Rock
di Roma. Il primo noto per il suo adesivo tormentone che ritrae un cavallo
con dietro un omino, stilizzati in un improbabile amplesso. Il secondo per
le figure a due colori di personaggi famosi che colpiscono la sua
immaginazione: Charles Bronson, Nicholson, Mao, Bin Laden, Saddam, fino
all'ultimo arrivato Mastro Lindo. Sergio Voci, milanese, costruisce invece
installazioni sfruttando di volta in volta il contesto esterno dello Ias.
Per dare un'idea, per lo show all'Anfiteatro Martesana, che si affaccia sul
naviglio, ha proposto un'installazione con megafoni e lettori cd
galleggianti nell'acqua. Matteo Palma, artista concettuale milanese,
costruisce e dipinge l'opera lì per lì. The Freshguy, romano, espone le sue
foto sul nomadismo metropolitano scattate in giro per il mondo e proietta i
video delle sue mostre situazioniste, realizzate nei vagoni della metro
capitolina. La galleria virtuale romana Studio 14, mostra i megadipinti pop
della pittrice Max Paloscia. Daniele Movarelli si diletta con illustrazioni
metropolitane su cartone e compensato. Tantissimi gli artisti sconosciuti,
come l'Anonimo di Firenze, che all'Art Show di Roma ha portato un telo di 50
metri con su dipinta un'indecifrabile sequenza di numeri.

LE PROSPETTIVE.

Di certo si sa che l'Illegal Art a Milano si concluderà a giugno, con la sua
diciassettesima edizione. «Da quel momento in poi lo Ias, a Milano sarà
riproposto solo sporadicamente», spiega l'ideatore. «Abbiamo già tante nuove
idee, a giugno concludiamo un ciclo, anzi un percorso non casuale». Iacopo
sorride e mostra una mappa di Milano: congiungendo le location degli Ias
milanesi, saltano fuori le lettere T, Z, M, cioè la sigla del taz movement
«Vogliamo lasciare un marchio ideale e artistico sulla metropoli». Le
prossime date certe sono il 26 marzo a Roma, luogo ancora segreto, e il 29
marzo in piazza Giulio Cesare, zona Fiera, a Milano. Come è normale per un
rave delle arti, ancora non si sa nulla dei prossimi appuntamenti di Bologna
e Torino. Quando sarà il momento l'invito sarà diramato in rete. Non
affrettattevi a rispondere. Come recita la «chiamata alle arti», «siete
tutti invitati al contagio... ».

Dove li trovo? Ecco la rete.

www.guerrigliamarketing.it Sito dell'atipica agenzia di comunicazione tra i
promotori dell'Illegal Art Show a Roma. Lancia provocazioni mediatiche e
campagne di interferenza culturale.

www.illegalartshow.com E il sito ufficiale dell'Illegal Art Show in Italia.
Ci trovate le foto delle passate edizioni, date e prossimi appuntamenti, le
indicazioni per partecipare.

www.tazmovement.com E' il sito dell'associazione culturale che ha inventato
l'Illegal Art Show e che propone la filosofia del vivere artisticamente
liberi. Ci trovate manifesto, progetti, e biografie degli aderenti.

Tratto da "Musica di Repubblica", n. 406 del 4 Marzo 2004.
Anche online su http://oltre.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=128433 .