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sulla guerra non si può "astenersi"
Salve a tutt*
Dunque, sembra proprio che la discussione parlamentare sulla proroga della
missione in Iraq si svolgerà in senato il prossimo giovedì 12 febbraio(alla
camera non so, sto indagando).
Purtroppo, come previsto, il maggior partito di opposizione, i DS, non
voterà contro la propoga della "missione" delle forze armate italiane, ma
uscirà dall'aula
Da tempo stiamo pensando, come persone appartenenti o no alla rete per la
globalizz., ad una presenza nonviolenta di protesta sotto la sede genovese
dei DS, che si trova in piazza De Marini. (zona Sottoripa).
Proponiamo a chi desidera condividere questa iniziativa di raggiungere la
piazza portando bandiere della pace , cartelli, mostre fotografiche,
chitarre, ecc:
Agli impiegati , ai funzionari ed ai militanti che entreranno o usciranno ed
ai passanti cercheremo di spiegare le nostre ragioni, in modo non
aggressivo: gli argomenti non ci mancano.
Non abbiamo ancora definito il dettaglio dell'orario: ci sarebbe piaciuta
una presenza che durasse l'intera giornata, o per lo meno partisse dalle
prime ore del pomeriggio. Fateci sapere che cosa ne pensate
Per maggiore informazione, incollo una parte di un articolo comparso sul
Manifesto del 5 febbraio, ma notizie significative su questo argomento si
trovano sui giornali ed in rete.
a giovedì
Norma Bertullacelli
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Dal manifesto del 5 febbraio
Iraq, triciclo renitente al voto
I partiti della lista unitaria pensano di uscire dall'aula sul decreto che
finanzia la missione
COSIMO ROSSI
ROMA
L'ultima trovata sarebbe quella di uscire dall'aula. Certo è che, dal
momento che la maggioranza non concederà lo stralcio del voto sulla missione
in Iraq da quello sugli altri contingenti militari all'estero, i partiti del
triciclo (Ds, Margherita e Sdi) non vogliono avventurarsi verso un sano e
robusto no - come invece propugnano minoranza Ds, Pdci, Verdi, Rifondazione
comunista, associazioni pacifiste e cattoliche, alcuni parlamentari della
Margherita. Basta il risultato del voto dell'altra notte in commissione
difesa della camera ad anticipare la lacerazione prossima ventura tra i
parlamentari delle opposizioni, dell'Ulivo e del triciclo: astenuti gli
esponenti che fanno capo al listone prodiano (con l'eccezione del no, a
titolo personale, del margheritato Bedin), contrari tutti gli altri. Con
tanto di dispetto da parte della Casa delle libertà, che ha manovrato i
tempi parlamentari in modo che il primo voto, quello del senato, cada
proprio alla vigilia della convention sulla lista unitaria ulivista del 13 e
14 febbraio al palalottomatica di Roma. L'aula di palazzo Madama discuterà
infatti il decreto di finanziamento delle missioni militari italiane
all'estero il prossimo 12 febbraio, tanto per dispensare altri veleni sulla
kermesse prodian-dalemiana.
Forse anche per questo l'ipotesi che si sta facendo strada è proprio quella
della ritirata strategica, cioè della diserzione dell'aula. All'insegna
della riduzione del danno, insomma. E non è del tutto un'illazione neanche
il fatto che in seno ai partiti impegnati nella lista unitaria si sia
ragionato si affidare a portavoce unici la dichiarazione di (non) voto.
Massimo D'Alema alla camera e Lamberto Dini al senato, ipotizzava ieri sera
il sito di Repubblica on line scatenando la «sorpresa» del correntone con
annesso «auspicio» di smentita: tanto sugli speaker che sull'annunciato voto
di astensione. Conclusioni affrettate, come si sono precipitati a smentire
gli uffici stampa di Ds e Margherita. Ancorché l'argomento si stato
effettivamente posto all'attenzione nel corso del filo diretto sempre aperto
sulla questione irachena.
(....)