[NuovoLaboratorio] Dal proletariato ai no global. La Bad God…

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Author: antonio bruno
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Subject: [NuovoLaboratorio] Dal proletariato ai no global. La Bad Godesberg di Bertinotti
dalla Repubblica

ROMA- Anche abbandonare una storia, rimanere comunisti di nome ed esserlo
sempre meno di fatto, =E8 una lunga marcia. E lenta, e problematica, a volte
noiosa nello sforzo di essere una cosa seria, non una "svolta" da
annunciare in tv e basta. Fausto Bertinotti scrive, risponde, puntualizza,
corregge spostando sempre un po' pi=F9 in alto l'asticella, magari solo di
qualche centimetro alla volta ma a lui sembra l'unico modo per saltarla
davvero. Niente abiure, nel frattempo continuiamo a dirci comunisti,
avverte. Si pu=F2? Lui dice di s=EC, declinando in maniera nuova il concetto=
,
la storia, contagiandola con la realt=E0. =C8 una Bad Godesberg allungata, u=
na
corsa a tappe, non uno sprint, che si arricchisce ogni giorno di
ragionamenti, lettere, interviste, convegni, di tante "svolte". =C8 il
"confronto delle idee" nel solco dell'unica parte della tradizione
comunista, quella intellettuale, che il segretario di Prc ha deciso di
salvare. Ovviamente il comunismo =E8 stato qualcosa di pi=F9 dei confronto
delle idee. =C8 stato culto, ideologia, "religione", si =E8 fatto tragicamen=
te
Stato per milioni di uomini. E qui il segretario di Rifondazione non ha
dubbi: la statua deve lentamente ma inesorabilmente venire gi=F9.
In questi ultimi due anni, Rifondazione ha scattato alcune nuove fotografie
della storia comunista dannando il massacro di Kronstadt e i gulag "15 - 20
milioni di persone sterminate". Cancellando dal suo Statuto i richiami allo
stato leninista e agli insegnamenti di Gramsci. Rileggendo la Resistenza
"per lavorare sui nostri errori". Scoprendo le foibe e ammettendo che sono
state per tanto tempo "minimizzate". Impegnandosi quindi a sciogliere il
legame con il '900 e scegliendo l'adesione a una logica totalmente
non-violenta della politica.' Non caso Bertinotti ha "ripudiato" gli
episodi pi=F9 cruenti della storia comunista. L'approdo =E8 quello del
pacifismo assoluto, =E8 il suo indirizzo offerto ai movimenti, alla piazza,
ai no global.
Durante il cammino, la domanda =E8 sempre stata la stessa: bene, allora siet=
e
pronti a cambiare nome, ad abbandonare la "ragione sociale" comunista?
Anche la risposta di Bertinotti =E8 rimasta uguale: "Noi siamo comunisti". M=
a
con mille punti interrogativi, critici, problematici. Non quelli del secolo
scorso. Oggi il comunismo di Bertinotti =E8 un "processo aperto e
indefinito", come ha scritto in una lunga lettera di risposta a Adriano
Sofri sull'Unit=E0. Una definizione di per s=E9 rivoluzionaria visto che il
comunismo non aveva niente di indefinito, era regola, disciplina,
autoritarismo. Basta rileggere, 64 anni dopo, Buio a mezzogiorno di
Koestler. Se =E8 cos=EC, se il comunista di oggi dev'essere tanto
diverso da quello di ieri per stare nel mondo del terzo millennio, Sofri
chiede al segretario di Prc se sia giusto usare la falce e martello solo
come bandiera o nostalgia. Bertinotti parla di nuovi obbiettivi di un
cambio di soggetto politico dal proletariato al "movimento dei movimenti".
Ma alla fine allarga le braccia: "Non saprei come chiamare questo compito
se non comunismo".
Eppure sempre di piu' di comunista Bertinotti lascia che nella vicenda di
Prc rimanga soltanto il nome. Viene reciso il cordone ombelicale con
l'ideologia, con il "grande cambiamento promesso" nel nome del quale il
comunismo ha perpetrato i suoi "orrori". Nell'intervista a Repubblica sul
dibattito aperto da Sergio Segio a proposito delle possibili infiltrazioni
Br nel movimento, Bertinotti ha usato le forbici della memoria: "Non mi
appartiene pi=F9 il Brecht che diceva: Vogliamo un mondo gentile ma per
averlo non possiamo essere gentili". Oggi la scelta non pu=F2 essere altra
che respingere ogni atto di violenza". Dopo quelle parole ha aperto un
confronto con Marco Revelli e Paolo Mieli sui rapporti tra comunismo e
violenza politica. E ha rialzato l'asticella organizzando a met=E0 dicembre =
a
Venezia un convegno sulle foibe, "minimizzato", esempio di come anche
"dalla parte dei giusti c'=E8 stata oppressione e soppressione di umanit=E0"=
,
l'occasione per "estirpare la violenza entrata in noi". Quell'appuntamento
ha celebrato anche rivisitazione di alcuni passaggi che il comunismo
italiano aveva trasformato in bandiere indelebili. "C'=E8 stata
un'angelizzazione della Resistenza. Sar=E0 pure un problema se Pavese scrive
del suo orrore per il sangue e Pintor ci racconta del ribrezzo per le
armi", ha detto a Venezia il leader di Prc. E l=EC ha unito gulag, lotta di
liberazione italiana, il massacro di migliaia di italiani per mano dei
partigiani fedeli a Tito, per condannarli, per "non giustificarli". Lo ha
fatto nel nome dell'anticomunismo? No, lo ha fatto perch=E9 =E8 "comunista
davvero".
Il travaglio personale e collettivo e' accompagnato da una prudente ed
elaborata "operazioni politica", il lento avvicinarsi ai movimenti,
soggetto politico che "non ha niente a che vedere con la storia del '900",
diffidente verso i partiti, verso il Palazzo, verso il passato compreso
quello comunista che fu pi=F9 partito di tutti fino a trasformarsi in
partito-stato. Nel collegamento con la piazza l'iconografia comunista
appare dunque un peso e quello spazio lasciato libero dall'uscita di scena
di Sergio Cofferati candidato a Bologna va guidato con parole d'ordine
chiare (la nonviolenza) ma con il massimo di apertura e indefinitezza. La
prossima tappa =E8 dietro l'angolo: il 10 e l'11 a Berlino Rifondazione, i
comunisti francesi, gli spagnoli di Izquierda unida e il Pds tedesco
firmano un protocollo d'intesa per le elezioni europee. Si presenteranno
con i loro simboli ma sotto l'insegna di "partiti della sinistra
alternativa". Dopo il crollo della statua, vacilla anche la targa, il
richiamo al comunismo.

GOFFREDO DE MARCHIS


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"Eppure il vento soffia ancora...."
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