[NuovoLaboratorio] "Via le truppe dall'Iraq" non basta

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ieri non ho potuto partecipare alla riunione e, quindi, non posso dire nu=
lla
sul documento approvato.

Tuttavia nei giorni scorsi ho cercato di trasmettere quelle che erano le
mie considerazioni su un documento che pensavo volesse essere al contempo=

contestativo e costruttivo.
Contestativo nei confronti della presenza italiana in Iraq da considerars=
i
anticostituzionale.
Costruttivo nel senso di offrire una alternativa alla situazione attuale.=


Come cittadini e cittadine siamo contrari alla guerra;
lo abbiamo dimostrato innumerevoli volte (e contro le decisioni dei gover=
ni)
durante tutto l'anno a partire dalla straordinaria mobilitazione mondiale=

del 15 febbraio.
Su questo siamo tutti d'accordo. Non basta, e in questo so di essere ripe=
titivo,
non =E8 sufficiente per impedire che domani un paese come gli Stati Uniti=
,
ma in futuro ce ne potrebbero essere altri, possa ripetere ci=F2 che ha =
fatto
in Iraq.

Allora =E8 nostro dovere di cittadini e di cittadine che sentono in prima=

persona il problema della guerra in Iraq come un problema di coscienza te=
ntare
di dare una risposta, un'alternativa su cui poter investire le nostre ene=
rgie
al di l=E0 di dire no alla guerra senza se e senza ma.

Dobbiamo avere una strategia di lungo periodo coscienti che la guerra
verr=E0 utilizzata ancora per molti anni come una estensione della politi=
ca
estera degli stati nazionali finch=E8 non cambieremo la situazione di pot=
ere
attuale.
Dobbiamo impedire che gli stati utilizzino la forza per risolvere le cont=
roversie
internazionali.

Il disordine mondiale attuale cosiccome viene descritto da molti opinioni=
sti
=E8 in realt=E0 un disordine governato dalla superpotenza americana che t=
ra
l'altro lavora apertamente per impedire che
nasca un'Europa politica e lo abbiamo verificato durante l'ultima confere=
nza
intergovernativa di Bruxelles con Aznar e il premier polacco in prima lin=
ea
e subito dietro Blair e Berlusconi.

L'Europa e, in primis, noi cittadini/e europei/e abbiamo una grande respo=
nsabilit=E0
in tutto ci=F2. Non possiamo lasciare che siano altri (ovvero il governo =
americano)
a decidere delle nostre e altrui vite.

Pace, diritti, democrazia, giustizia sociale, distribuzione delle risorse=

nel mondo, accesso ai beni comuni mondiali, tutti questi problemi sono st=
rettamente
correlati e di interesse globale.
Non possiamo affrontare l'uno senza tenere presente gli altri.
Noi europei siamo i primi responsabili di questa situazione al pari degli=

americani. Noi che siamo i/le cittadini/le di quella parte del mondo (il
20%) che consuma l'80% delle risorse del mondo abbiamo una responsabilit=E0=

in pi=F9.

Il fatto di non prendere decisioni, di non voler vedere la situazione qua=
le
essa si presenta ai nostri occhi e di non adottare le soluzioni conseguen=
ti,
cambiando anche stile di vita, e, quindi, di lasciarci "guidare" dagli Us=
a
non ci rende innocenti ma ci rende corresponsabili al pari degli Usa.

Non possiamo lamentarci della nullit=E0 dell'Europa e addossare all'Europ=
a
colpe che non le possono essere imputate. Semplicemente perch=E8 l'Europa=

politica non esiste ancora nonostante 60 anni di lotte e battaglie per ar=
rivare
alla federazione europea; un progetto
di pace che nasce durante il confino fascista come risposta ai nazionalis=
mi
e alla guerra.

Insisto sull'Europa perch=E8 proprio in Europa abbiamo vissuto, in prima =
persona,
le atrocit=E0 di due guerre mondiali e qualche d'uno di noi ha ancora qua=
lche
parente che pu=F2 raccontare ci=F2 che esse hanno rappresentato.
E' proprio per questo motivo solo dall'Europa pu=F2 nascere, almeno inizi=
almente,
un'alternativa di democrazia e di pace all'attuale gestione del mondo bas=
ata
sulla forza.

Se non comprendiamo questo a poco valgono, se non a placare la propria co=
scienza,
documenti e prese di posizione che chiedono al governo italiano di ritira=
re
le truppe dall'Iraq, non perch=E8 non sia giusto, tutt'altro, ma perch=E8=
il
problema della pace e della guerra, il problema della giustizia, del terr=
orismo,
possono essere affrontati solo se si va alla radice del problema e non ci=

si ferma alla superficie.
E soprattutto se non si capisce che le azioni dei singoli stati e governi=

nazionali, in assenza di una situazione di democrazia sovranazionale, non=

sono in grado di aiutarci a realizzare l'altro mondo possibile.
L'azione e la decisione locale devono intersecarsi necessariamente con qu=
elle
globali e viceversa.

Se abbiamo a cuore veramente la pace dobbiamo chiedere di pi=F9!

Nicola Vallinoto