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"un ponte per ..." <posta@???> wrote:A: "info-unponteper"
Da: "un ponte per ..."
Data: Mon, 17 Nov 2003 11:27:04 +0100
Oggetto: [info-unponteper] 22 novembre giornata di mobilitazione per il ritiro delle truppe dall'Iraq
MAI PIU' GUERRA
VIA LE TRUPPE DALL'IRAQ
UN FUTURO PER IL POPOLO IRACHENO
22 novembre giornata di mobilitazione per il ritiro delle truppe dall'Iraq
Riempiamo i balconi di bandiere arcobaleno
--------------------
Le 26 vittime, italiane ed irachene, dell'attacco al comando dei Carabinieri
a Nassiria ci ricordano che la guerra in Iraq non è finita e che anche l'
Italia è in guerra.. A loro, come a tutte le vittime di una guerra che non
si doveva fare, va innanzi tutto il nostro pensiero. Alle loro famiglie, ai
loro figli, ai loro cari, va il nostro cordoglio.
Per noi i morti sono tutti uguali: evitabili.
Anche questi si potevano evitare.
Ci avevano detto che la guerra era finita. Che gli iracheni avevano accolto
l'esercito Usa come liberatore. Ci avevano detto che una nuova era di pace e
democrazia si era aperta per l'Iraq.
Non era vero.
Ci avevano detto che si doveva disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di
massa. Ci avevano detto che la guerra avrebbe contribuito alla lotta al
terrorismo.
Non era vero.
Con l'invio dei militari in Iraq in appoggio ad una guerra condannata dalla
maggioranza del popolo italiano ed in violazione dell'articolo 11 della
Costituzione, il Governo si è assunto la responsabilità di partecipare,
sotto comando americano, all'occupazione di un paese esponendo migliaia di
giovani militari e civili al rischio della guerra per potersi sedere al
tavolo dei vincitori.
Oggi lo stesso Governo ribadisce con forza la volontà di proseguire la
missione.
Noi non siamo d'accordo.
Non è vero che ritirando i militari si rinuncia a sostenere la popolazione
irachena. E' vero il contrario. Molto di più si potrebbe fare se i 40
milioni di euro che si spendono ogni mese per mantenere il contingente
militare fossero usati per ricostruire scuole, ospedali, centrali idriche.
Non è vero che è necessaria una presenza militare per fare questo: lo
dimostrano le Ong italiane che con decine di operatori operano da mesi con
interventi umanitari in tutto il paese. Sono questi gli interventi umanitari
che bisogna sviluppare.
Non è vero che se le truppe si ritirano in Iraq ci sarà il caos e ci sarà il
vuoto . Il caos è alimentato proprio dalla presenza degli occupanti che
impediscono alla società civile e alle forze politiche irachene di assumersi
la responsabilità del futuro del paese.
Solo la fine della occupazione militare può mettere fine alla guerra.
Per questo chiediamo il ritiro immediato di tutte le truppe straniere dall'
Iraq a cominciare da quelle italiane e l'avvio di un processo costituente
gestito dalle forze irachene e garantito dall'Onu. Riteniamo che le forme e
le condizioni in cui avverrà debbano essere decise dagli iracheni.
Solo un processo costituente che veda la partecipazione di tutte le
componenti politiche, culturali, religiose ed etniche irachene può portare
ad un futuro di democrazia.
Siamo a Parigi con i movimenti sociali di tutto il mondo per un importante
appuntamento europeo.
Siamo gli stessi che il 15 febbraio hanno manifestato a decine di milioni in
tutte le parti del mondo per fermare l'imminente attacco in Iraq.
Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi alla
guerra, né quando è cominciata, il 20 marzo, né quando Bush l'ha dichiarata
conclusa.
A maggior ragione oggi siamo qui per dire che non ci arrendiamo alla spirale
di odio e di violenza che ha coinvolto anche il contingente italiano.
La guerra rimane un orrore inaccettabile
Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa guerra , va
tutta la nostra solidarietà.
Per fermare tutto questo, perché non ci siano più vittime pensiamo che il
popolo della pace debba far sentire forte la propria voce.
Per questo sabato 22 novembre manifesteremo in tutte le piazze d'Italia
contro la guerra e l'occupazione e per l'immediato ritiro delle truppe
italiane dall'Iraq.
Per questo chiediamo agli italiani di ribadire la volontà di pace riempiendo
ancora i balconi e le finestre con le bandiere arcobaleno.
Per questo aderiamo sin d'ora alla giornata mondiale di mobilitazione del 20
marzo promossa dai movimenti pacifisti statunitensi con adesione di migliaia
di movimenti in tutto il mondo, per un'altra giornata globale contro le
guerre.
Per questo proseguiremo la mobilitazione nella società e verso le
istituzioni nei prossimi mesi.
Mai più guerra
Per un altro mondo possibile.
----------------
Gruppo di continuità del Forum Sociale Europeo
Alternative; Altraagricoltura; ARCI; Attac; Bastaguerra; Carta; Federazione
Cobas; Convenzione permanente delle donne contro la guerra; Cub; Fiom; Forum
Ambientalista; Forum per la democrazia europea; Giovani Comunisti; ICS;
Lavoro Società - Cambiare Rotta (Cgil); Legambiente; Libera; Liberazione;
Lila - Cedius; Lunaria; Marcia mondiale delle donne; Movimento delle e dei
Disobbedienti; PRC; Punto Rosso - Forum mondiale alternative; Rete
Lilliput; Sdebitarsi; S.in Cobas; Socialismo 2000; Tavolo Stop precarietà;
Tavolo fermiamo il WTO; Tavolo Migranti del FSE; Terre des Hommes; Uds -
Udu; Un ponte per.; Pdci; Federazione Verdi
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<BLOCKQUOTE class=replbq style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #1010ff 2px solid">A: "info-unponteper" <INFO-UNPONTEPER@???><BR>Da: "un ponte per ..." <POSTA@???><BR>Data: Mon, 17 Nov 2003 11:27:04 +0100<BR>Oggetto: [info-unponteper] 22 novembre giornata di mobilitazione per il ritiro delle truppe dall'Iraq<BR><BR>MAI PIU' GUERRA<BR>VIA LE TRUPPE DALL'IRAQ<BR>UN FUTURO PER IL POPOLO IRACHENO<BR><BR>22 novembre giornata di mobilitazione per il ritiro delle truppe dall'Iraq<BR>Riempiamo i balconi di bandiere arcobaleno<BR>--------------------<BR>Le 26 vittime, italiane ed irachene, dell'attacco al comando dei Carabinieri<BR>a Nassiria ci ricordano che la guerra in Iraq non è finita e che anche l'<BR>Italia è in guerra.. A loro, come a tutte le vittime di una guerra che non<BR>si doveva fare, va innanzi tutto il nostro pensiero. Alle loro famiglie, ai<BR>loro figli, ai loro cari, va il nostro cordoglio.<BR>Per noi i morti sono tutti uguali:
evitabili.<BR>Anche questi si potevano evitare.<BR><BR>Ci avevano detto che la guerra era finita. Che gli iracheni avevano accolto<BR>l'esercito Usa come liberatore. Ci avevano detto che una nuova era di pace e<BR>democrazia si era aperta per l'Iraq.<BR>Non era vero.<BR>Ci avevano detto che si doveva disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di<BR>massa. Ci avevano detto che la guerra avrebbe contribuito alla lotta al<BR>terrorismo.<BR>Non era vero.<BR><BR>Con l'invio dei militari in Iraq in appoggio ad una guerra condannata dalla<BR>maggioranza del popolo italiano ed in violazione dell'articolo 11 della<BR>Costituzione, il Governo si è assunto la responsabilità di partecipare,<BR>sotto comando americano, all'occupazione di un paese esponendo migliaia di<BR>giovani militari e civili al rischio della guerra per potersi sedere al<BR>tavolo dei vincitori.<BR><BR>Oggi lo stesso Governo ribadisce con forza la volontà di proseguire la<BR>missione.<BR>Noi non siamo d'accordo.<BR><BR>Non è
vero che ritirando i militari si rinuncia a sostenere la popolazione<BR>irachena. E' vero il contrario. Molto di più si potrebbe fare se i 40<BR>milioni di euro che si spendono ogni mese per mantenere il contingente<BR>militare fossero usati per ricostruire scuole, ospedali, centrali idriche.<BR><BR>Non è vero che è necessaria una presenza militare per fare questo: lo<BR>dimostrano le Ong italiane che con decine di operatori operano da mesi con<BR>interventi umanitari in tutto il paese. Sono questi gli interventi umanitari<BR>che bisogna sviluppare.<BR><BR>Non è vero che se le truppe si ritirano in Iraq ci sarà il caos e ci sarà il<BR>vuoto . Il caos è alimentato proprio dalla presenza degli occupanti che<BR>impediscono alla società civile e alle forze politiche irachene di assumersi<BR>la responsabilità del futuro del paese.<BR><BR>Solo la fine della occupazione militare può mettere fine alla guerra.<BR><BR>Per questo chiediamo il ritiro immediato di tutte le truppe straniere
dall'<BR>Iraq a cominciare da quelle italiane e l'avvio di un processo costituente<BR>gestito dalle forze irachene e garantito dall'Onu. Riteniamo che le forme e<BR>le condizioni in cui avverrà debbano essere decise dagli iracheni.<BR><BR>Solo un processo costituente che veda la partecipazione di tutte le<BR>componenti politiche, culturali, religiose ed etniche irachene può portare<BR>ad un futuro di democrazia.<BR><BR>Siamo a Parigi con i movimenti sociali di tutto il mondo per un importante<BR>appuntamento europeo.<BR>Siamo gli stessi che il 15 febbraio hanno manifestato a decine di milioni in<BR>tutte le parti del mondo per fermare l'imminente attacco in Iraq.<BR><BR>Non siamo tornati a casa dopo il 15 febbraio, non ci siamo arresi alla<BR>guerra, né quando è cominciata, il 20 marzo, né quando Bush l'ha dichiarata<BR>conclusa.<BR>A maggior ragione oggi siamo qui per dire che non ci arrendiamo alla spirale<BR>di odio e di violenza che ha coinvolto anche il contingente
italiano.<BR><BR>La guerra rimane un orrore inaccettabile<BR>Alle vittime civili e militari, a tutte le vittime di questa guerra , va<BR>tutta la nostra solidarietà.<BR><BR>Per fermare tutto questo, perché non ci siano più vittime pensiamo che il<BR>popolo della pace debba far sentire forte la propria voce.<BR><BR>Per questo sabato 22 novembre manifesteremo in tutte le piazze d'Italia<BR>contro la guerra e l'occupazione e per l'immediato ritiro delle truppe<BR>italiane dall'Iraq.<BR><BR>Per questo chiediamo agli italiani di ribadire la volontà di pace riempiendo<BR>ancora i balconi e le finestre con le bandiere arcobaleno.<BR><BR>Per questo aderiamo sin d'ora alla giornata mondiale di mobilitazione del 20<BR>marzo promossa dai movimenti pacifisti statunitensi con adesione di migliaia<BR>di movimenti in tutto il mondo, per un'altra giornata globale contro le<BR>guerre.<BR><BR>Per questo proseguiremo la mobilitazione nella società e verso le<BR>istituzioni nei prossimi
mesi.<BR><BR>Mai più guerra<BR><BR>Per un altro mondo possibile.<BR><BR>----------------<BR>Gruppo di continuità del Forum Sociale Europeo<BR>Alternative; Altraagricoltura; ARCI; Attac; Bastaguerra; Carta; Federazione<BR>Cobas; Convenzione permanente delle donne contro la guerra; Cub; Fiom; Forum<BR>Ambientalista; Forum per la democrazia europea; Giovani Comunisti; ICS;<BR>Lavoro Società - Cambiare Rotta (Cgil); Legambiente; Libera; Liberazione;<BR>Lila - Cedius; Lunaria; Marcia mondiale delle donne; Movimento delle e dei<BR>Disobbedienti; PRC; Punto Rosso - Forum mondiale alternative; Rete<BR>Lilliput; Sdebitarsi; S.in Cobas; Socialismo 2000; Tavolo Stop precarietà;<BR>Tavolo fermiamo il WTO; Tavolo Migranti del FSE; Terre des Hommes; Uds -<BR>Udu; Un ponte per.; Pdci; Federazione Verdi<BR><BR><BR><BR><BR>Per cancellarsi dalla lista basta inviare<BR>un messaggio vuoto a: info-unponteper-unsubscribe@??? <BR><BR>L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle
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