[Cerchio] monitorare il trend

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Autor: leonid ilijc brezhnev
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Assumpte: [Cerchio] monitorare il trend
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Il ministero dell'Istruzione spiega la riforma della scuola
ma ci sono molte sorprese: la parola cultura =E8 tab=F9
Il bimbo manager della Moratti
ecco l'opuscolo alle famiglie
di MICHELE SERRA

Avete mai "partecipato alla costruzione del portfolio delle competenze" di=
=20
vostro figlio? Beh, preparatevi a farlo. Secondo il Piccolo dizionario=20
della riforma, diffuso dal Ministero dell'Istruzione, "costruire il=20
portfolio delle competenze" di alunne e alunni del primo ciclo (dai cinque=
=20
ai dodici anni di et=E0) sar=E0 uno dei compiti di ogni bravo genitore=20
italiano. Qualche pagina dopo l'opuscolo morattiano chiarisce che cos'=E8,=
=20
almeno fisicamente, un portfolio.

=C8 una normale, rassicurante cartelletta con gli anelli, acquistabile nella=
=20
cartoleria di fronte alla scuola, dove ficcare temi, lavori scolastici,=20
giudizi di maestri e professori e quant'altro. Pi=F9 minacciosamente, il=20
dizionario Garzanti spiega che il portfolio =E8, "nel linguaggio=20
pubblicitario, la raccolta di testi e immagini destinate alla promozione di=
=20
un nuovo prodotto o di una linea di prodotti".

La definiziona garzantiana =E8, rispetto agli intenti della riforma Moratti,=
=20
forse eccessivamente maliziosa: che un bambino non sia un prodotto, neppure=
=20
se munito di portfolio, =E8 certamente noto anche ai pedagogisti di governo.=
=20
Certo =E8 che la lettura dell'opuscolo conferma (a partire dal portfolio) il=
=20
fondamentale e inquietante dubbio che l'attuale classe dirigente veda nella=
=20
scuola italiana una specie di colossale corso di inserimento aziendale,=20
descritto con mentalit=E0 aziendale e linguaggio aziendale, compresi gli=20
inciampi (quasi auto-parodistici) sul corpo docente definito "team" o=20
"=E9quipe", nonch=E9 l'introduzione del famigerato "tutor", figura gi=E0=
resa=20
sinistramente popolare dai vari istituti privati che vogliono far laureare=
=20
a tutti i costi (in genere costi piuttosto alti) Vieri e Del Piero.
- Pubblicit=E0 -
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ipologia=3Dgenerica&formato=3D200x200"><IMG=20
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a&affiliate=3Drepubblica&channel=3Dnews&subchannel=3Dinsider&pagepos=3D42&ti=
pologia=3Dgenerica&formato=3D200x200"></a></noscript>=20


La prosa ministeriale =E8, in questo senso, esplicita fino al candore. Per=
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esempio quando spiega che alla fine del primo ciclo (dodici anni di et=E0) =
=E8=20
necessario "percepire il profilo professionale" del bambino, informando la=
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famiglia di eventuali "scostamenti" (sic) che possono far "divergere da=20
tale direttrice". Una specie di precoce incravattamento del ragazzino, e=20
tailleurizzazione della ragazzina, che nel tempo in cui la formazione=20
personale di solito =E8 pi=F9 libera, divagante e felicemente ambigua,=
vengono=20
chiamati a corrispondere, poveracci, addirittura a un "profilo=
professionale".

La povera signora Montessori, potesse rinascere e potesse leggere=20
l'opuscolo, sarebbe subito ricondotta alla tomba da un fulminante coccolone.
Non per caso nelle trentadue pagine della pubblicazione, che ho letto per=20
intero senza riuscire a trasformare i miei pregiudizi in dubbiosa fiducia,=
=20
la parola cultura non appare mai, se non in un accenno al "profilo=20
culturale" e ai "riferimenti culturali", due rimasugli vetero-didattici che=
=20
verranno probabilmente corretti, come refusi, nella prossima edizione. Si=20
parla di apprendimento, di formazione, di istruzione, di educazione, di=20
sviluppo, di mete, di traguardi, di obiettivi, di fattibilit=E0, di offerta,=
=20
di domanda, di didattica (poco), di pedagogia (pochissimo) e perfino di=20
pratiche igieniche. Che la scuola sia anche, o principalmente, un luogo di=
=20
cultura, che il pane che vi si fabbrica, ben prima della sua messa in=20
vendita e ben oltre il suo prezzo di mercato, sia proprio la cultura degli=
=20
italiani, non =E8 nemmeno immaginato.

Non ho le competenze tecniche per dire se, almeno nel suo farsi didattico,=
=20
l'ideologia morattiana possa levare un poco di polvere dai banchi,=20
introdurre qualche novit=E0 tecnologica, ostacolare la fuga dalle aule=
(ormai=20
praticata anche nelle regioni ricche per puro spregio anticulturale: meglio=
=20
i soldi, da subito), dare un po' di nerbo a una classe docente avvilita e=20
impigrita, e perfino correggere l'impostazione sterilmente retorica di=20
alcuni portfolio lasciati in eredit=E0 dalla scuoletta patriottica nella=20
quale ci siamo formati. L'umore che traspira da documenti come questo=20
Piccolo dizionario della riforma =E8 per=F2, indubitabilmente, quello=20
dell'efficientismo aziendalista, che vede nei bambini soprattutto dei=20
professionisti in erba.

Nonostante il gran parlare di "persona" e "formazione della persona",=20
concetti mutuati dalla cultura cattolica, la scuola morattiana rischia di=20
essere, per quelle persone che sono i bambini, una lunghissima anticamera=20
davanti alla porta del capufficio. Una precocissima, spietata selezione del=
=20
personale.


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Il ministero dell'Istruzione spiega la riforma della scuola<br>
ma ci sono molte sorprese: la parola cultura =E8 tab=F9<br>
<b>Il bimbo manager della Moratti<br>
ecco l'opuscolo alle famiglie<br>
</b><i>di MICHELE SERRA<br><br>
</i>Avete mai "partecipato alla costruzione del portfolio delle
competenze" di vostro figlio? Beh, preparatevi a farlo. Secondo il
Piccolo dizionario della riforma, diffuso dal Ministero dell'Istruzione,
"costruire il portfolio delle competenze" di alunne e alunni
del primo ciclo (dai cinque ai dodici anni di et=E0) sar=E0 uno dei compiti
di ogni bravo genitore italiano. Qualche pagina dopo l'opuscolo
morattiano chiarisce che cos'=E8, almeno fisicamente, un portfolio.
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=C8 una normale, rassicurante cartelletta con gli anelli, acquistabile
nella cartoleria di fronte alla scuola, dove ficcare temi, lavori
scolastici, giudizi di maestri e professori e quant'altro. Pi=F9
minacciosamente, il dizionario Garzanti spiega che il portfolio =E8,
"nel linguaggio pubblicitario, la raccolta di testi e immagini
destinate alla promozione di un nuovo prodotto o di una linea di
prodotti". <br><br>
La definiziona garzantiana =E8, rispetto agli intenti della riforma
Moratti, forse eccessivamente maliziosa: che un bambino non sia un
prodotto, neppure se munito di portfolio, =E8 certamente noto anche ai
pedagogisti di governo. Certo =E8 che la lettura dell'opuscolo conferma (a
partire dal portfolio) il fondamentale e inquietante dubbio che l'attuale
classe dirigente veda nella scuola italiana una specie di colossale corso
di inserimento aziendale, descritto con mentalit=E0 aziendale e linguaggio
aziendale, compresi gli inciampi (quasi auto-parodistici) sul corpo
docente definito "team" o "=E9quipe", nonch=E9
l'introduzione del famigerato "tutor", figura gi=E0 resa
sinistramente popolare dai vari istituti privati che vogliono far
laureare a tutti i costi (in genere costi piuttosto alti) Vieri e Del
Piero. <br>
<b>- Pubblicit=E0 -</b> <br>
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La prosa ministeriale =E8, in questo senso, esplicita fino al candore. Per
esempio quando spiega che alla fine del primo ciclo (dodici anni di et=E0)
=E8 necessario "percepire il profilo professionale" del bambino,
informando la famiglia di eventuali "scostamenti" (sic) che
possono far "divergere da tale direttrice". Una specie di
precoce incravattamento del ragazzino, e tailleurizzazione della
ragazzina, che nel tempo in cui la formazione personale di solito =E8 pi=F9
libera, divagante e felicemente ambigua, vengono chiamati a
corrispondere, poveracci, addirittura a un "profilo
professionale". <br><br>
La povera signora Montessori, potesse rinascere e potesse leggere
l'opuscolo, sarebbe subito ricondotta alla tomba da un fulminante
coccolone. <br>
Non per caso nelle trentadue pagine della pubblicazione, che ho letto per
intero senza riuscire a trasformare i miei pregiudizi in dubbiosa
fiducia, la parola cultura non appare mai, se non in un accenno al
"profilo culturale" e ai "riferimenti culturali", due
rimasugli vetero-didattici che verranno probabilmente corretti, come
refusi, nella prossima edizione. Si parla di apprendimento, di
formazione, di istruzione, di educazione, di sviluppo, di mete, di
traguardi, di obiettivi, di fattibilit=E0, di offerta, di domanda, di
didattica (poco), di pedagogia (pochissimo) e perfino di pratiche
igieniche. Che la scuola sia anche, o principalmente, un luogo di
cultura, che il pane che vi si fabbrica, ben prima della sua messa in
vendita e ben oltre il suo prezzo di mercato, sia proprio la cultura
degli italiani, non =E8 nemmeno immaginato. <br><br>
Non ho le competenze tecniche per dire se, almeno nel suo farsi
didattico, l'ideologia morattiana possa levare un poco di polvere dai
banchi, introdurre qualche novit=E0 tecnologica, ostacolare la fuga dalle
aule (ormai praticata anche nelle regioni ricche per puro spregio
anticulturale: meglio i soldi, da subito), dare un po' di nerbo a una
classe docente avvilita e impigrita, e perfino correggere l'impostazione
sterilmente retorica di alcuni portfolio lasciati in eredit=E0 dalla
scuoletta patriottica nella quale ci siamo formati. L'umore che traspira
da documenti come questo Piccolo dizionario della riforma =E8 per=F2,
indubitabilmente, quello dell'efficientismo aziendalista, che vede nei
bambini soprattutto dei professionisti in erba. <br><br>
Nonostante il gran parlare di "persona" e "formazione
della persona", concetti mutuati dalla cultura cattolica, la scuola
morattiana rischia di essere, per quelle persone che sono i bambini, una
lunghissima anticamera davanti alla porta del capufficio. Una
precocissima, spietata selezione del personale.<br><br>
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