GirasoleMi pare doveroso compiere la traduzione del maggior numero degli
articoli che l'ultra prolifico Fisk sta scrivendo, mentre trascorre
impegnatissimo il suo lavoro di giornalista 'non embedded', nel bel mezzo
della tragedia di un paese occupato.
Ogni singolo pezzo, fra tutti quelli numerosissimi che Fisk ha scritto negli
ultimi giorni, merita solo ed unicamente di essere divorato con gli occhi e
con la mente. E questa è una recentissima storia che noi tutti conosciamo
solo perchè ad essere coinvolto è stato un 'nostro' diplomatico...e lo dico
perchè a morire è stato un Iracheno!
Enjoy
M
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Una Dolorosa Tragedia Irachena
Di Robert Fisk a Baghdad
22 Settembre 2003
Tradotto da M -- canadianm@??? -
www.melektro.com
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Pietro Cardone è un uomo elegante e discreto, un diplomatico Italiano che
odia le polemiche e che si è appellato a me affinché la sua storia possa
parlare per se.
E lo fa. Tre giorni fa, ha tenuto nelle braccia il suo interprete Iracheno
morente, colpito al cuore da un soldato Americano. Il sig. Cardone, 69 anni,
lavora per le autorità di occupazione. Così faceva il suo interprete. Così
fa il soldato che ha ucciso il suo interprete. Ma qui l'ironia tragica deve
lasciare spazio ad una narrativa terribile.
Nel giorno che segue all'uccisione di altri due soldati degli Stati Uniti e
al ferimento di altri 13 a causa del fuoco di mortaio della guerriglia alla
prigione di Abu Ghraib, ad ovest di Bagdad, la storia di Cardone potrebbe
sembrare mondana, anche prosaica. Ma è una dolorosa tragedia Irachena.
Saad Mohamed Sultan aveva 36 anni ed era padre di due bambini, di tre e
cinque anni. La moglie di Cardone, Mirella, che stava viaggiando con suo
marito nella parte posteriore dell'automobile nella quale il loro interprete
è morto, dice che può ancora sentire il colpo che lo ha ucciso. "Sono venuto
qui il 15 Maggio, inviato dal mio Ministero degli Esteri su richiesta del
governo Americano", dice Cardone. "Stavano cercando un consigliere alla
cultura. Ho speso tutta la mia carriera nel mondo Arabo. Parlo la lingua.
Capisco la mentalità".
Effettivamente, Cardone ha servito in Egitto, in Arabia Saudita, nel Libano,
in Siria e nel Marocco ed è stato ambasciatore Italiano nello Yemen e negli
Emirati Arabi Uniti. Ma niente avrebbe potuto prepararlo per quello che è
accaduto lo scorso Venerdì. Era partito per i siti archeologici che si
trovano nell'Iraq del nord con un progetto che li dovrebbe fornire di
guardie e polizia per proteggere le città antiche.
"Stavo viaggiando su una Land Cruiser con una seconda automobile che ci
stava dietro", dice. "Saad ed il mio autista erano seduti nella parte
anteriore dell'automobile, mia moglie ed io nella parte posteriore. Alle
13.45 ci siamo avvicinati a due Humvees Americani, che stavano entrambi
guidando nella nostra stessa direzione". Le mani di Cardone si agitano
quando con la sua memoria si rivede avvicinarsi ancora al convoglio, mentre
ora sta seduto nell'ingresso del Rashid Hotel a Bagdad".
Il nostro autista ha iniziato a sorpassare il primo Humvee. Il giovane
soldato nella parte posteriore del mezzo ha fatto un gesto come per dire,
'Non sorpassate, andate indietro '. Forse il nostro autista è stato lento e
questo ha generato un sospetto nel soldato. Eravamo a cinque metri da lui,
il che era un pò troppo vicino. Il soldato Americano ha sparato un colpo
dalla sua mitragliatrice. Quel colpo è penetrato nell'automobile e ha
colpito Saad al cuore, per poi uscire dalla schiena del pover uomo,
graffiare il mio braccio ed è quindi uscito dal tetto dell'automobile".
Quindi gli Americani hanno continuato per la loro strada, allontanandosi.
Non si sono fermati, dice Cardone.
"Mirella stava parlando con Saad quando il colpo è penetrato
nell'automobile. Il nostro autista si è girato e ha gridato, 'Mio Dio, mio
Dio, perché?". Ci siamo portati al lato della strada ma gli Americani se ne
erano andati. Era un soldato molto giovane quello che ha ucciso Saad. Penso
avesse 19 o 20 anni. Stavo tenendo ritta la testa di Saad ma c'era tanto
sangue. Si lamentava, dicendo 'Ugh! Ugh!'. Ma quando abbiamo raggiunto
l'ospedale, il medico lo ha esaminato e ha semplicemente constatato, 'Non c'
è niente da fare'. La pallottola gli aveva rotto il cuore".
Cardone ha lasciato Saad all'ospedale e se ne è tornato a Bagdad con la
seconda automobile. "Questa mattina, sua sorella ed il fratello sono venuti
a incontrarmi", dice. "Sono stati molto nobili. Ho espresso loro il mio
dispiacere ed gli ho assicurato che gli Americani condurranno una
investigazione completa del fatto e che riceveranno una compensazione. Sono
sicuro che gli Americani porteranno avanti una investigazione perché
prendono seriamente queste cose". Se si chiede un parere a.Cardone per
quello che è successo, lui rimane un diplomatico. "Penso che sia stata una
morte inutile, generata da una errata interpretazione di comportamento." Ma
gli Iracheni potrebbero interpretare diversamente gli eventi.
"Odio la frase," dice la signora Cardone. "Ma penso che chiamino queste cose
'friendly fire'".
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