Primo. Ci vuole coraggio civile per criticare la tecnologia.
Per tutto il secolo scorso chiunque abbia denunciato gli effetti=20
distruttivi o degradanti di una tecnologia si =E8 attirato quasi=20
automaticamente laccusa di reazionario. Un esempio: G=FCnther Anders, autore=
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di Luomo =E8 antiquato, la pi=F9 radicale e circostanziata critica della=20
tecnica elaborata tra gli anni 50 e la fine dei 70.
I due volumi sono ora pubblicati in Italia da Bollati Boringhieri. Nelle=20
sue analisi, capaci di attraversare casi concreti senza mai perdere in=20
profondit=E0 filosofica, egli non risparmia n=E9 lindustria bellica n=E9 la=
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macchina pubblicitaria, n=E9 lingegneria genetica n=E9 Hollywood. Ebbene=
come=20
racconta lui stesso quando negli anni 50 sostenne che linondazione di=20
immaginia cui ci sottopongono giornali e televisione =E8 ci=F2 che ci=
nasconde=20
il mondo mentre ce lo mostra a domicilio, Anders fu definito reazionario=20
romantico.
(La stessa cosa si dice ancora di Pasolini. Persino Toni Negri lha ripetuto=
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in una recente intervista).
La tecnologia quindi non ha solo il potere di manipolare la vita. Ha anche=
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quello di bollare coloro che la criticano: di obbligarli a superare quella=
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sorta di vergogna che consiste nellesporsi al sospetto di essere un nemico=
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del progresso. Questo potere oggi non accenna a sparire, anzi si moltiplica=
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con il moltiplicarsi della critica. Per il popolo di Seattle e i movimenti=
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mondiali che si oppongono a questa idea di progresso =E8 stata pi=F9 volte=
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richiamata limmagine del ridicolo sabotatore di macchine, di un nuovo=20
luddismo miope e impotente.
Di questa insensata idea di progresso, che la modernit=E0 occidentale ha=20
elaborato e poi calato nel punto pi=F9 inattaccabile della propria=
ideologia,=20
ognuno oggi pu=F2, se lo vuole, misurare la violenza. Pu=F2 persino vederne=
in=20
atto le conseguenze distruttive per il pianeta, non solo per luomo. Da=20
tempo poi la modernit=E0 occidentale =E8 in piena autocritica. Eppure questa=
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pretesa saldatura tra sviluppo tecnologico e progresso non viene scalfita.
Il postmoderno ha proclamato la fine del nuovo in tutti gli ambiti della=20
cultura e dellarte. Persino la moda oggi non supera pi=F9 se stessa di=20
stagione in stagione, ma affida il suo potere di seduzione a stili=20
relativamente stabili, fissati a un logo. Solo nelle tecnologie laggettivo=
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nuovosi continua a sprecare. Solo in questo settore della produzione=20
occidentale non a caso detto avanzatoregna ancora la logica davanguardia,=20
le nuove frontierein via di superamento: i videofonini, le nuove armi, la=20
clonazione...
Secondo. Criticare la tecnologia =E8 molto pi=F9 impopolare che esaltarla.
Paradossalmente fatica di meno Sloterdijk che ha dalla sua questo=20
incredibile capacit=E0 della tecnica di suscitare vergogna nelluomo. Anders=
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la chiama vergogna prometeica: ovvero la coscienza delluomo di essere=20
antiquato rispetto ai suoi prodotti. Limitato nel tempo, limitato anche=20
nelle capacit=E0 di immaginare e di sentire (con le bombe possiamo=20
distruggere centinaia di migliaia di uomini, ma non compiangerli o=20
rimpiangerli), luomo arranca dietro alla velocit=E0 del suo agire e del suo=
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costruire. Luomo ha un corpo e unanima incapaci di rimanere up to date.=20
Questo dislivello, prodotto dalla tecnologia, non sar=E0 mai colmato dalla=
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tecnologia. In compenso, esso pu=F2 produrre uno stato patologico collettivo=
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e unapocalisse assicurata.
Terzo. Occorre essere antiumanisti per criticare la tecnologia.
Gli argomenti sfoderati dalla critica umanistadella tecnica, nata nel solco=
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di Heidegger, sono deboli. Anzi possono solo favorire i sostenitori della=20
tecnologia. Un altro paradosso =E8 che anche Sloterdijk =E8 a suo modo un=20
umanista. Come Heidegger egli parla solo dei destini delluomo, con in pi=F9=
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la rivendicazione del suo diritto a superarsi. Anders invece, contro=20
Heidegger, rifiuta la prospettiva dellantropologia filosofica, che discetta=
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delle finalit=E0 proprie a questo essere presunto diverso da tutti gli altri=
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abitatori del pianeta. La rifiuta in quanto intollerabilmente=20
antropocentrica. Per lui luomo =E8 un prodotto della natura esattamente come=
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le altre specie che gli umanisti non hanno mai vietato di sterminare (Kant:=
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tutto pu=F2 essere usato come mezzo, tranne luomo. Commento di Anders: una=
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tesi a cui si potrebbero richiamare gli sterminatori di cetacei e di=20
foche). Perci=F2 la sua critica della tecnica =E8 di sorprendente attualit=
=E0.=20
Solo che Anders non ha avuto successo. Non ha smosso movimenti. Perch=E9?
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<h3><b>Ci vuole coraggio</b></h3>di <b>Carla Benedetti<br><br>
Primo. Ci vuole coraggio civile per criticare la tecnologia</b>. <br>
Per tutto il secolo scorso chiunque abbia denunciato gli effetti
distruttivi o degradanti di una tecnologia si =E8 attirato quasi
automaticamente laccusa di reazionario. Un esempio: <b>G=FCnther
Anders</b>, autore di <b>Luomo =E8 antiquato</b>, la pi=F9 radicale e
circostanziata critica della tecnica elaborata tra gli anni 50 e la fine
dei 70.<br>
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I due volumi sono ora pubblicati in Italia da <b>Bollati Boringhieri</b>.
Nelle sue analisi, capaci di attraversare casi concreti senza mai perdere
in profondit=E0 filosofica, egli non risparmia n=E9 lindustria bellica n=E9 =
la
macchina pubblicitaria, n=E9 lingegneria genetica n=E9 Hollywood. Ebbene com=
e
racconta lui stesso quando negli anni 50 sostenne che linondazione di
immaginia cui ci sottopongono giornali e televisione =E8 ci=F2 che ci
nasconde il mondo mentre ce lo mostra a domicilio, Anders fu definito
<b>reazionario romantico</b>.<br><br>
(La stessa cosa si dice ancora di <b>Pasolini</b>. Persino <b>Toni
Negri</b> lha ripetuto in una recente intervista). <br><br>
La tecnologia quindi non ha solo il potere di manipolare la vita. Ha
anche quello di bollare coloro che la criticano: di obbligarli a superare
quella sorta di vergogna che consiste nellesporsi al sospetto di essere
un nemico del progresso. Questo potere oggi non accenna a sparire, anzi
si moltiplica con il moltiplicarsi della critica. Per il popolo di
<b>Seattle</b> e i movimenti mondiali che si oppongono a questa idea di
progresso =E8 stata pi=F9 volte richiamata limmagine del <b>ridicolo
sabotatore di macchine</b>, di un nuovo luddismo miope e
impotente.<br><br>
Di questa insensata idea di progresso, che la modernit=E0 occidentale ha
elaborato e poi calato nel punto pi=F9 inattaccabile della propria
ideologia, ognuno oggi pu=F2, se lo vuole, misurare la violenza. Pu=F2
persino vederne in atto le conseguenze distruttive per il pianeta, non
solo per luomo. Da tempo poi la modernit=E0 occidentale =E8 in piena
autocritica. Eppure questa pretesa saldatura tra sviluppo tecnologico e
progresso non viene scalfita.<br><br>
Il postmoderno ha proclamato la fine del nuovo in tutti gli ambiti della
cultura e dellarte. Persino la moda oggi non supera pi=F9 se stessa di
stagione in stagione, ma affida il suo potere di seduzione a stili
relativamente stabili, fissati a un logo. <b>Solo nelle tecnologie
laggettivo nuovosi continua a sprecare</b>. Solo in questo settore della
produzione occidentale non a caso detto avanzatoregna ancora la logica
davanguardia, le nuove frontierein via di superamento: i videofonini, le
nuove armi, la clonazione... <br><br>
<b>Secondo. Criticare la tecnologia =E8 molto pi=F9 impopolare che
esaltarla.<br>
</b>Paradossalmente fatica di meno Sloterdijk che ha dalla sua questo
incredibile capacit=E0 della tecnica di suscitare vergogna nelluomo. Anders
la chiama vergogna prometeica: ovvero la coscienza delluomo di essere
antiquato rispetto ai suoi prodotti. Limitato nel tempo, limitato anche
nelle capacit=E0 di immaginare e di sentire (con le bombe possiamo
distruggere centinaia di migliaia di uomini, ma non compiangerli o
rimpiangerli), luomo arranca dietro alla velocit=E0 del suo agire e del suo
costruire. Luomo ha un corpo e unanima incapaci di rimanere up to date.
Questo dislivello, prodotto dalla tecnologia, non sar=E0 mai colmato dalla
tecnologia. In compenso, esso pu=F2 produrre uno stato patologico
collettivo e unapocalisse assicurata. <br><br>
<b>Terzo. Occorre essere antiumanisti per criticare la
tecnologia</b>.<br>
Gli argomenti sfoderati dalla <b>critica umanistadella tecnica</b>, nata
nel solco di <b>Heidegger</b>, sono deboli. Anzi possono solo favorire i
sostenitori della tecnologia. Un altro paradosso =E8 che anche
<b>Sloterdijk</b> =E8 a suo modo un umanista. Come <b>Heidegger</b> egli
parla solo dei destini delluomo, con in pi=F9 la rivendicazione del suo
diritto a superarsi. <b>Anders</b> invece, contro Heidegger, rifiuta la
prospettiva dellantropologia filosofica, che discetta delle finalit=E0
proprie a questo essere presunto diverso da tutti gli altri abitatori del
pianeta. La rifiuta in quanto intollerabilmente antropocentrica. Per lui
luomo =E8 un prodotto della natura esattamente come le altre specie che gli
umanisti non hanno mai vietato di sterminare (<b>Kant</b>: tutto pu=F2
essere usato come mezzo, tranne luomo. Commento di <b>Anders</b>: una
tesi a cui si potrebbero richiamare gli sterminatori di cetacei e di
foche). Perci=F2 la sua critica della tecnica =E8 di sorprendente attualit=
=E0.
Solo che Anders non ha avuto successo. Non ha smosso movimenti. Perch=E9?
<br><br>
<i>Pubblicato in LEspresso, n. 27, 3 luglio 2003.<br><br>
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