[Cerchio] abolizione della societa'

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Autor: Bebe
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Assumpte: [Cerchio] abolizione della societa'
qualcuno aveva già letto questo scritto? (conoscete anche l'autore per caso?) mi
sembra semplice, diretto e molto "utile". baci
bebe
piss&love

ABOLIZIONE DELLA SOCIETA'
Niente di quello che sappiamo può essere preso per vero. Nessuno dei nostri
concetti del mondo è sacro e faremo bene a metterli tutti in questione. Molti
anarchici parlano di creare una "nuova" o "libera" società. Solo pochi mettono
in questione l'idea stessa di società. Il concetto di società è amorfo, è dunque
più difficile analizzarne gli aspetti particolari, come il governo, la
religione, il capitalismo o la tecnologia. Questo concetto è così radicato in
noi che metterlo in questione sembra minacciare la nostra stessa natura, cosa
che ne rende ancora più necessaria la messa in questione. Liberarci
dall'armatura caratteriale che reprime i nostri desideri, le nostre passioni,
potrebbe richiedere non semplicemente la trasformazione della società, ma la sua
abolizione.

I dizionari definiscono la società come singola entità composta da individui che
sono nella condizione più o meno di dipendenza uno dall'altro, cioè che non sono
completamente se stessi. lo vedo la società come sistema di rapporti tra esseri
che vengono trattati e agiscono come ruoli sociali, con lo scopo di riprodurre
sia il sistema che loro stessi in quanto individui sociali.

La dipendenza di individui sociali non è la stessa cosa della dipendenza
biologica dei neonati. Quest'ultima finisce quando il bambino raggiunge
un'adeguata mobilità e una buona coordinazione tra mano e occhi, più o meno
verso i cinque anni. Ma in questo periodo irapporti sociali della famiglia
reprimono i desideri del bambino, instaurano la paura del mondo e così
sommergono la sua potenzialità di sviluppo in senso libero e creativo sotto
strati di armature che compongono l'individuo sociale, sotto dipendenze
psichiche che ci fanno aggrappare l'un l'altro nel momento stesso in cui ci
disprezziamo reciprocamente. Tutti i rapporti sociali hanno il proprio
fondamento nell'incompletezza prodotta dalla repressione delle passioni e dei
desideri. La loro base è il nostro bisogno dell'altro, non il nostro desiderio
dell'altro. Ci utilizziamo reciprocamente. Dunque ogni rapporto sociale è un
rapporto del tipo: datore di lavoro/impiegato, da cui derivano piccoli attacchi
scherzosi, litigi veri e propri, scontri feroci. Com'è possibile non disprezzare
chi utilizziamo e odiare chi ci utilizza?

La società non può esistere al di fuori dei ruoli sociali, perché la famiglia e
l'educazione sono componenti cardine della società. L'individuo sociale non
svolge un unico ruolo sociale, ma modella insieme diversi ruoli, i quali creano
l'armatura caratteriale che viene definita erroneamente come "individualità".

I ruoli sociali sono modelli in base ai quali gli individui vengono definiti
dall'interno del sistema di rapporti che costituisce la società, e ciò allo
scopo di riprodurre questi rapporti. I ruoli rendono gli individui utili alla
società, facendoli diventare prevedibili, definendo la loro attività in termini
di bisogni della società. I ruoli sociali sono lavoro, nel senso di un'attività
che riproduce il ciclo produzione-consumo. La società è quindi il mezzo di
addomesticamento degli esseri umani, trasformazione di esseri potenzialmente
creativi, giocosi, selvaggi, di esseri capaci di rapportarsi liberamente secondo
i propri desideri, in esseri deformati che si utilizzano a vicenda, cercando di
fronteggiare bisogni disperati, ma riuscendo solo a riprodurre il bisogno e il
sistema di rapporti basato su di esso.

"Contro ogni prigionia, fosse pure nell'interesse del bene universale, fosse
pure nel giardino di pietre preziose di Montezuma" (A. Breton).

Gli individui liberi non hanno alcun interesse a rapportarsi attraverso ruoli
sociali, i rapporti prevedibili e predeterminati ci annoiano e non abbiamo alcun
desiderio di continuare a riprodurli. E' vero che offrono un po' di sicurezza,
stabilità e calore (tiepido), ma a quale prezzo! Piuttosto, vogliamo la libertà
di rapportarci in termini di desideri non repressi, al fuoco di tutte le nostre
possibilità.

La società ci offre sicurezza, ma lo fa togliendo il rischio, cosa essenziale
nel gioco libero dell'avventura. Ci offre sopravvivenza, ma lo fa in cambio
della nostra vita. Perché la sopravvivenza che ci offre è sopravvivenza in
quanto individui sociali, esseri composti di ruoli sociali, alienati dalle
proprie passioni e dai propri desideri, coinvolti. In rapporti sociali cui sono
assuefatti e che non soddisfano mai.

Un mondo di liberi che si rapportano in modo non represso, sarebbe un mondo
libero dalla società. Tutti gli individui verrebbero coinvolti in termini di
desiderio, non sulla base di un sistema sociale. Tenderemo a stupire, a
deliziare, ad eccitarci gli uni con gli altri, evocando vera passione invece di
semplice noia, rassegnazione, disgusto o sicurezza. Ogni incontro avrebbe una
potenziale meravigliosa avventura che non può esistere pienamente dove ci si
rapporta in base a rapporti sociali. Allora, invece di restare prigionieri nel
"giardino di pietre preziose" chiamato società, scelgo di lottare per abolire la
società, e questo comporta diverse implicazioni che indico come "rivoluzione".

La lotta per trasformare la società è sempre una lotta per prendere il potere,
perché ha uno scopo di prendere il controllo dei sistema dei rapporti che sono
la società (uno scopo che considero poco realista, visto che questo sistema è
ormai oltre il controllo di chiunque). In quanto tale, non può essere una lotta
individuale. Gli individui dovranno definirsi come esseri sociali in questa
lotta, sopprimendo qualsiasi desiderio individuale che non inquadra nel più
"grande" scopo della trasformazione sociale.

La lotta per abolire la società è lotta per abolire il potere. E' lotta di
individui per vivere liberi da ruoli e regole sociali, per vivere i desideri
appassionatamente, per vivere tutte le cose meravigliose che potranno
immaginare. Progetti e lotte di gruppo fanno parte di ciò, ma crescono fuori dai
modi in cui i desideri degli individui possono accrescersi, e si dissolvono nel
momento In cui essi cominciano a soffocare gli individui. Il tragitto che avrà
questa lotta non può essere delineato perché si basa su uno scontro tra i
desideri dell'individuo spiritualmente libero e le domande della società. Sono
possibili molte analisi dei modi in cui la società ci modella e dei fallimenti e
dei successi delle ribellioni dei passato.

Le tattiche utilizzate contro la società sono tante quanti sono gli individui
coinvolti, ma tutti condividono lo scopo di limitare il controllo sociale e il
condizionamento, favorendo lo sprigionamento dei desideri e delle passioni
dell'individuo. L'imprevedibilità dell'umore e la gioia sono essenziali evocando
un caos dionisiaco. Giocare con i ruoli sociali in modo da limitare la loro
utilità sociale, capovolgendoli, facendone giocattoli, è una pratica valida in
tutto il mondo. Ma, ancora più importante è confrontare la società con noi
stessi, coi nostri desideri e con le nostre passioni, che sono unici con
l'attitudine a non arrendersi, col volere vivere secondo le proprie intenzioni.
La società non'è una forza neutrale. I rapporti sociali esistono solo a costo
della soppressione dei desideri reali e della passione degli individui, della
repressione di tutto quello che rende possibile rapportarsi liberamente. La
società è addomesticamento, trasformazione di individui in valore d'uso e del
libero gioco in lavoro. Rapportarsi liberamente tra individui che si rifiutano e
resistono al proprio addomesticamento, limita tutta la società e apre tutte le
posssibilità. A quelli che pensano di poter raggiungere la libertà attraverso
una rivoluzione meramente sociale, rispondo con queste parole di Renzo Novatore:
"Tu aspetti la rivoluzione! Così sia! La mia è già cominciata da tempo! Quando
sarai pronto... non mi dispiacerebbe fare un pezzo di strada con te per un po'.
Ma quando tu ti fermerai, io continuerò nel mio cammino insano e trionfante
verso la grande e sublime conquista del nulla".

Feral Faun
(Da Anarchismo n. 68)
da http://www.inventati.org/anarkids/societa.html