[Consumo critico - Milano Social Forum]LETTERA APERTA A RIFO…

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Author: consumo-critico-msf@inventati.org
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Subject: [Consumo critico - Milano Social Forum]LETTERA APERTA A RIFONDAZIONE
Trovo interessante il dibattito tra Manlio e Daniele, ma ci sono alcune
cose che vorrei precisare:

a) se la lettera e' rivolta ai compagni che sbagliano (rifondazione?)
perche' ci facciamo carico noi (GCC-MSF che non siamo di rifonda) di
rispondere?

b) sto proponendo al nostro e ad altri GAS di acquistare carne bio, da
allevamenti noti, in cui tutte le tutele sulla salute dell'animale sono
garantite, anche se non sono un consumatore di carne abituale, perche' lo
faccio? L'idea e' semplice, molte persone che appartengono ai GAS non sono
vegetariane, e in generale mangiano pochissima carne o pesce, di solito
carni bianche.
Gli allevatori bio esistono e si pongono sul mercato con un partner che in
genere e' la GDO (grande distribuzione organizzata). L'acquisto collettivo
permette un risparmio, e allo stesso tempo offre un'alternativa, sia ai
consumatori che hai produttori, il prezzo e' elevato (rispetto alle carni
non bio), proprio nell'ottica di creare con le leggi di mercato un freno al
consumo (meglio pagare il giusto prezzo e consumare meno per prodotti di
qualita' rispettosi dell'ambiente).

c) il sistema agricolo come giustamente dice Daniele, segna la fine del
Paleolitico e l'inizio del Neolitico (e quindi l'inizio del declino delle
tribu' di cacciatori-raccoglitori io mi fermerei qui con la caccia, che
rimane un retaggio arcaico e inutile), ha 20.000 anni di eta', fino al
secolo scorso, con il sistema delle rotazioni e l'azienda agricola a ciclo
chiuso, anche se con rese basse, l'impronta ecologica di una bistecca era
tutto sommato accettabile (considerando che prima della seconda guerra
mondiale la carne si mangiava solo nelle festivita'). Poi con la fine del
secondo conflitto e l'esigenza di sfamare le popolazioni disperate parte
oltre al piano Marshall (le eccedenze del comparto agricolo statunitense)
la prima rivoluzione verde (introduzione della chimica e della selezione
genetica in agricoltura), con conseguenze disastrose sia sull'impronta che
sugli agro-ecosistemi nonche' sulle politiche demografiche e sociali di
tutto il pianeta, illuse da un pensiero di sviluppo illimitato.

d) ai compagni di rifondazione, nei loro simpatici festival (ma i DS non li
consiedriamo nemmeno?) ai centri sociali e a chi piu' ne ha piu' ne metta
possiamo riuscire forse ad iniziare un discorso se affrontiamo il problema
in termini di classi, capitale, terra e lavoro, per cui cercare di spostare
il tiro sulla carne bio puo' essere un argomento che riesce a dare dei
contenuti e a creare dialogo tra le parti. Se si parte subito con lo
scontro frontale, vegetaliani, vegani, animalisti, marziani si' tutti gli
altri sono cattivi, siamo completamente fuori strada.

e) il biologico deve essere il modello di riferimento, portare tutte le
mense degli asili ad un menu' bio e' gia un passo (in lombardia non se lo
fila nessuno), costringere con le leggi di mercato, alla riconversione di
tutte le aziende agricole e' un obiettivo. Un agro-ecosistema sano (con la
presenza fondamentale dell'allevamento degli animali, per il ritorno di
sostanza organica al terreno) significa abbattere l'impronta e il
riequilibrio degli ecositemi naturali (con creazione di zone rifugio come
le siepi e gli interfilari tra gli appezzamenti e il conseguente aumento
della biodiversita') reintrouzione delle rotazioni, meccanica leggera,
lavorazioni ridotte o semina su crudo, scelta di varieta' rustiche e
resistenti ai patogeni, insomma i mezzi per ridurre i consumi energetici ci
sono ...

f) possiamo concordare sul vegetarianesimo, ma l'approccio e' a piccoli
passi, per non rimanere una minoranza elitaria che non coinvolge le grandi
masse, se realmente vogliamo abbassare l'impronta ecologica dobbiamo
cercare di dialogare con persone di estrazioni politiche diverse, magari
rimaste ferme allo scontro filologico tra Marx e Malthus.

g) Chi e' il nostro interlocutore? Chi sceglie di costruire un mondo
diverso deve anche farsi carico di un cambiamento esistenziale coerente con
le idee che propaganda. Se i partiti, le associazioni i sindacati sono
interessati ad entrare in relazione con questo movimento, noi sappiamo gia'
cosa dire loro ... o almeno ci stiamo provando.

Il Cip