Autor: Boccadorata Data: Asunto: [Cerchio] da Repubblica: nuove streghe
CRONACA
La Corte Suprema ha deciso di adottare misure severe contro chi
evade la quarantena e contagi intenzionalmente la malattia
Sars, in Cina pena di morte
per chi diffonde il virus
Nuovi morti e infettati a Pechino, Taiwan, Filippine
Rinviati a tempo indeterminato i campionati di calcio asiatici
PECHINO - Pena di morte per chi fugge dalla quarantena diffondendo
colpevolmente il virus. La severissima misura, cui si affianca quella
dell'ergastolo, scatta da oggi in Cina dove la Corte Suprema ha deciso, in
base alle leggi esistenti, di ricorrere alla pena di morte nel tentativo di
porre una barriera alla diffusione della polmonite atipica nel Paese. In
Cina oggi un altro pesante bilancio di morti e nuovi contagi: quattro
vittime e 52 nuovi casi di infezione, di cui 27 a Pechino. Con i dati
diffusi oggi dal ministero della sanità il totale delle vittime della Sars
in Cina sale a 271 mentre si sono registrati 5.163 casi di infezione. Tra i
pazienti 1.858 sono completamente guariti.
Una situazione così grave che ha spinto la Corte Suprema cinese a
interpretare le leggi già in vigore sulla prevenzione e la cura delle
epidemie. E così da oggi, chiunque "diffonda intenzionalmente" la Sars o
rifiuti le misure di quarantena, può venire condannato a morte o
all'ergastolo. La Corte ha decretato che chi diffonde la malattia "mette in
pericolo la sicurezza pubblica e causa gravi danni personali o la morte (di
altri cittadini) e danneggia la proprietà pubblica e privata". Quindi,
"verrà punito con sentenze (che possono andare) dai 10 anni di prigione,
alla prigione a vita, alla pena di morte". Coloro che rifiutano o evadono la
quarantena, rifiutano gli esami medici e le cure, prosegue il pronunciamento
della Corte, potranno essere condannati a pene tra i tre ed i sette anni di
prigione. Inoltre, coloro che si "approprieranno indebitamente" di fondi o
beni destinati alla lotta contro la malattia potranno essere condannati a
pene "fino a sette anni di prigione". La stessa pena, ha aggiunto la Corte,
si applicherà a impiegati e funzionari statali che "non fanno il loro
dovere" o "abusano della loro autorità" nel quadro della lotta contro la
Sars.
La decisione della Corte ha provocato polemiche infuocatissime nel Paese:
"E' una misura eccessiva e una pena troppo pesante", ha commentato Frank Lu,
attivista di un'organizzazione a tutela dei diritti civili con sede a Hong
Kong. "Viola la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili, e non è stata
neppure approvata dall'Assemblea Nazionale del Popolo", ha aggiunto Lu,
citando il Paerlamento cinese. Nelle scorse settimane si erano susseguite
voci relative a persone che avrebbero infranto la quarantena. A Linhe, nella
provincia settentrionale della Mongolia Interna, un medico di 40 anni che
aveva contratto la malattia a Pechino ha poi violato il regime di
isolamento, e distrutto costose attrezzature sanitarie, in un vero e proprio
raptus scatenato dalla morte della moglie e di alcuni altri parenti, che
aveva a sua volta contagiato.
Intanto la Sras continua a colpire. Oltre che in Cina, a Taiwan, dove tre
persone sono morte nelle ultime 24 ore in seguito alla Sars, e altre 26
persone sono state contagiate. Il bilancio ufficiale delle vittime della
malattia a Taiwan sale così a 34, mentre quello delle infezioni è arrivato e
264.
Altri due casi di Sars sono stati individuati nelle Filippine, dove il
numero complessivo degli episodi accertati di contagio da polmonite atipica
è così salito a 12. Lo ha riferito la direttrice del Centro Epidemiologico
Nazionale, Consortia Quizon, precisando tuttavia che ambedue i nuovi
pazienti sono ormai guariti, e che uno di loro è già stato dimesso
dall'ospedale in cui era stato ricoverato. Nelle Filippine, dove è in corso
una conferenza regionale sulla prevenzione dell'epidemia cui partecipano gli
Stati membri dell'Asean, l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico,
si sono verificati finora 2 decessi da polmonite atipica.
E la paura della Sars ha causato il rinvio a tempo indeterminato dei
campionati di calcio dell'Asia orientale, in programma a Yokohama dal 28
maggio prossimo tra Giappone, Corea del sud, Hong kong e Cina. Lo ha deciso
oggi la Federazione calcio Asia Est accogliendo una richiesta in tal senso
avanzata dalla città organizzatrice. Il torneo si sarebbe dovuto svolgere
nel grande stadio di 70.000 posti sede della finale del Mundial 2002 vinto
2-0 dal Brasile di Ronaldo sulla Germania. Il Giappone non ha ancora avuto
casi accertati di Sars ma ha intensificato di recente le misure di
prevenzione e controllo contro la malattia.
"In queste condizioni - hanno detto fonti della Fderazione calcio
giapponese - è impossibile prevedere quando si potrà svolgere il torneo".