Auteur: Lecce Social Forum Date: Sujet: [Lecce-sf] Bozza di appello per una manifestazione nazionale contro
la Bossi Fini
----- Original Message -----
From: "Stefano Galieni" <sgalieni@???>
To: <antirazzismo@???>
Sent: Monday, May 05, 2003 10:31 PM
Subject: [migranti&antirazzismo] appello
Car*compagn*
Vi invio la bozza di appello per il percorso che dovrebbe portare alla
manifestazione contro la Bossi Fini elaborato da Piero Soldini (resp.
nazionale immigrazione della Cgil) Filippo Miraglia, Arci e Grazia Naletto.
Per chi non c'era di questo testo si è parlato alla riunione del tavolo del
4 maggio
E' una bozza e quindi emendabile, tenendo presente due cose
1) Che non è un testo del tavolo ma il tentativo di portare ad un momento di
discusisone e di mobilitazione un fronte quanto più ampio.
2) Che i suggerimenti (da fare in neretto) vanno inviati entro e non oltre
dopodomani 7 maggio.
Poi il testo sarà considerato definitivo.
Il testo va infatti pubblicizzato, andrà sottoscritto da cittadini migranti
e non e messo in rete a brevissimo termine.
Sul titolo Soldini esprimeva qualche perplessità che condivido, lui
proponeva
Proprio sul filo della frontiera...
La frase iniziale di Pane e coraggio bella e recente canzone di Ivano
Fossati che parla proprio di questi temi.
Fateci sapere
Buon lavoro
Stefano
BOZZA
Roma, 29 aprile 2003
DIRITTI SOTTO VUOTO
Appello per una campagna di mobilitazione per i diritti dei migranti
Un filo nero lega la Bossi-Fini al libro bianco di Maroni. La Bossi-Fini
criminalizza i migranti, mette sotto vuoto i loro diritti per limitare i
diritti di tutti i lavoratori. L'abolizione della possibilità di arrivare in
Italia legalmente per cercare lavoro, l'introduzione di un obbrobrio
giuridico quale il "contratto di soggiorno" e di nuovi ostacoli al rinnovo
del permesso di soggiorno, l'irrigidimento delle norme sulle espulsioni, la
limitazione del diritto all'unità familiare, l'esclusione di fatto dell'
accesso alla previdenza sociale: la Bossi-Fini è tutto questo e molto di
più. Con il falso obiettivo di "lottare contro l'immigrazione clandestina"
il Governo promuove clandestinità e illegalità di fatto per tutti i migranti
(compresi quelli regolari), consegnandoli ai datori di lavoro e alle maglie
del lavoro nero. E' un passo per colpire i diritti di tutti i lavoratori, la
cartina di tornasole del processo di precarizzazione del lavoro che in nome
della flessibilità pretende di ridurre i migranti a non persone e tutti i
lavoratori a cittadini di serie B.
E' il momento di riavviare un percorso di mobilitazione di massa
coinvolgendo il numero più ampio possibile di migranti, organizzazioni della
società civile, associazioni antirazziste, sindacati, partiti, personalità,
cittadini, uomini e donne per rivendicare una diversa politica dell'
immigrazione in Italia ed in Europa.
La Bossi-Fini è una pessima legge e ciò risulta più vero alla prova dei
fatti della sua concreta e quotidiana attuazione: sono ormai innumerevoli i
pronunciamenti e le eccezioni di costituzionalità sollevate dai giudici e
sarebbe quanto mai auspicabile ed opportuno un pronunciamento della corte.
La vera e propria corsa ad ostacoli della "regolarizzazione" (lentezza delle
convocazioni, espulsioni di regolarizzandi, incertezza sulla possibilità del
subentro del datore di lavoro) fa pensare ad un disegno politico teso ad
impedire che buona parte delle 702.000 giunga a buon fine. Fa paura il
numero dei lavoratori immigrati regolarizzandi e fa paura il numero di
datori di lavoro che ne hanno chiesto la regolarizzazione. Fa paura perché
la dimensione quantitativa e qualitativa ha un impatto positivo sul piano
sociale e culturale, in grado sia di sfatare molti luoghi comuni e
pregiudiziali sugli immigrati, sia di produrre una nuova e penetrante
convinzione sulla necessità e l'utilità, non solo sul versante economico,
produttivo, previdenziale e demografico, ma anche sul versante della
ricchezza relazionale, culturale ed affettiva del fenomeno immigrazione.
Ma gli immigrati che lavorano, nelle fabbriche, in agricoltura nell'
edilizia, nel commercio ecc. ecc., così come i lavoratori e le lavoratrici
nei servizi di cura alla persona (le cosiddette "colf" e "badanti") che
sostengono le tante famiglie italiane, rappresentano in se un percorso d'
emancipazione, un movimento ed una risorsa democratica in grado di
rivendicare diritti sia come lavoratori che come cittadini.
Garantire i diritti dei migranti significa garantire i diritti di
cittadinanza per tutti.
Per il diritto al lavoro, allo studio, all'unità famigliare, alla casa,
alla salute, alla pensione, al voto, perché le donne e gli uomini migranti
siano considerate persone titolari di diritti e non merce da lavoro da
sfruttare, per fermare la campagna xenofoba che erige muri e barriere
anziché politiche di convivenza proponiamo:
* una giornata d'iniziative di riflessione e di mobilitazione diffuse sul
territorio nazionale per sabato 17 maggio.
* la convocazione di un'assemblea nazionale a Roma il 18 maggio che riunisca
insieme ai firmatari di questo appello, tutti coloro che vorranno
sostenerlo e sottoscriverlo per discutere i contenuti e valutare l'ipotesi
di una manifestazione nazionale da tenersi a Roma alla fine di giugno, poco
prima dell'inizio della presidenza italiana di turno per la Unione Europea.