[Cerchio] Il piano per invadere la Siria fu redatto anni fa

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Author: clochard
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Subject: [Cerchio] Il piano per invadere la Siria fu redatto anni fa
Laura su Nuovi Mondi Media



Il piano per invadere la Siria fu redatto anni fa
Alcuni cinici sostengono che George W. Bush ed i suoi consiglieri più
vicini - ai quali i cinici si riferiscono come "ruffiani assetati di
sangue" - sono soltanto una gang di viziosi, impuniti bugiardi. Ma questa
definizione viene messa in ombra dal cumulo di calunnie che si riversa sul
buon nome di questi grandi leaders.
Su di loro si è malignato, sono stati accusati falsamente di mentire.
Invece, per quanto riguarda i loro piani di conquista mondiale, questi
cosiddetti "ruffiani" sono sempre stati veramente onesti.
Come ben sappiamo, lo stupro dell'Iraq (o, come gli storici futuri senza
dubbio la denomineranno, "l'alba dell'impero degli Sciiti") è stata
pianificata apertamente parecchi anni fa, da un gruppo di estrema destra
guidato da Dick Cheney e Don Rumsfeld. Ora risulta che le ultime minacce
alla Siria - minacce di sanzioni, di attacchi "chirurgici", di cambi di
regime - erano solo un ripetere scimmiesco di ciò che era stato
accuratamente pianificato, da praticamente le stesse persone, molto prima
che il regime-Bush prendesse il potere.
Come abbiamo segnalato spesso qui il progetto, generato da Cheney-Rumsfeld,
per il nuovo secolo americano fu pubblicato con orgoglio e prevedeva l'
imposizione da parte degli USA di "basi straniere" nell'Asia Centrale e nel
Medioriente. Era stata perfino prevista l'esigenza di quello che hanno
denominato "un evento tipo Pearl Harbor" per galvanizzare il pubblico
americano affinché sostenesse il loro ambizioso progetto. Gli scopi di
questo progetto sono stati dichiarati piuttosto apertamente: assicurarsi il
dominio economico e politico degli USA nel mondo, strangolando qualsiasi
"rivale" potenziale o qualsiasi alternativa possibile al capitalismo
cronicamente rapace desiderato dagli estremisti del PNAC. Questa dominazione
sarebbe stata mantenuta all'infinito tramite minacce, presenti, future e
frequenti, di violenza (una tattica conosciuta altrove come "terroristica").
Il PNAC fu anche molto onesto nel definire il ruolo dell'Iraq in questa
crociata per l'Impero, con la dichiarazione chiara dell'esigenza di una
presenza militare USA nella zona per una costante "supervisione" sostituente
"il regime di Saddam Hussein". Non vi sono citazioni nel progetto relative a
"liberazione", "armi di distruzione di massa" o connessioni con il
terrorismo. La dominazione della ricchezza petrolifera di questa regione, e
quindi gli svuluppi economici/politici del mondo nelle decadi a venire-
avevano la necessità di una presenza militare in Iraq: molto più
semplicemente.
Ed ora ce l'hanno. E ancora è tutto piuttosto chiaro. Per chiunque si
preoccupi di osservare. La scorsa settimana il Pentagono ha annunciato che
si "aspetta" (cioè richiede) di avere un accesso di "lungo termine" ad
almeno quattro grandi basi in Iraq, come il New York Times riporta.
(Rumsfeld, o "La Volpe" come i cinici amano chiamarlo, ha poi fatto
pubblicare una smentita che non smentisse).
Anche se centinaia di migliaia di musulmani sciiti armati ed arrabbiati ora
reclamano uno Stato Islamico nella nuova satrapia di Bush ciò può ancora
causare una lieve seccatura per i nuovi padroni, per i generali e i
commercianti di armi, i nuovi comandanti dell'Iraq ritengono che il fastidio
verrà però presto tacitato e tramite Fort Pretzel e la base aerea Carlyle
procederà il "nuovo secolo americano". Del resto questo era il fine del
recente macello: come Cheney e Rumsfeld avevano dichiarato chiaramente anni
fa.
Alcuni mesi prima del 2000 un profetico programma per punti del PNAC
segnalava come gli alleati coi loro aiutanti avrebbero preso la Siria:
innanzitutto "stringendo le viti" con denunce continue e sanzioni
economiche, poi con un'escalation militare, come Jim Lobe dell'Inter-Press
Agency riporta. Gli artefici di questo documento includono Elliot Abrams,
condannato come spergiuro e ora responsabile per la politica di Bush sul
Medioriente: Douglas Feith, uno dei principali aiutanti della "Volpe"; Paula
Dobriansky, sottosegretario di Colin Powell e consiglieri influenti del
Pentagono quali David Wurmser, Michael Leeden e gli altri di buon cuore,
Richard "spacciatore di droga" Perle.
Il rapporto ebbe grande risalto dalle parti del Comitato degli Stati Uniti
per la Libertà del Libano, un curioso gruppo di americani cristiani di
estrema destra, ebrei americani di destra, e pochissimi esiliati libanesi.
Il loro scopo -ovviamente- si collega al fatto che la Siria ha mantenuto "un
accesso di lungo termine alle basi militari" in Libano. Costoro usano la
loro presenza per esercitare pressione economica sulla politica libanese.
Certo, alcuni cinici, potrebbero dire che questa situazione è principalmente
causata dall'occupazione Israeliana che dura da più di 18 anni del Libano, o
dalla presenza militare decennale, e ancora in corso, degli USA sul suolo
giapponese, coreano, tedesco, italiano, britannico, panamense, ecc. Ma
sapete quanto sono cinici questi.
Del resto l'americano USCFL ha fornito un'importante analisi letteraria e
critica sulla percezione dei popoli mediorientali, così come seminari,
intitolata "anche gli arabi non amano gli arabi". Ma la predisposizione
mentale di questo gruppo, i cui membri sono ora nei corridoi imperiali di
Washington, è forse meglio illustrata attraverso la sua pubblicazione del
2001 dal titolo "petizione contro gli sponsor del terrorismo" (eccettuati
ovviamente i governi che hanno sempre ricorso alla violenza per ottenere i
loro scopi ma guidati da graziosi uomini bianchi educati a Yale o Oxford).
In questo scritto i pro-Bush chiesero che sei "Stati Canaglia" (Afghanistan,
Iraq, Siria, Iran, Libia e Sudan) venissero governati direttamente dagli USA
dopo una terrificante campagna militare con molti morti. Gli Stati Uniti
avrebbero poi "occupato questi territori fino a ché non avessero avuto
governi fedeli" che permettessero "accessi a lungo termine" alle basi
militari. E quanto forte sarebbe stata l'azione militare USA? L'USCFL è
stata, come sempre, ammirevolmente, e brutalmente, esplicita: "l'America
deve dare un esempio chiaro, identico a quello di Hiroshima e Nagasaki. Se
non ti pieghi ti spazzerò via dalla faccia della Terra".
E' questo ciò di cui i pro-Bush stanno realmente parlando nella loro
diatriba di paura-commerciale che visualizza "la pistola fumante del
terrorismo in una nube a forma di fungo"?