Vi invio due resoconti inviati da Ankara da due colleghi Desi Bruno e
Carmine Malinconico. I colleghi stanno assistendo in qualità di osservatori
italiani, al processo che le autorità turche hanno deciso di rinnovare
contro la deputata kurda Leila Zana, a seguito della condanna della Corte
Europea.
Ciao a tutti.
Dario Rossi
----- Original Message -----
From: "malinconicoc@???" <Malinconicoc@???>
To: "giuristidemocratici" <giuristidemocratici@???>
Sent: Friday, April 25, 2003 7:15 PM
Subject: [giuristidemocratici] ankara 25.04.2003
Ankara 25.04.2003
Niente da fare! La speranza di rivedere Leyla Zana e i suoi tre compagni di
detenzione liberi e' andata ancora una volta delusa.
Dopo una udienza fiume, cominciata alle 10.00 e trascinatasi fino alle
18.00, la Corte di Sicurezza di Ankara non ha accolto la richiesta di
scarcerazione avanzata dai difensori e ha rinviato il processo al 23
maggio.In verita' l'andamento del processo aveva acceso qualche speranza tra
gli avvocati ed anche tra il numeroso pubblico che affollava la grande aula
della Corte. Innanzi ai tre giudici si erano succeduti ben 19 testi
dell'accusa e la sorprese non erano mancate. In mattinata ben due testi
dell'accusa avevano dichiarato che nel 1994 erano stati torturati per
accusare i 4 deputati dell'allora partito Dep. Nel pomeriggio altri testi,
tutti membri delle milizie paramilitari e filogovernative note come "guardie
di villaggio" si erano piu' volte contraddetti rispondendo alle domande che
a fatica la difesa é riuscita a porre, dopo accese polemiche con una corte
che invece tendeva a far semplicemente confermare ai testi le dichiarazioni
rese nel 1994.
E' chiaramente emerso dalla udienza di oggi che non vengono seguite le
indicazioni della sentenza della Corte Europea che, tra l' altro, aveva
dichiarato illegittimo il primo processo proprio per la violazione dei
diritti della difesa. Cio' nonostante, ancora nell'attuale processo la
difesa stenta ad avere uno spazio adeguato.
Gli imputati hanno reso lunghe dichiarazioni, denunciando l'impossibilita'
di difendersi in modo adeguato ed evidenziando il carattere politico del
processo, definito come una occasione per la Turchia di dimostrare una reale
intenzione di percorrere la strada della democratizzazi
one.
Tra il pubblico erano presenti i piu' noti sotenitori dei diritti umani in
Turchia, da Akin Birdal a Eren Keskin, ai dirigenti del disciolto partito
Hadep.
Desi Bruno e Carmine Malinconico
PS per tutti i destinatari con invito a diffondere in tutte le reti
possibili
Ankara, 24 aprile 2003
giornata di vigilia della seconda udienza del processo a Leyla Zana e agli
altri tre deputati Kurdi condannati dalla Corte di sicurezza dello Stato di
Ankara l' 8 dicembre 1994 a 15 anni di reclusione per alto tradimento,
separatismo ed altri reati collegati alla loro attivita' politica in difesa
dei diritti del popolo Kurdo.
La sentenza di condanna per ben due volte e' stata dichiarata contraria
alla convenzione europea per i diritti dell'uomo dalla Corte Europea di
Strasburgo. Ha ritenuto infatti la Corte Europea che i quattro deputati
eletti nel partito Dap furono ingiustamente privati dell'immunita'
parlamentare in quanto la decadenza dalla carica elettiva e' incompatibile
con il potere sovrano dell'elettorato. Ha altresi' ritenuto la Corte Europea
che la condanna inflitta ai 4 parlamentari sia avvenuta all'esito di un
processo non giusto nel quale il diritto di difesa fu del tutto negato (gli
imputati non poterono neppure presentare testi a discarico), e che fu
inoltre condotto da un organo giudiziario non imparziale per la presenza di
giudici militari. Per adeguarsi alla pronuncia della Corte Europea la
Turchia ha scelto di celebrare nuovamente il processo davanti ad una Corte
la cui composizione non prevede piu' giudici militari.
E' presente ad Ankara anche una delegazione ufficiale del parlamento europeo
che assistera' al processo. I parlamentari europei hanno incontrato vari
esponenti delle istituzioni t
,urche, tra cui il ministro di Giustizia e il presidente della commissione
giustizia del parlamento.
I rappresentanti dei giuristi democratici italiani, Desi Bruno e Carmine
Malinconico, hanno incontrato il difensore di Leyla Zana, avvocato Yussuf
Alatas, con il quale hanno affrontato i principali temi giuridici e politici
connessi al delicato processo.
L' avvocato Alatas ha ridimensionato le speranze di una imminente
liberazione dei 4 imputati, anche se nell'udienza del 25 aprile la Corte
dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione. Il processo potrebbe
durare ancora alcuni mesi e certo rappresenta uno dei banchi di prova delle
scelte che l'estabilshament turco intende compiere in vista di una effettiva
democratizzazione del paese e del suo ingresso in Europa .
Nel corso dell'udienza comincera' l'esame dei 26 testi di accusa. Il
processo sara' poi rinviato per il prosieguo di quella che si annuncia una
complessa istruttoria dibattimentale, nella quale, questa volta, il diritto
di difesa dovrebbe almeno avere ingresso.
Desi Bruno e Carmine Malinconico
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