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Si è costituito, in data 9 aprile 2003, il Comitato per il sì ai referendum, finalizzati, rispettivamente, allestensione a tutti i lavoratori subordinati della tutela di cui allart. 18 dello Statuto dei lavoratori contro i licenziamenti ingiustificati (G.U. 1.3.02, n. 51) e allabrogazione dellelettrodotto coattivo (G.U. 24.4. 02, n. 96).
Il Comitato, con sede provvisoria in Lecce, presso il P.R.C. in Viale dellUniversità 85, Lecce, è composto da:
- Partito della Rifondazione Comunista: Antonella Mangia;
- Verdi: Gianni Sergi
- FIOM-CGIL:Rino Giangrande;
- Sinistra DS: Giuseppe Rosafio;
- Area lavoro società- CGIL: Enrico Caruso;
- SLAI COBAS: Luigi Ranfino;
- COBAS SCUOLA: Mina Matteo
- Circolo Iqbal Masiq: Giovanni Seclì
- Lecce social forum: Angelo Salento, Francesca Testi;
- Giovani comunisti: Mauro Chirenti;
- Socialismo 2000: Alessandro Valenti;
- Aprile: Sergio Tolomeo;
- Italia dei valori: Carlo Madaro;
- Osservatorio europeo sulla legalità: Carlo Madaro.
- CUB-RDB: Mino Colì
- Collettivo Universitario: Massimo Lega
- Insieme a Sinistra: Nico Sansone
- Insieme per cambiare (Lequile): Maurizio DellAnna
Il referendum sullestensione della tutela prevista dallart. 18. Stauto Lavoratori costituisce il punto di arrivo delle lotte dei lavoratori contro il tentativo del governo Berlusconi di limitare fortemente lambito di applicazione della norma, aprendo così, la via, alla possibilità per i datori di lavoro di licenziamenti pressochè non sanzionati, fatta salva la previsione del risarcimento del danno, che costituisce uninaccettabile forma di monetizzazione della perdita del posto di lavoro.
Come è noto, lart. 18 prevede la reintegrazione nel posto di lavoro, da parte del giudice, a fronte del licenziamento effettuato al di fuori delle ipotesi di legge (giusta causa o giustificato motivo).
La reintegrazione nel posto di lavoro, che si pone come la soglia minima ineliminabile di tutela dei lavoratori, ha costituito, storicamente, un forte deterrente contro la possibilità di licenziare: molteplici sono state, negli anni, le applicazioni della fattispecie da parte della magistratura del lavoro.
Il referendum si propone di allargare tale garanzia, attualmente limitata alla imprese con più di 15 dipendenti, anche a quelle che occupino meno di 16 dipendenti, realizzando, così, il basilare principio di giustizia sociale delluguaglianza di diritti per tutta la classe lavoratrice.
Non solo, lesito favorevole della consultazione referendaria può costituire un primo passo per lulteriore estensione delle garanzie anche ai lavoratori precari.
In una più ampia ed imprescindibile prospettiva, dire sì a questo referendum deve significare, anche e soprattutto, dire no con forza a tutte le forme di precarizzazione del lavoro introdotte in questi anni, in nome della flessibilità ed in ossequio alle regole del libero mercato, che, di fatto si sono tradotte in una sempre maggiore assenza di regole per il mercato del lavoro.
In questo senso, quindi, il referendum non dovrebbe essere una battaglia a sé stante, ma dovrebbe porsi come uno dei momenti della lotta per la conservazione e lampliamento dei diritti dei lavoratori e sociali in genere, costantemente minacciati dallincalzante logica del liberismo globale.
Nella stessa logica di contrastare la politica di liberismo selvaggio, questa volta in materia ambientale, si pone anche il referendum per labrogazione del diritto di esproprio, senza alcuna autorizzazione, dei terreni finalizzati alla costruzione di elettrodotti, prevista dal r.d. n. 1775 del 1933 ( c.d. servitù di elettrodotto).
La norma poteva avere un senso allepoca dellelettrificazione del territorio, ma ora limposizione di nuovi elettrodotti serve solo per consentire:
a) la deregolamentazione favorita dalla privatizzazione del settore energetico (garantire gli allacci alle centinaia di centrali private, che, attraverso la liberalizzazione si vogliono imporre contro la volontà delle comunità locali);
b) la devastazione del territorio da parte della c.d. alta velocità ferroviaria (TAV);
c) la produzione e trasmissione di energia attraverso gli inceneritori dei rifiuti, ad effetto altamente inquinante.
Il referendum coinvolge, altresì, il problema dellelettrosmog, a causa dellassenza di regole e controlli sulle installazioni di antenne e ripetitori, anchessi notevolmente nocivi per la salute e lambiente.
Il Comitato si propone di realizzare iniziative e dibattiti per sensibilizzare lopinione pubblica sui temi oggetto dei referendum, nonchè di operare nel territorio al fine dellesito favorevole delle consultazioni referendarie.
Per informazioni:
- Rino Giangrande, tel 348/3737337;
- Antonella Mangia, tel. 339/5670015.
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