[Cerchio] da il sole 24 ore Intervista a Ettore Randazzo

Poista viesti

Vastaa
Lähettäjä: Boccadorata
Päiväys:  
Aihe: [Cerchio] da il sole 24 ore Intervista a Ettore Randazzo
Penalisti pronti a scioperare: "Il Governo lede le garanzie"
Roma. La spada di Damocle di uno sciopero degli avvocati penalisti, forse di
più giorni, incombe sulla già disastrata giustizia italiana. "la decisione
sarà presa subito dopo Pasqua, il 23 aprile" fa sapere Ettore Randazzo,
presidente dell'Unione camere penali. Nel mirino c'è il Governo, accusato di
varare misure " da Stato di polizia", di "impronta autoritaria", "che
calpestano le garanzie fondamentali". Misure "raccapriccianti", dice
Randazzo, come l'arresto in flagranza differito previsto dal decreto sulla
violenza negli stadi appena convertito in legge dal Parlamento, che produrrà
effetti "devastanti sulla libertà dei cittadini" tanto più se dovesse mai
essere esteso a manifestazioni, cortei o concerti, ogniqualvolta si
verifichino disordini. Un j'accuse durissimo, quello dei penalisti,
destinato a gettare un'ombra sull'immagine del Governo italiano di paladino
dei diritti e delle libertà fondamentali, che il ministro della Giustizia
Roberto Castelli cerca di accreditare in Europa per giustificare le sue
resistenze alla Superprocura e al mandato di arresto (da attuare entro il
2003).

Presidente Randazzo, com'è possibile essere autoritari e polizieschi in casa
propria e ipergarantisti oltre confine? La posizione del Governo in Europa
non la rassicura?

Francamente no. Non mi sento affatto rasserenato dai buoni propositi del
ministro Castelli nemmeno sul mandato di arresto europeo. Anche in questo
caso, infatti, il ministro ha ritenuto di non doverci consultare, tant'è che
non ha coinvolto l'Unione delle camere penali nella commissione ministeriale
appena nominata per studiare l'attuazione dell'euromandato. Questo è un tema
che ci preoccupa molto e vorremmo vigilare che non vengano travalicati i
paletti costituzionali italiani. Ma il ministro continua a tenerci fuori. E
noi non lo possiamo accettare.

E' molto forte parlare di misure da Stato di polizia. Non crede?

E' molto grave attribuire a un poliziotto la valutazione e la responsabilità
di arrestare un cittadino fuori dai casi previsti dall'articolo 13 della
Costituzione. Tanto più se, come a qualcuno piacerebbe, l'arresto in
flagranza differito dovesse essere esteso a manifestazioni, concerti,
cortei. Del resto, al di là degli intenti, sul piano logico non c'è
differenza. Perchè un Parlamento che ammette questa misura per gli stadi non
dovrebbe ammetterla anche per i cortei o per i concerti ove si verifichino
dei tumulti analoghi? Vorrei che la gente lo capisse e cominciasse ad
allarmarsi sin d'ora.

Quali sono le altre misure da Stato di polizia?

I segnali allarmanti sono più d'uno: dalla stabilizzazione dell'art. 41 bis,
che contrasta con il principio costituzionale della funzione rieducativa
dell apena, alla "separazione" tra Pm e poliza giudiziaria, che il Governo
ha in animo di realizzare con la riforma del processo penale, attribuendo
più poteri alla polizia giudiziaria e allontanandola dal controllo del Pm,
che è invece una garanzia per tutti.

La Cdl impugna la bandiera del garantismo, ma secondo voi la politica del
Governo non è coerente e credibile. E' così?

Sulla difesa dei diritti fondamentali, io registro tristemente
l'insensibilità del Governo e dell'opposizione. Quanto al primo, siamo
estremamente preoccupati: di garanzie finora non ne ho vista neanche una.
Semmai le vedo continuamente calpestate., salvo quando servono a pochi
eletti. Quanto all'opposizione, proprio sulla violenza negli stadi, dopo
aver condotto una sorta di battaglietta, al momento del voto finale si è
astenuta. E questo ci sconforta moltissimo. Anche perchè tutti ci
dicono:"Avete ragione, bravi, fate la vostra battaglia; però sapete,
l'opinione pubblica...". Ma che significa? Che vergogna! Voi che dovreste
fare gli interessi del popolo italiano siete schiavi di che cosa? Dei
sondaggi? Alla maggioranza e all'opposizione dico: affrancatevi dalla
tirannia del consenso.