著者: clochard 日付: 題目: [Cerchio] paura di Bush? Eccome!
di Lietta Tornabuoni - La Stampa
SI può avere paura di Bush? Eccome. Uno che fa un rassicurante discorso
televisivo all'Iraq dove non c'è energia elettrica che permetta di vedere la
tv; uno che ha piazzato sui confini i sacerdoti delle sue congregazioni
pronti a convertire gli iracheni, che ha già fatto stampare libri scolastici
all'americana per le classi elementari irachene, mostrando nessun rispetto
verso una cultura diversa...
Ma fin dall'inizio si poteva aver paura di Bush. E' un figlio di papà:
presidente Usa il padre e presidente Usa il figlio è un vertice di nepotismo
a cui neppure i Kennedy erano arrivati. E' stato eletto male, con pochi voti
e molti pasticci. Ha reagito male alla tragedia dell'11 settembre 2001 a New
York: scagliando l'esercito contro due Paesi, l'Afghanistan e l'Iraq, della
cui colpevolezza non esisteva la minima prova. E' bugiardo: l'unica verità
di questa guerra è che sarebbe stata combattuta comunque, in tutti i casi;
ogni altro discorso è risultato falso. Ha condotto con brutalità una guerra
unilaterale e fuori della legalità internazionale, una guerra impari come la
lotta degli elefanti contro le mosche: e adesso che è finita simbolicamente
(nei fatti,chissà quanto ancora durerà) l'ha definita «un lavoro ben fatto»,
come se fosse una prova di alta professionalità militare ridurre le città in
polvere e ammazzare civili iracheni, alleati inglesi, giornalisti. Consente
lo svolgersi di uno pseudo dopoguerra di uccisioni e saccheggi orribile,
barbaro, senza muovere un dito.
Ha dato ogni testimonianza di volere una politica imperialista,di vedere
negli Stati Uniti i padroni del mondo; e non si può aver paura di Bush, di
quanto grazie a lui può capitarci?