[Lecce-sf] Ricevamo

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Autor: Lecce Social Forum
Data:  
Asunto: [Lecce-sf] Ricevamo
Lamiacittà_01From: fondoverri@???
To: "Undisclosed-Recipient:;"@???
Sent: Friday, March 28, 2003 7:30 PM
Subject: A. Zanotelli.doc

di/traverso
rec.mmmotus&_fondoverri l.c.

Alex Zanotelli
Comitato Permanente per la Pace
Venerdì 7 febbraio 2003, Lecce - Hotel Tiziano

In memoria di un comune amico.

Penso che è importante in questo momento così grande per l'umanità,
ripensare alla fatica di Tonino Bello. Non è stata una vita facile la sua,
gli è costato moltissimo fare quello che ha fatto, e l'ha pagato sulla sua
carne. Lui dice: " Dopo l'esperienza in Iugoslavia, rimango solo, e sento
per la prima volta una gran voglia di piangere ". Tenerezza, rimorso, la
percezione del poco che si è potuto segnare e della lunga strada che rimane
da compiere.
Sarà davvero questa la strategia per sconfiggere il domani ?
È possibile cambiare il mondo con gli esseri sempre disarmati ?
È davvero possibile che quando le istituzioni non si muovono il popolo si
possa organizzare per conto suo e collocare spine sul fianco di chi gestisce
il potere ?
Fino a quando questa cultura della non violenza rimarrà subalterna, questa
impresa continuerà davvero a produrre inversione di marcia ?

" Poi rimango solo e sento per la prima volta una gran voglia di piangere...
"

So che spesso Tonino Bello ha sentito questa " gran voglia di piangere " e
spesso lo ha anche fatto, perché è arrivato a queste conclusioni, e anche
lui le ha pagate.
Quindi volevo essere qui questa sera, proprio in questo momento così grande
per tutti noi, per cercare un attimo di capire ciò che sta avvenendo.
Con testimoni come Tonino Bello, Ernesto Balducci, giudici come Paolo
Borsellino, Tonino Caponnetto, che hanno pagato pesantissimamente, li chiamo
morti viventi, sono presenti qui con noi, camminano con noi, è il grande
mistero della vita. Cercherò di essere molto essenziale, molto asciutto e
arrivare al nocciolo delle cose.
Vi ringrazio per quest'invito, e mi dispiace che per sentire parlare me,
molte persone stavano rinunciando a parlare (per volontà del pubblico
n.d.r.).
Pensate quanta ricchezza avremmo perso per non avere ascoltato. Io non so,
ma come Tonino Bello a volte mi viene da piangere, mi domando: chi sono io ?
Quando ci rifletto un attimo, io devo riconoscere una cosa: sono le persone
che ho incontrato.

È stato importante sentire l'esperienza di ragazzi, di lavoratori, di
immigrati, sono tutte voci molto belle, che ci toccano dentro, che fanno
quello che siamo.
Penso che una delle cose più importanti da fare è quella di ascoltarci. E'
inutile venire qui pretendere e dire NO a questo terribile momento, a
questa terribile guerra che ci aspetta, mentre siamo incapaci di accorgerci
delle nostre differenze.
E' questa la grande lezione di Tonino Bello, è proprio per questo che ha
sofferto, HA ASCOLTATO , ha detto la sua.
E' importante stasera aver messo insieme varie voci, varie espressioni della
società civile leccese, ecco la
bellezza: non c'è un'unica voce, ma ci sono vari filoni che hanno avuto la
voglia di mettersi insieme e di tentare di forgiare una strada davanti.
So che è molto difficile in questa città. Lo so, perché ho lavorato qui a
Lecce per 2-3 anni e so quanto è divisa questa città, ognuno va per sé,
quanto sia stato impossibile creare qualcosa come una piccola rete per
mettere insieme gente, è importante esserci stasera.

Per rafforzare il vostro tentativo di unità, davanti a una situazione del
genere, in presenza anche del sindaco di Alessano e per il decimo
anniversario di Tonino Bello, sarebbe utile tentare una grande marcia da
Lecce ad Alessano, una marcia tutti insieme, tutti i filoni della società
civile, unitariamente, per tentare di mettere insieme questi filoni
sfilacciati della società leccese e del Salento, per un bisogno nobile di
ritrovare unità.
Se non stiamo insieme non combineremo nulla. Ho la gioia immensa di avere
incontrato per le strade d'Italia, centinaia di persone, nei paesi sperduti,
nelle città che stanno cercando di coagularsi per dire no ad una morte che
ci sta aspettando.

In questa società, alla base del disagio giovanile, c'è il disagio degli
adulti, perché questo mondo l'abbiamo creato noi adulti.

È stupendo vedere in quest'Italia così tanti volti belli di giovani,
preparati, intelligenti, come ce ne sono anche qui stasera. Sono portatori
di volti stupendi, pieni di speranza.
In quest' Italia io ritengo che sia la migliore società civile organizzata
d'Europa.
È grande quello che c'è alla base di questo paese .
Alla fine degli anni 60 abbiamo tradito le aspettative dei nostri giovani,
abbiamo visto quello che è avvenuto. Guai a noi se oggi, tradiremo le
aspettative che sognano questi giovani.
Ecco, perché questo profondo senso di chiamarvi all'unità in questa città,
il valore di questa capacita di metterci insieme.
Per esempio, ho parlato stasera con il Senatore Maritati, ho ascoltato con
grande attenzione quello che diceva sulla questione dell' Afghanistan, lui
ha ascoltato le mie ragioni, abbiamo una posizione differente, ma è questa
l'importanza dell'ascoltarci!
Se non riusciamo a trovarci gli uni ricchi negli altri nelle nostre
differenze, non possiamo parlare di pace.
Lo dico a nome di questa realtà così bella che c'è in questo nostro paese.

A nome dei poveri - per dodici anni ho avuto la gioia, diciamo così, di
condividere le loro sofferenze, ma anche la loro voglia matta di vivere.
A Korogocho bastava vedere questi ragazzini che non hanno nulla, la loro
voglia di giocare, di saltare.
La voglia della gente di incontrarsi, di guardarsi in volto, di vivere. Sono
vissuto per dodici anni con gente che lavora in discarica. Da lì parto per
guardare la realtà, per me queste non sono più statistiche, sono VOLTI,
volti di persone bellissime, che hanno una voglia matta di vivere, che sono
costretti a vivere in situazioni così assurde, come vivono a Korogocho Sono
vissuto dodici anni con gente che lavora in discarica, rifiutati dalla
stessa gente di là: come animali.

Il problema nel ragionare della gente, non è solo nella nostra società, è
questione del mondo.

Molti mi hanno definito profeta! Ma, quando vedi migliaia di persone che ci
dimostrano che si può vivere sui nostri rifiuti, sui rifiuti di questa
civiltà, questa è profezia!
Questi sono i profeti che mettono in crisi il sistema.
È incredibile la sofferenza umana.
Un ragazzino che ha vissuto in discarica, a un certo punto si sono accorti
che era malato di aids, allora una donna l' ha preso in casa, l' ha accolto
ma dopo un po' ha pensato di restituirlo alla famiglia di origine perché
stava molto male.

Il sistema è così violento, è il sistema economico che è violento ed è
pagato a caro prezzo dalle donne, sono l'anello debole di questo sistema, e
pagano con il corpo, con la violenza.


Non possiamo evitare la guerra oggi se non cambiamo questo sistema
economico-finanziario. Sono oltre un miliardo di esseri umani che sono
costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno. Gli americani spendono
300miliardi di dollari all'anno per mantenere i loro agricoltori, come fanno
i contadini del Camerun, del Nicaragua a essere competitivi? Il presidente
della banca mondiale ha detto ai paesi ricchi: smettete di fare gli
ipocriti, almeno togliete le barriere doganali, lasciate che i poveri
esportino quello che producono.
In che sistema viviamo? Non è tanto il sistema economico, è più corrotto il
sistema finanziario. Ogni giorno sbattiamo in giro per questo mondo 1800
miliardi di dollari, sono questi che ci fanno guadagnare i soldi e ce li
fanno perdere, il cuore del sistema è la finanza, la speculazione, i paesi
poveri ci danno gli interessi di 200miliardi di dollari, i ricchi non
arrivano a fare neanche 50miliardi di dollari di prestito.
È il potere economico finanziario di questo mondo che si esprime così è
l'organizzazione mondiale del commercio che è la più pericolosa di tutte,
queste tre entità sono nelle mani dei grandi complessi economici. Siamo
nelle mani di 300-400 famiglie al mondo che decidono TUTTO , pensate che 3
famiglie americane, tra cui quella di Bill Gates hanno l'equivalente
finanziario del prodotto nazionale lordo di 48 stati africani, il prodotto
nazionale lordo annuo di stati che rappresentano 600milioni di persone.

Sono loro che decidono le politiche per il mondo.

State attenti, a settembre c'è il trattato sul commercio dei servizi, la
scuola la sanità le prigioni l'acqua.
E' di una gravità estrema questa logica delle privatizzazioni, si farà soldi
su tutto, sarà un disastro per noi, figuriamoci per i poveri, le classi
povere diventeranno sempre più povere e pagheranno pesantissimamente queste
politiche sociali. Provate a capire cosa significa questo per i miserabili
di questo mondo: questa gente non può più andare a scuola.
Unicef: ultimo rapporto 2001, 120milioni di bambini non sono riusciti ad
entrare in prima elementare perché costa troppo.
Provate a capire cosa vuol dire la sanità privatizzata, arrivare la notte in
ospedale e trovare le porte chiuse. L'Unicef ha detto che nel 2001 sono
morti 11milioni di bambini per malattie più leggere di un raffreddore,
sapete che vuol dire per una mamma vedersi morire un bambino per essere
incapaci di comprare la medicina?
È questa l'assurdità del sistema, questo sistema ammazza, uccide.

Sono volti non sono numeri, sono il mio dna, li porto dentro, ecco perché
parlo come sto parlando.

Se a settembre passa questa proposta di privatizzazione siamo fregati, sono
queste le logiche incredibili che stanno imperversando.

Negli ultimi 20 anni in questo paese abbiamo fatto politica con i soldi e il
sangue e le armi. Oggi le armi sono il motore dell'economia mondiale, è
questo il cuore dell'economia mondiale

750miliardi di investimenti in armi.

Con 13miliardi si risolve il problema pane

70miliardi da parte per armi atomiche.

Queste armi servono per avere i privilegi del 20% del mondo.

Questo sistema ammazza, 77 conflitti aperti in questo mondo.

Pensate alla guerra in Congo, enormi interessi, in 6 anni di guerra 2
milioni di morti.
La televisione non lo dice questo.
Buona parte del nostro sistema televisivo è in mano al nostro presidente del
consiglio, il potere mediatico, ecco perché queste notizie non si sentono
nei mass media, queste armi uccidono.

Questo sistema puzza di morte, è un sistema di peccato, questo sistema ci
toglie l'anima.

Il mio appello è: riscoprite i vostri volti la vostra umanità, la bellezza
di ognuno di noi, la riscoperta del volto, dell'essenzialità della persona,
siamo unici e irripetibili ognuno di noi, e non si deve usare nessuno per
costruire chissà quale sociètà.
La cosa che ci rimane da fare è far saltare in aria questo sistema.
Parlando con Curcio un po' di anni fa mi ha detto che la rovina è nel fatto
che molti hanno creduto che il fine giustifica i mezzi. Era arrivato a
questa conclusione: ognuno di noi, ogni uomo ogni donna è unico e
irripetibile, e che non possiamo usare nessuno per costruire chissà quale
società.
Questo è un sistema patriarcale e maschilista, abbiamo bisogno di tenerezza
per sopravvivere in questo pianeta.

La tenerezza è il principio politico vincente.
Gli immigrati sono una ricchezza per noi, noi siamo stati immigrati, le
stesse cose che diciamo dei nostri immigrati oggi, le hanno dette di noi. E
dopo aver lottato per i nostri diritti, abbiamo 60milioni di italiani
all'estero, pensiamo a Bossi, e mi vergogno di essere italiano.
Lui non riconosce gli immigrati come soggetti con diritti, ma li riconosce
perché sono funzionali al sistema del capitale, se ci fosse all'estero una
legge del genere ci rispedirebbero 60milioni di italiani.

Accogliere l'altro.
Non possiamo dire no alla guerra se non diciamo no a questo sistema che dà a
pochi ma a scapito di molti. Il nostro no alla guerra deve essere un sì per
un minimo di giustizia in questo mondo.
Non sono qui a chiedere carità, c'è bisogno di mettere in discussione il
sistema economico finanziario, è importante recuperare volti, recuperare
l'altro, la comunità, insieme.
Da soli non si resiste a questo sistema, anche in piccoli gruppi, la comunit
à è fondamentale, aiutate la gente a riflettere, a stare insieme, a trovare
il gusto in questo sud, che è ancora gusto dell'umano, non fatevi abbagliare
dal gusto del nord, riscoprite le vostre radici, la vostra umanità, metterci
insieme.
Quello che gli operai hanno fatto nel secolo scorso, attraverso lo sciopero,
noi oggi dobbiamo farlo attraverso il recupero dei consumatori: metterci
insieme verso boicottaggi comunitari verso scioperi comunitari, mettendo
insieme gente, ci serve società civile organizzata che abbia il coraggio di
dire no.

Avete un potere enorme tra le mani, datevi da fare, ce la possiamo fare.

Dobbiamo recuperare il potere politico, ogni stato dovrà cedere parte alla
solidarietà, l'Onu non può essere stretto nella morsa di questo grande
potere finanziario, abbiamo bisogno di firme, ho visto migliaia di bandiere
in giro per l'Italia.

Se cominciamo a fare pressione su tutti i nostri deputati e senatori,
possiamo farcela, sono convinto, tutto dipende da noi. I politici hanno
bisogno di voi, con internet, mandate telegrammi, chiedete incontri.

Siamo entrati in un momento della storia umana che io chiamo " crisi
antropologica ".
Molti studiosi dicono che l'umanità sta attraversando la crisi più grave
dalla sua storia perché per la prima volta il senso della violenza è
sfuggito, prima i governi riuscivano vederla questa violenza dell'anima.

È arrivato il momento di rendere la violenza e il sistema della guerra
TABU'.
E' arrivato il momento di fare un salto di qualità.

Gesù di Nazareth ha inventato la non violenza, chiedo ai credenti di
cominciare a tradurlo questo messaggio, in tutte le direzioni.

Non possiamo accettare logiche così perverse, ci troviamo davanti a una
scelta di vita o di morte, ecco l'appello che faccio, non nasce da ideologie
ma dalla profonda esperienza fatta con alcuni popoli, è un appello alla
vita, in pericolo è la vita stessa.

Scegliamo noi la vita, affinché i nostri figli vivano.


registrazione e redazione a cura di
Mauro Marino e Monica Maggiore