[ssf] ESSO sotto pressione

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Author: Patrizio Beraldo
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Subject: [ssf] ESSO sotto pressione
va da sé che queste due iniziative hanno un solo comun denominatore: il
bersaglio sotto tiro.
ognuno può liberamente scegliere il motivo per cui attivarsi, ma, se si
opera uniti, l'efficacia comunque cresce.
personalmente lo faccio per il motivo B] ma anche A] ha qualche aspetto
"interessante".

A]

Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere
nei confronti delle compagnie petrolifere: semplice e geniale!
Possiamo far abbassare il prezzo della benzina ai colossi del petrolio,
senza dover rinunciare ad acquistare benzina !!! Anche se non hai la
macchina, per favore fai circolare il messaggio agli amici.
E' un'idea geniale!
Si sente dire che la benzina aumenterà ancora fino a 1.10 euro / 1.60 chf al
litro.
Possiamo far abbassare il prezzo solo se ci muoviamo insieme, in modo
intelligente e solidale.
Ecco come.
Posto che l'idea di non comprare la benzina un determinato giorno ha fatto
ridere le compagnie (sanno benissimo che, per noi, si tratta solo di un
pieno...differito, perché alla fine ne abbiamo bisogno!), c'è un sistema che
invece li farà ridere pochissimo, purché agiamo in tanti. La parola d'ordine
è: colpire il portafoglio delle compagnie senza lederci da soli.
I petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che
varia tra 0,95 e 1 euro (1.39 e 1.47 chf) al litro sia un buon prezzo, ma
noi possiamo far loro scoprire che il prezzo conveniente è la metà.
Ormai i consumatori hanno scoperto che possono incidere moltissimo sulle
politiche delle aziende, e basta decidere di usare il potere che abbiamo.
La proposta è che, da qui alla fine dell'anno, non si compri più benzina
delle due più grosse compagnie, SHELL e ESSO, che peraltro ormai formano una
compagnia soltanto.
Se non venderanno più benzina, saranno obbligate a calare i prezzi.
Se queste due compagnie calano i prezzi, le altre dovranno per forza
adeguarsi.
Per farcela, però, dobbiamo essere milioni di clienti di Esso e Shell, in
tutto il mondo.
Questo messaggio, proveniente dalla Francia, è stato inviato a una trentina
di persone; se ciascuna di queste aderisce e a sua volta lo trasmette
a...diciamo una decina di amici, siamo a trecento.
Se questi fanno altrettanto, siamo a 3000, e così via.
Di questo passo, quando questo messaggio sarà arrivato alla... settima
"generazione", avremo raggiunto e informato trenta milioni di consumatori!
Inviate dunque questo messaggio a dieci persone, chiedendo loro di fare
altrettanto.
Abbiamo calcolato che, se tutti sono abbastanza veloci nell'agire, potremmo
sensibilizzare circa 300 milioni di persone in otto giorni.
E' certo che, ad agire così, non abbiamo niente da perdere, non vi pare?!

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B]

---- campagna PER LA PACE- STOP ESSO: partecipiamo numerosi a questa
campagna promossa da Bilanci di Giustizia, Rete Lilliput, Centro Nuovo
Modello di Sviluppo, Greenpeace, Botteghe del Mondo.
Pax Christi ci scrive:
Chi compra vota
Sempre più prendiamo consapevolezza della responsabilità collegata ad ogni
acquisto. Il comperare è la forma di consenso a un prodotto del mercato e
l'approvazione e l'incoraggiamento a tutta la filiera di produzione da cui
deriva. Ogni acquisto ci fa diventare consenzienti di tutte le vicende che
hanno dato origine al prodotto che noi scegliamo.
In questo momento, in cui la guerra viene proposta come strumento di
sicurezza e ordine nel mondo, chi è convinto che invece essa provochi solo
sofferenza e distruzione si interroga su quali imprese economiche siano
coinvolte nell'affare guerra. Dire no alla guerra non è sufficiente. E' il
momento di affiancare ai gesti simbolici azioni
nonviolente dirette a incidere sugli equilibri di mercato. L'azione sarà
tanto più efficace se sarà collettiva e orientata verso un prodotto
strategicamente importante come il petrolio.

Bush ha deciso di attaccare l'Iraq soprattutto per garantirsi il controllo
delle più grandi riserve di petrolio al mondo dopo quelle dell'Arabia
Saudita. Ebbene, a fornire il carburante all'esercito americano sarà la
Exxon, la più grande multinazionale petrolifera del mondo, che in Europa è
proprietaria del marchio Esso.
Secondo quanto riportato alla fine di settembre dall'agenzia di stampa
Defense Logistic, la Exxon ha vinto l'appalto di 48 milioni di dollari per
la fornitura di benzina, gasolio ed oli lubrificanti per l' esercito, la
marina, l'aviazione, la Nato e le altre agenzie afferenti al Dipartimento
della Difesa. La fornitura comprende anche l' approvvigionamento alle basi
italiane continentali (Vicenza, Camp Derby, Napoli ecc) ed insulari
(Sicilia, La Maddalena ecc). Questa
cifra è un'inezia per una compagnia con introiti di decine di miliardi di
dollari annui, ma assume un aspetto interessante se si considera che la
Exxon, per la sua posizione di maggiore compagnia petrolifera, per di più
statunitense e con un grande "ascendente" su Bush, sarà la compagnia che più
di altre trarrà profitti dalla conquista dell'Iraq e dei suoi campi di
estrazione, il 25% dei quali era già di sua proprietà prima del conflitto
del 1991.

La Exxon è già al centro di una campagna di boicottaggio internazionale che
coinvolge Gran Bretagna, USA, Francia, Austria, Germania e Australia. Oggi
persino la Deutsche Bank giudica a rischio investire nella multinazionale
petrolifera.
Nel 2000 la Exxon, in occasione delle elezioni presidenziali statunitensi,
ha contribuito alla campagna elettorale del partito repubblicano con oltre
un milione di dollari. Sin dal suo insediamento, è apparso chiaro che il
nuovo Governo statunitense era guidato da una potente lobby legata
all'industria petrolifera. Infatti
tra le prime decisioni di Bush, così come esplicitamente richiesto dalla
Exxon, ci sono state il rifiuto di ratificare il Protocollo di Kyoto sui
cambiamenti climatici, l'avvio all'estrazione petrolifera anche in aree
protette e la rimozione del presidente dell'IPCC (International Panel on
Climate Change) che sin dal 1995 aveva
indicato nell'uso di combustibili fossili la principale causa dei
cambiamenti climatici.

Per tutti questi motivi proponiamo di togliere il nostro consenso a chi
fornisce energia alla guerra: così daremo un segnale del reale potere che è
in mano ai consumatori.
Greenpeace, I Bilanci di Giustizia, Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo,
l'associazione Botteghe del Mondo e la Rete di Lilliput propongono di non
rifornirsi più alla Esso.
Questa azione responsabile e nonviolenta è uno strumento per esprimere
efficacemente dal basso la volontà della stragrande maggioranza della
popolazione.
Per informazioni: www.stopessowar.org