[ssf] Fw: [Bsf] ART. 18: il No Day di padroni, padroncini, m…

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Author: Enzo Arighi
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Subject: [ssf] Fw: [Bsf] ART. 18: il No Day di padroni, padroncini, ministri e commercianti
ANCHE A COMO
IL FRONTE DEL NO AL REFERENDUM
è ABBASTANZA VASTO
VISTA" LA PROVINCIA " DI OGGI A PAG. 15?
----- Original Message -----
From: "S.in. Cobas" <margherita.recaldini@???>
To: "BSF" <bsf@???>
Sent: Sunday, March 09, 2003 11:23 AM
Subject: [Bsf] ART. 18: il No Day di padroni, padroncini, ministri e
commercianti


> S.in.COBAS
>
>
> coordinamento provinciale : via Sostegno, 8/c - Brescia / tel-fax
> 030.2452080 / e-mail sincobasbs@???
>
>
>
> Comunicato Stampa
>
>
>
> AL NO DAY DI CHI CI VUOLE TUTTI PRECARI, FLESSIBILI, LICENZIABILI
>
> OPPONIAMO IL DIRITTO AD UNA VITA DIGNITOSA PER TUTTI E TUTTE
>
> SI ALL'ESTENSIONE DELL'ART. 18 NO ALLA GUERRA DEI"SIGNORI" DEL MONDO
>
>
>
> Si apre domani a Brescia la campagna dei nemici delle lavoratrici e dei
> lavoratori: l'Associazione commercianti (ASCOM) e la Fai, Federazione
> autotrasportatori italiani aderente a Conftrasporto promuovono una
> "adunata" per dire che i diritti del mondo del lavoro devono essere
> subordinati al mercato, al profitto, agli interessi dell'impresa. Non è
> un diritto qualsiasi quello di cui si sta parlando: è l'estensione,
> anche nelle piccole aziende, del diritto a non essere "arbitrariamente"
> licenziati dal proprio padrone (sia esso un imprenditore o un
> commerciante) che costoro vogliono impedire. A sostenere i promotori
> dell'iniziativa anche il Dott. Bettoni, presidente della Camera di
> commercio di Brescia e "sponsor" della mostra di armi leggere EXA, e l'
> ex ministro del centro-sinistra Tiziano Treu. Presenze che la dicono
> lunga sull'intreccio economico-politico del fronte che vorrebbe ridurre
> i lavoratori dipendenti a "risorse flessibili" totalmente subordinate
> all'arbitrio del "datore di lavoro" . Guerra, riarmo e limitazione dei
> diritti di chi per sopravvivere è costretto a "vendere" la propria forza
> lavoro sono facce della stessa medaglia che unisce i sostenitori della
> guerra "preventiva" e i paladini degli interessi dell'impresa. Una
> visione economica, politica e sociale che non può che essere contrastata
> dalle lavoratrici e dai lavoratori, veri destinatari della guerra
> economica, politica e militare che vede Bush, Blair e Berlusconi
> coalizzati contro il volere della maggioranza delle popolazioni del
> mondo.
>
> Il S.IN.COBAS, tra i promotori del referendum sull'estensione dell'art.
> 18 dello Statuto dei Lavoratori anche alle piccole aziende, ritiene che
> all'arroganza di chi pensa che i diritti del mondo del lavoro possano
> essere sacrificati in nome dei profitti dell'impresa si debba opporre l'
> unità dal basso di tutte le lavoratrici i lavoratori, a prescindere
> dalle appartenenze politiche e sindacali, su contenuti chiari e
> inequivocabili:
>
> ¥     SI all'estensione dell'art. 18 anche ai dipendenti delle piccole
> imprese e quindi all'impegno in tutti i luoghi di lavoro per contrastare
> la propaganda falsa e allarmistica dei  comitati per il No al
> referendum. Il SI può vincere e da lì si può ripartire per dare garanzie
> anche al vasto mondo del lavoro precario e falsamente "autonomo" che,
> solo cambiando le politiche sindacali degli ultimi anni, si potrà
> sottrarre all'arbitrio e al ricatto. Diritti uguali per tutte e tutti a
> prescindere dal datore di lavoro e dal contratto di riferimento: questo
> l'obiettivo che può riunificate lavoratori stabili e precari, pubblici e
> privati, giovani e anziani.

>
> ¥     No alla guerra perché è una guerra per garantire "libero mercato e
> libero commercio" (come ha dichiarato Bush) e noi la conosciamo questa
> libertà: è la flessibilità del lavoro, il ricatto salariale, le peggiori
> condizioni di sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, le politiche
> contro i migranti (frontiere aperte per merci e capitali e chiuse per
> donne e uomini). La loro libertà di poterci meglio sfruttare.

>
> ¥     No alla guerra perché la guerra costa - costano le armi per
> combatterla e gli eserciti che la fanno - e questi costi li pagherebbero
> ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori.

>
> ¥     No alla guerra perché ancora una volta sarà la popolazione
> irachena a subirne le conseguenze. Una popolazione già stremata da un
> embargo che dura da oltre dodici anni e che ha provocato oltre 1 milione
> e mezzo di morti, 40% dei quali sono bambine e bambini sotto i 5 anni.
> Loro saranno - ancora una volta le vittime - gli "effetti collaterali"
> di bombe "intelligenti" e di eserciti occupanti.

>
>
>
> Brescia, 8 marzo 2003
>
>
>
>                                         S.in.Cobas
> Coordinamento Provinciale di Brescia

>
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