Autor: Radio Città Aperta Data: Assumpte: [RSF] LA GUERRA AI CANCELLI. editoriale
La guerra ai cancelli
editoriale del 13 febbraio
Mentre le cancellerie delle grandi potenze si accapigliano sulle loro
divergenze sull'aggressione militare all'Iraq, in casa nostra c'è già chei
ha metabolizzato il clima di guerra. E' notizia di questi giorni che la
Confindustria intende introdurre delle sanzioni economiche contro i
lavoratori metalmeccanici che sciopereranno in 21 febbraio prossimo, perchè
"romperebbero la tregua" sindacale.
Al di là del dettaglio che i lavoratori in sciopero già pagano gli scioperi
di tasca loro (perdendo più di quello che incassano sulla busta paga), la
minaccia della Confindustria ci conferma che la guerra non è solo un fattore
militare che si combatte in paesi e confini lontani, ma che lentamente entra
nel DNA della società civile incarognendo ancora di più i rapporti sociali.
Gli industriali, o meglio, i padroni, vogliono sentirsi sicuri che, anche in
caso di guerra, la produzione, le gerarchie e la disciplina del lavoro non
subiranno scossoni. Al contrario, è necessario che i lavoratori si sentano
in qualche modo militarizzati al loro posto di lavoro e vengano ritenuti
disertori se rivendicano i loro diritti.
Anche questo non è un dettaglio, perchè - finalmente - sembra che contro
questa guerra sono già state avviate le procedure per la convocazione di uno
sciopero generale qualora il governo Berlusconi vi trascini dentro il paese,
uno sciopero reso legittimo e di altissimo valore morale non solo perchè i
lavoratori, storicamente, si sono opposti alle guerre di aggressione, ma
perchè contro questa guerra si è ripetutamente pronunciata l'80%
dell'opinione pubblica, delegittimando così la vocazione servile e
guerrafondaia del governo e ponendo serissimi problemi di legittimità ad un
Parlamento ed un esecutivo che non rispettassero gli orientamenti della
società.