[RSF] appello a Ciampi dal mondo della ricerca

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Autor: vanni attili
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Assumpte: [RSF] appello a Ciampi dal mondo della ricerca
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=20
11.02.2003=20
Appello al Presidente della Repubblica


Illustre Presidente,

gli scienziati e i ricercatori italiani non possono tacere. Gli
scienziati e i ricercatori italiani non possono assistere senza reagire
alla destrutturazione del sistema della ricerca nel nostro Paese. I
decreti di riforma passati in "prima lettura" nel Consiglio dei Ministri
dello scorso 31 gennaio sono una minaccia non solo perch=E9 mettono una
seria ipoteca sulla capacit=E0 produttiva della ricerca pubblica, ma =
pi=F9
in generale perch=E9 animati da un atteggiamento ideologico nei =
confronti
del sapere e della conoscenza che =E8 contro il sapere e la conoscenza.
Ridurre drasticamente l'autonomia scientifica del lavoro di ricerca,
introdurre una strutturazione rigida e fortemente gerarchica,
privilegiare la direzione politica rispetto al merito scientifico,
significa di fatto non avere chiari quali sono realmente i principi che
governano in tutto il mondo evoluto un'efficace ed efficiente attivit=E0
di ricerca.
L'idea che un modello aziendalistico (antiquato oltretutto perch=E9 =
ignora
il valore della rete e delle autonomie) possa essere trasferito
all'organizzazione della ricerca scientifica, tradisce grave =
estraneit=E0
e incompetenza da parte degli estensori di questi decreti (che sembra
ormai accertato siano stati formulati con la consulenza di una societ=E0
esperta nella ristrutturazione di aziende in crisi). Non =E8 quindi un
caso che la comunit=E0 scientifica non sia stata coinvolta in questo
processo di riordino: non si sono interpellati gli organismi interni
agli enti che si vogliono riformare, non si =E8 avviato un chiaro e
trasparente dibattito. Non si sono neppure attese le risultanze del
Parlamento, che pure aveva deciso di avviare un'indagine conoscitiva
sullo stato della ricerca in Italia. Un'altra gravissima preoccupazione
che questi decreti sollecitano =E8 il fatto che essi sono pervasi
dall'idea che sia possibile avere ricadute applicative immediate e
dirette programmandole dall'alto. Emerge infatti con chiarezza la spinta
verso la ricerca applicata a scapito di quella di base o fondamentale
che viene o abbandonata o fortemente limitata ad alcune aree ritenute
pi=F9 promettenti. E' questa un'altra idea in assoluta controtendenza =
con
l'esperienza di chi fa ricerca e con le impostazioni che vengono anche
dagli altri Paesi: non esiste ricerca applicata seria e davvero
innovativa senza una ricerca di base vasta e profonda; le pi=F9
interessanti scoperte o invenzioni non sono programmabili e spesso
producono straordinari effetti ed eccezionali ricadute sulla societ=E0
solo molto tempo dopo (basti pensare alla "rivoluzione elettronica" o
alla scoperta del DNA di cui quest'anno si celebrano i 50 anni). Gli
scienziati e i ricercatori di questo Paese hanno nel proprio bagaglio
culturale e nelle tradizioni l'idea del cambiamento e dell'adeguamento
alle evoluzioni sociali, naturali e culturali. Non sono avversi alle
riforme, anzi le invocano, sperando che queste li sostengano pi=F9
efficacemente nel lavoro che svolgono con passione. Sono per=F2 =
fortemente
contrari ad uno stravolgimento dei principi alla base del lavoro di
ricerca che produrrebbe non un sistema differente ma semplicemente una
messa in stallo di uno dei settori strategici del Paese. La cultura, la
ricerca, i saperi non li si governa attraverso il comando politico. Per
queste ragioni gli scienziati e i ricercatori italiani non possono
tacere; per queste ragioni gli scienziati e i ricercatori italiani che
sottoscrivono questo appello si rivolgono per la seconda volta in poche
settimane al proprio Presidente, al Capo dello Stato. Per queste ragioni
il 12 febbraio prossimo scienziati e ricercatori italiani si troveranno
a dover dare pubblica manifestazione del loro dissenso davanti al
Parlamento della nostra Repubblica, riconsegnando simbolicamente i
propri strumenti di lavoro.=20
=20
L'Osservatorio sulla ricerca

Giorgio Bernardi, Carlo Bernardini, Giovanni Bignami, Marcello Buiatti,
Giorgio Careri, Cristiano Castelfranchi, Maria Luisa Dalla Chiara,
Tullio De Mauro, Giuseppe Galasso, Paul Ginsborg, Carlo Ginzburg,
Margherita Hack, Paolo Sylos Labini, Franco Pacini, Giorgio Parisi,
Paolo Prodi, Adriano Prosperi, Tullio Regge, Giorgio Salvini, antonio
Tabucchi, Giuliano Toraldo di Francia.
=20
=20
Se desiderate aderire all'appello
<http://www.lescienze.it/guest/post.htm> compilate il modulo on-line
oppure consultate la lista delle ultime adesioni
<http://www.lescienze.it/guest/index.php3> (http://www.lescienze.it/)
=20

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<p class=3DMsoNormal style=3D'margin-right:64.8pt'><b><font size=3D2
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<br>
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<p =
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Illustre Presidente,<o:p></o:p></span></font></p>

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<span class=3DGramE>gli</span> scienziati e i ricercatori italiani non =
possono
tacere. Gli scienziati e i ricercatori italiani non possono assistere =
senza
reagire alla <span class=3DGramE>destrutturazione</span> del sistema =
della
ricerca nel nostro Paese. I decreti di riforma passati in "prima
lettura" nel Consiglio dei Ministri dello scorso 31 gennaio sono =
<span
class=3DGramE>una minaccia non solo</span> perch=E9 mettono una seria =
ipoteca sulla
capacit=E0 produttiva della ricerca pubblica, ma pi=F9 in generale =
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da un atteggiamento ideologico nei confronti del sapere e della =
conoscenza che
=E8 contro il sapere e la conoscenza.<br>
Ridurre drasticamente l'autonomia scientifica del lavoro di ricerca, =
introdurre
una strutturazione rigida e <span class=3DGramE>fortemente</span> =
gerarchica,
privilegiare la direzione politica rispetto al merito scientifico, =
significa di
fatto non avere chiari quali sono realmente i principi che governano in =
tutto
il mondo evoluto un'efficace ed efficiente attivit=E0 di ricerca.<br>
L'idea che un modello <span class=3DSpellE>aziendalistico</span> =
(antiquato
oltretutto perch=E9 ignora il valore della rete e delle autonomie) <span
class=3DGramE>possa</span> essere trasferito all'organizzazione della =
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scientifica, tradisce grave estraneit=E0 e incompetenza da parte degli =
estensori
di questi decreti (che sembra ormai accertato siano stati formulati con =
la
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crisi).
Non =E8 quindi un caso che la comunit=E0 scientifica non <span =
class=3DGramE>sia
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gli organismi interni agli enti che si vogliono riformare, non si =E8 =
avviato un
chiaro e trasparente dibattito. Non si sono neppure attese le <span
class=3DGramE>risultanze</span> del Parlamento, che pure aveva deciso di =
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un'indagine conoscitiva sullo stato della ricerca in Italia. Un'altra
gravissima preoccupazione che questi decreti sollecitano <span =
class=3DGramE>=E8 il
fatto che</span> essi sono pervasi dall'idea che sia possibile avere =
ricadute
applicative immediate e dirette programmandole dall'alto. Emerge<span
class=3DGramE> infatti</span> con chiarezza la spinta verso la ricerca =
applicata
a scapito di quella di base o fondamentale che viene o abbandonata o =
fortemente
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idea in
assoluta controtendenza con l'esperienza di chi fa ricerca e con le =
impostazioni
che vengono anche dagli altri Paesi: non esiste ricerca applicata seria =
e
davvero innovativa senza una ricerca di base vasta e profonda; le pi=F9
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producono
straordinari effetti ed eccezionali ricadute sulla societ=E0 solo molto =
tempo
dopo (basti pensare alla "rivoluzione elettronica" o alla =
scoperta
del DNA di cui <span class=3DSpellE>quest'</span>anno si celebrano i 50 =
anni).
Gli scienziati e i ricercatori di questo Paese hanno nel proprio <span
class=3DGramE>bagaglio culturale</span> e nelle tradizioni l'idea del =
cambiamento
e dell'adeguamento alle evoluzioni sociali, naturali e culturali. Non =
sono
avversi alle riforme, anzi le invocano, sperando che queste li <span
class=3DGramE>sostengano</span> pi=F9 efficacemente nel lavoro che =
svolgono con
passione. Sono per=F2 fortemente contrari ad uno stravolgimento dei =
principi alla
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non un
sistema differente ma semplicemente una messa in stallo di uno dei =
settori
strategici del Paese. La cultura, la ricerca, i saperi non <span =
class=3DGramE>li
si governa</span> attraverso il comando politico. Per queste ragioni gli
scienziati e i ricercatori italiani non possono tacere; per queste =
ragioni gli
scienziati e i ricercatori italiani che sottoscrivono <span =
class=3DGramE>questo </span>appello
si rivolgono per la seconda volta in poche settimane al proprio =
Presidente, al
Capo dello Stato. Per queste ragioni il 12 febbraio prossimo scienziati =
e
ricercatori italiani si troveranno a dover dare pubblica manifestazione =
del
loro dissenso davanti al Parlamento della nostra Repubblica, =
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simbolicamente i propri strumenti di lavoro. =
<o:p></o:p></span></font></p>

<p =
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>L'Osservatorio

sulla ricerca<o:p></o:p></span></font></i></b></p>

<p =
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Giorgio <span class=3DSpellE>Bernardi</span>, Carlo <span =
class=3DSpellE>Bernardini</span>,
Giovanni <span class=3DSpellE>Bignami</span>, Marcello <span =
class=3DSpellE>Buiatti</span>,
Giorgio <span class=3DSpellE>Careri</span>, Cristiano <span =
class=3DSpellE>Castelfranchi</span>,
Maria Luisa Dalla Chiara, Tullio De Mauro, Giuseppe <span =
class=3DSpellE>Galasso</span>,
<span class=3DSpellE>Paul</span> <span class=3DSpellE>Ginsborg</span>, =
Carlo <span
class=3DSpellE>Ginzburg</span>, Margherita <span =
class=3DSpellE>Hack</span>, Paolo <span
class=3DSpellE>Sylos</span> <span class=3DSpellE>Labini</span>, Franco =
<span
class=3DSpellE>Pacini</span>, Giorgio <span =
class=3DSpellE>Parisi</span>, Paolo
Prodi, Adriano <span class=3DGramE>Prosperi, Tullio Regge</span>, =
Giorgio <span
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Francia.<o:p></o:p></span></font></p>

<p =
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<p =
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<p =
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style=3D'font-size:12.0pt'>Se desiderate
<a href=3D"http://www.lescienze.it/guest/post.htm">aderire =
all'appello</a>
compilate il modulo on-line oppure consultate la lista delle <a
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adesioni</a></span></font><font
size=3D2><span style=3D'font-size:10.0pt'> <span =
style=3D'mso-spacerun:yes'>=A0</span>(</span></font><font
size=3D2 face=3D"Courier New"><span =
style=3D'font-size:10.0pt;font-family:"Courier New"'><a
href=3D"http://www.lescienze.it/">http://www.lescienze.it/</a><span =
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size=3D2><span style=3D'font-size:10.0pt'><o:p></o:p></span></font></p>

<p class=3DMsoNormal><font size=3D3 face=3D"Times New Roman"><span =
style=3D'font-size:
12.0pt'><o:p>&nbsp;</o:p></span></font></p>

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