[Lecce-sf] prima bozza...(non ancora intergarta)

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Author: Verdi Lecce
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Subject: [Lecce-sf] prima bozza...(non ancora intergarta)



>From: "luca ruberti" <loukas2@???>
>Reply-To: forumlecce@???
>To: <forumlecce@???>
>Subject: Re: [Lecce-sf] prima bozza...(non ancora intergarta)
>Date: Wed, 5 Feb 2003 21:53:25 +0100

ritengo che Luca abbia fatto un buon lavoro, anche se l'intervento andrebbe
un pò "asciugato": per esempio eliminando gli slogans finali ed il
passaggio in cui si rivendica una autonomia culturale che è già ben
evidente in ragione dei contenuti che proponiamo. Ho apportato questi
"tagli" ed alcune lievi modifiche/integrazioni al testo che riporto di
seguito.
Mauro Pascariello

Veniamo da Assisi, da Roma, da Firenze e da Porto Alegre, oppositori
irriducibili - senza "se" e senza "ma" - della guerra economica, sociale e
militare, agita dai potenti della Terra per asservire il pianeta ai propri
interessi politici, economici e culturali.

Dopo i fatti dell'11 settembre del 2001, che abbiamo assolutamente
condannato tanto quanto tutti gli attacchi contro i civili in altre parti
del mondo, noi dei movimenti collettivi e dei Social Forum abbiamo
immediatamente lanciato - anche qui nel Salento - una campagna di
mobilitazione contro la guerra.

Avversiamo qualsiasi forma di violenza e terrorismo, sia che provenga da
Stati che da gruppi politici. Ma siamo altresì consapevoli che nessuna
reazione al terrorismo può significare una risposta di guerra, di morte, di
bombardamento sui civili, su intere entità statali. Non può significare
ostilità ad un’intera area culturale e religiosa, razzismo e xenofobia. Non
può voler dire barattare i diritti civili e le libertà democratiche in nome
della difesa da un nemico inafferrabile e pervasivo.

La pace e la democrazia non si esportano né si costruiscono con le bombe e i
carri armati.

Anche questo nuovo, annunciato passaggio bellico rivela piuttosto la faccia
brutale e liberista dei Governi che guidano oggi la globalizzazione
dell’economia.
Il preteso carattere di “guerra al terrorismo” nasconde una guerra che ha la
sua ragione d’essere nel controllo e nel dominio delle regioni ricche di
importanti risorse energetiche e nelle dinamiche del neoliberismo. In nome
di logiche imperiali e di un’idea aggressiva e integralista di Occidente si
propone di configurare uno scenario di “guerra dei trent’anni”, capace solo
di un nuovo disordine internazionale, di squilibri e lacerazioni del
pianeta.

Uno stesso disegno lega il ricorso alla guerra militare in Iraq alla
globalizzazione dell’economia; la circolazione libera per merci e capitali e
limitata per la persona migrante; l’erosione dei diritti umani e sociali
alla privatizzazione di beni e servizi fondamentali (acqua, sanità,
scuola..); l’attacco ai diritti di chi lavora (e anche di chi il lavoro non
ce l’ha) al rafforzamento degli esecutivi padronali e statali. Il disegno di
una GUERRA ECONOMICA GLOBALE E PERMANENTE.

Noi stiamo lottando per i diritti sociali, la giustizia sociale, per la
democrazia e contro tutte le forme di oppressione.
Vogliamo un mondo di differenze, di libertà e di rispetto reciproco. Non
crediamo a nessun fantomatico “scontro di civiltà”. Con un processo di
partecipazione dal basso stiamo costruendo un’Europa dei cittadini e delle
cittadine, un'Europa sociale schierata contro la guerra, aperta a una
democrazia delle culture, garante dei diritti di tutti e tutte coloro che
l'attraversano.
Un'Europa non asservita alle ragioni del petrolio e dei poteri militari ed
economici delle grandi multinazionali e delle alleanze di guerra. Non una
fortezza liberista e antidemocratica, ma un motore di pace nel mondo.
Abbiamo deciso di porre le questioni relative ai migranti al centro della
battaglia complessiva contro la globalizzazione neoliberista e contro i
processi di polarizzazione identitaria incrementati dalla guerra e dal
terrorismo, dalla retorica dello “scontro di civiltà”.
La libera circolazione delle persone, materialmente rivendicata e praticata
dai migranti, disegna una globalizzazione opposta a quella neoliberista. A
questo laboratorio cosmopolita d'un mondo ed una globalizzazione diversi,
abbiamo deciso quindi di connetterci.

La difesa dei diritti dei migranti è la difesa dei nostri stessi diritti.
Siamo per la chiusura di tutti i Centri di Permanenza Temporanea e dei
Centri di identificazione. Luoghi di sospensione dei diritti e di
segregazione razziale, nei quali ogni giorno vengono reclusi uomini e donne
incolpevoli (persino richiedenti asilo). Luoghi di sperimentazione della
cittadinanza della “fortezza Europa”.
Siamo per la chiusura di queste nuove carceri, sia che a proporcele -
sostenendole o gestendole - sul territorio salentino sia una Ong,
un’Amministrazione eletta sotto un ramoscello d’ulivo o la Chiesa locale.
Stiamo semmai agendo contro le retoriche dell’accoglienza che nascondono
affari per chi li gestisce e umiliazioni e violenze per quanti sarebbero
colpevoli di essere “stranieri”.

La costruzione di un mondo pacifico e diverso è esercizio faticoso e
paziente.
Il nostro impegno per una società policulturale, la realizzazione di una
cittadinanza transnazionale e cosmopolita, al pari della nostra opposizione
alla guerra militare che interessa ancora l’Afghanistan e si riaffaccia in
Iraq dopo un decennale ricorso all'arma della fame, sotto forma di embargo,
è un elemento costitutivo del nostro modo di essere costruttori di pace, di
un mondo diverso, della nostra opposizione alla stessa guerra economica
globale permanente.

Fermiamo insieme questo nuovo passaggio bellico. Legittimato o meno
dall’ONU, sarebbe una catastrofe per i popoli dell’Iraq e per tutti i popoli
del Medio Oriente. Produrrebbe solo lacerazioni, odio, reazioni
terroristiche, catastrofi umanitarie, nuovi orrori.

Una mobilitazione internazionale, una massiccia opposizione a questa guerra
rilanciata dal Forum Sociale Europeo di Firenze e da Porto Alegre 2003, il
prossimo 15 febbraio vedrà nelle piazze del mondo milioni di persone per
ribadire NO ALLA GUERRA senza “se” e senza “ma”.
Veniamo da Assisi, da Roma, da Firenze e da Porto Alegre. Torniamo dunque
insieme, a Roma, per opporci decisamente alla guerra economica, sociale e
militare.

In caso di attacco, scendiamo tutti in piazza il giorno dopo ed
intraprendiamo un comune percorso di manifestazioni locali e nazionali già
il primo sabato sera successivo alla paventata azione di guerra.

Possiamo e dobbiamo fermare questa deriva di guerra globale, anche da qui,
da Lecce.


Lecce Social Forum                                        7.2.2003




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