Szerző: clochard Dátum: Tárgy: [Cerchio] Ah, lo stato sociale...
Il Mattino
Caserta
ODISSEA AL MOSCATI
Niente intervento
dopo venti giorni
di attesa in corsia
«Venti giorni di ricovero in ospedale aspettando di essere sottoposti ad un
intervento al ginocchio che alla fine non è stato fatto, sono solo uno
spreco di denaro pubblico e va denunciato. Specialmente se per ottenere la
"carità" del posto letto si è stati in lista d'attesa più di due mesi. Se
avessero dato a me solo la metà dei soldi spesi per fornire vitto, alloggio
e assistenza alberghiera a mia moglie per tutto quel tempo potevamo
permetterci di anadre in vacanza per un mese alle isole Hawaii».
Con queste parole Salvatore Cancello, 72 anni, ex operaio ai cantieri
navali, denuncia alla redazione del Mattino la disavventura che ha visto per
protagonista la moglie Nicolina Argenio. Settantun anni appena compiuti, tre
figli sposati residenti tutti lontano da casa, ed un nugolo di nipotini, per
un grave problema d'artrosi la simpatica nonnina dallo scorso mese di
ottobre ha avuto necessità urgente di un intervento chirurgico ortopedico.
E' l'unico problema di salute che ha. «L'operazione -dice Salvatore-
dovrebbe permetterle di recuperare l'uso dell'arto inferiore destro, leso
nella funzionalità da un'artrosi al ginocchio che, per una calcificazione
dei menischi, la faceva soffrire da mesi e che ora le rende difficile
camminare persino all'interno di casa. Almeno così ci ha detto lo
specialista dell'Inam di Aversa che il 28 ottobre ha consigliato il ricovero
urgente. Un ricovero che -aggiunge il combattivo "vecchietto" mostrando le
certificazioni- abbiamo chiesto ai medici dell'ortopedia dell'ospedale
Moscati già il giorno dopo alla visita. Poi quello appresso e il successivo
e l'altro e l'altro ancora. Ogni volta ci è stato detto di tornare domani.
Alla fine uno dei medici ha consigliato di presentarci in ospedale subito
dopo le feste di Natale. Così abbiamo fatto». E alla fine il posto letto è
arrivato. «Il 3 gennaio -ricorda la moglie- è uscito quel posto benedetto e
sono stata ricoverata. Mi hanno fatto subito le analisi e le radiografie per
essere operata. Sembrava dovesse essere subito, ma invece niente. Nessuno ha
detto quando avrebbero fatto l'intervento. Tant'è -continua- che quel giorno
non arrivava mai. Erano tutti più urgenti di me. E sono passati diciotto
giorni. Diciotto giorni di disagio, perchè una donna che non può andare in
bagno da sola deve farsi mettere la pala da un infermiere maschio. Non ne ho
visto di donne in reparto. Alla fine la data dell'intervento è stata decisa
solo dopo che mio marito si è fatto sentire dai medici: lunedì 20 gennaio».
Finite le peripezie? Niente affatto quel giorno la signora Nicolina non è
stata operata. «L'anestesia spinale non ha funzionato -ricorda- Non mi ha
addormentata la gamba, però mi ha provocato paura e dolore. Così i medici si
sono fermati ed hanno pensato di riprovare il giorno seguente. Ma ho detto
no grazie, così presto non ci sto. Ho messo la firma e sono andata via
facendo una croce nera sull'ospedale di Aversa. Per risolvere il mio
problema -conclude- andrò in una clinica privata dove lo stesso intervento
si fa in day hospital».