[RSF] R: LIlliput-CTM - Info su Porto Alegre

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vi mando lettere di smentita ufficiali di CTM altromercato in merito alla vicenda CPT
Regina Pacis
saluit. fc.

-----Messaggio originale-----
Da: Paolo Gentilucci <paologentilucci@???>
A: fgmlab@??? <fgmlab@???>; marcomagni@??? <marcomagni@???>
Cc: Pangea Ufficio <pangea@???>
Data: lunedì 27 gennaio 2003 15.49
Oggetto: Chiarimenti da Ctm Altromercato


Caro Marco, cara Francesca, sono Paolo Gentilucci responsabile della Ctm per
il centro Italia.
Ho saputo della questione Ctm sud sud da Marco Pierro (che lavora
all'agenzia RomaEnergia dell'ACEA e che frequenta anche la Torre) durante la
Festa dell'Altra Economia. La storia è semplice: noi non siamo loro. Mi
spiego. Ctm, o meglio il consorzio Ctm Altromercato (dove Ctm sta per
Cooperazione terzo Mondo) è un consorzio di Botteghe del Mondo, le varie
Pangea, Chico Mendes, Com.E.S., Mandacarù ecc... sparse in tutta Italia. La
nostra sede legale è rimasta a Bolzano insieme agli uffici legati ai
produttori e all'amministrazione, mentre il magazzino e la parte commerciale
è a Verona. L'anno scorso abbiamo venduto prodotti equosolidali alle
botteghe socie e non socie per 21 milioni di euro; proponiamo i Fair Trade
days, le colazioni in Bottega, attività di formazione per la rete delle
botteghe, sia dal punto di vista commerciale che "politico". Su
www.altromercato.it trovate maggiori informazioni ed anche gli aggiornamenti
riguardanti le nostre campagne: datteri dall'Iraq, cous cous dalla
Palestina, la campagna sulla crisi internazionale del prezzo del caffe'
ecc...
Insomma, questi siamo noi.

Ctm sud sud di Lecce, dove Ctm sta per Controinformazione, è una
associazione che tra le tante cose, giuste o sbagliate, gestisce anche un
negozio nel quale vende prodotti di commercio equo, di altre centrali di
importazione però, perché noi, Ctm Altromercato, abbiamo deciso di non
rifornire tale organizzazione proprio per i suoi comportamenti.

Dopo aver parlato con Marco Pierro ho riferito la questione al nostro
ufficio stampa e quello che vi invio è il comunicato ufficiale che Danilo
Tucconi ha fatto girare.
Siamo, purtroppo, consapevoli che l'omonimia genera una pericolosa
confusione, aumentata dal fatto che Ctm sud sud gestisce anche un negozio di
commercio equo, ma siamo certi che quando arriveremo ad una tutela anche
legale della dicitura Commercio Equo e solidale o Bottega del Mondo, queste
magagne saranno le prime a venire alla luce.
Cordiali saluti

--
Paolo Gentilucci
paologentilucci@???
http://www.altromercato.it
tel 06 37357568
fax 06 37357567
cell 3358297661
--


-----Messaggio originale-----
Da: Paolo Gentilucci <paologentilucci@???>
A: Mauro Riccardi <fgmlab@???>; marcomagni@??? <marcomagni@???>
Data: lunedì 27 gennaio 2003 15.49
Oggetto: FW: quale ctm?


------ Forwarded Message
From: danilotucconi@???
Date: Thu, 23 Jan 2003 19:48:16 +0100
To: tmaccarrone@???
Cc: miranchitoarci@???
Subject: quale ctm?

In seguito ad alcune segnalazioni pervenute dalla rete vorremmo sottoporre
alla vostra attenzione la nostra precisazione rispetto la (non) relazione
tra il consorzio Ctm altromercato e il centro di accoglienza per
richiedenti asilo "Lorizzonte" nella provincia di Lecce.

Premetto che Ctm altromercato non opera in ambiti dell'acoglienza o simili
e si dedica esclsuivamente al commercio equo e solidale (distribuzione di
prodotti equi e solidali, attività di cooperazione, sensibilizzazione e
informazione, finanza etica ).

Seppure in messaggi che descrivono la drammatica situazione delle persone
(ospiti o reclusi?) sia citata l'organizzazione che gestisce il centro
come Ctm Movimondo e non Ctm altromercato è possibile qualche confusione
essendo i due nomi molto simili, considerando inoltre che nei resoconti si
usa per brevità la sigla CTM, cosa che può indurre in tentazione. (Tale
quasi omonimia esiste in effetti da anni e anche in passato ha causato
alcuni disguidi)

Per evitare ulteriori confusioni vi precisiamo dunque che:
CTM ALTROMERCATO, CONSORZIO DI 120 BOTTEGHE DEL MONDO IN TUTTA ITALIA, CON
SEDE LEGALE A BOLZANO, SEDI OPERATIVE A VERONA E NAPOLI, NON GESTISCE O HA
O HA AVUTO A CHE FARE CON IL CENTRO DI ACCOGLIENZA tristemente raccontato
da chi lo ha visitato. Ci auguriamo che per quanto riguarda il suddetto
centro si possa fare il possibile per fare chiarezza e non possiamo che
appoggiare chi sta facendo il possibile in questa direzione.

Mi auguro con ciò di aver chiarito eventuali dubbi.
Rimanendo a vostra disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti vi
saluto fraternamente
danilo tucconi

Ctm altromercato
tel: 045 8008081

www.altromercato.it

Piazza R. Simoni 33
Verona 37122

-----Messaggio originale-----
Da: g.catalano@??? <g.catalano@???>
A: forumroma@??? <forumroma@???>
Data: lunedì 27 gennaio 2003 16.05
Oggetto: Rif: [RSF] LIlliput-CTM - Info su Porto Alegre



a proposito di CTM, che partecipa a tutti i forum a Porto Alegre, il 23.1,
è giunto per posta elettronica questo comunicato da "as. miranchito" ,
possibile che da una parte predica bene e dall'altra razzola malissimo.
(Sono rimasta molto delusa , da oggi in poi controllerò che le cose che
acquisto del "commercio equo solidale" non siano del CTM), ciao..:

Compagne e compagni vi inviamo la risposta di Cinzia Nachira, responsabile
provinciale dei probelemi sull'imigrazione del PRC di Lecce, che ha
visitato il CPT Regina Pacis e il centro per richiedenti asilo Lorizzonte,
il 16 novembre 2002.


Abbiamo domandato a Cinzia di fornirci informazioni piu' dettagliate sul
"Centro di accogienza per richiedeteni asilo LORIZZONTE", per sapere se,
effettivamente, esso fosse gestito da CTM.


Cinzia ci ha confermato che e' proprio l'organizzazione per il "Commercio
Equo e Solidale" a governare quel centro, nei modi descritti dal resoconto
che riportiamo qui di seguito.


Cinzia ci ha detto di avere visitato pochi giorni fa 'Lorizzonte" e che le
condizioni di vita delle/i migranti richiedenti asilo e dei minori non
accompaganti non sono mutate rispetto a quanto gia' segnalato.


In piu', CTM avrebbe preteso che fossero prelevati Euro 8,00 dal sussidio
di Euro 17,00, che lo Stato destina giornalmente alla/al richiedente
asilo, e di indirizzare tale somma a proprio favore, quale compensazione
delle spese di vitto, alloggio e gestione del centro "Lorizzonte".


Tale richiesta, su intervento delle/dei compagne/i di Lecce e delle/i
migranti, non avrebbe avuto seguito.


Informiamo per denunciare tale comportamenti contro le/i migranti, attuato
da organismi sedicenti equi e soldali verso le popolazioni del "terzo
mondo".


Sollecitiamo migranti, organizzazioni antirazziste, ecc., a dare
solidarieta' concreta alle/ai richedenti asilo del campo de "Lorizzonte" e
alle/ai compagne/i di Lecce, per combattere queste forme di emarginazione
e sfruttamento.


Saluti.


Asociacion Intercultural "MI RANCHITO"


1)Resoconto della visita al Centro accoglienza per richiedenti asilo
Lorizzonte

Nel pomeriggio di sabato 16 novembre, dopo aver visitato il Cpt Regina
Pacis, la delegazione si e' portata verso le 16 e 30 presso il centro
di
accoglienza per richiedenti asilo Lorizzonte (sic, si chiama proprio
cosi',
senza apostrofo). La composizione era piu' o meno uguale alla mattina
con l'
aggiunta di due compagni del Lsf (un'insegnante e un avvocato).
Lorizzonte e' in aperta campagna tra Squinzano e Casalabate, in
provincia di
Lecce. Il centro e' gestito da operatori del Ctm-movimondo, il
direttore
Vinicio Russo, non c'e' (un'abitudine dei direttori?). Veniamo
accolti da un
nutrito gruppo di operatori che immediatamente (si erano ben
preparati.) ci
descrivono le loro attivita', soprattutto la dottoressa direttrice del
centro sanitario. Cosa strana: l'unica emittente televisiva presente
e' Top
Video, creat a dal Ctm, che intervista, inevitabilmente, Niki Vendola.
La
telecamera di Stefano Menchierini, pero', deve restare spenta.
Evitiamo di
fare troppa polemica, perche' in ogni caso le cose che vedremo in
otto non
le dimenticheremo. La presenza militare, anche se piu' discreta nei
nostri
confronti, e' forte e si tratta di guardia di finanza.
All'arrivo troviamo il questore di Lecce in persona, che, al solito,
vuole
un colloquio privato, anche se all'aperto, con Niki Vendola. Sembra
che sia
la giornata dei misteri e delle confessioni. Pazientemente aspettiamo
circa
un quarto d'ora prima di muoverci. Veniamo fatti entrare direttamente
nel
settore dove i reclusi (anche qui in definitiva gli
"ospiti" non possono
uscire, gli esterni possono entrare col contagocce) hanno le loro
"stanze".
I migranti dormono in androni disadorni su letti a castello (dieci per
stanza) con materassi in stato relativamente migliore che al Regina
Pacis,
in ogni caso impregnati di umidita' e senza coperte e guanciali. Alla
domanda sulla mancanza di lenzuola, la dottoressa e la vicedirettrice
del
centro si lanciano in una spiegazione arzigogolata su "abitudini
diverse",
per le quali i migranti userebbero le lenzuola come accappatoi.Ci
assicurano
che ogni giorno (!?) i materassi vengono messi all'aria e trattati in
modo
particolare.
Queste spiegazioni convincono poco. Quei materassi non sembrano
essere stati
all'aria poche ore prima. Due componenti della delegazione si
avvicinano ad
una finestra, tentano di aprirla, resta loro in mano! Evidentemente,
almeno
in quel dormitorio (non ne vedremo altri), le persone che ci vivono e
dormono, non possono aprire la finestra (immaginiamo che in estate
debba
essere un vero problema col caldo). I muri sono stracolmi di scritte,
in
diverse lingue, molto sporchi. Alla domanda: che costerebbe una
rivernicia ta? Una risposta poetica: possiamo impedire loro di
"fare murales"
? Pero' osserviamo noi i locali della mensa sono stati riverniciati
molto di
fresco. Ancora e' fortissimo l'odore di vernice, che prende alla
gola. A
quel punto la dottoressa ci invita a non "credere ai cattivi
reportages su
di loro" in cui si e' detto anche che nelle toilettes non c'era
carta
igienica. La carta non c'era, sostiene, perche' "hanno
l'abitudine di
buttare i rotoli nel water". Insistiamo, e allora? Allora hanno
preferito
dare un rotolo a testa. Domanda cattiva: e che cambia? Non possono
ugualmente gettarlo nel water? Gesto insofferente della
vicedirettrice, che
ci spiega che addirittura hanno tentato inizialmente di installare
dei water
che poi "loro hanno rotto perche' hanno una cultura
diversa" (!!), sicche'
hanno dovuto rimettere i bagni alla turca. Anche qui pero' il dubbio
che le
latrine siano state rotte per reagire a con dizioni di vita
inaccettabili si
insinua nelle nostre menti. Altre volte Lorizzonte e' stato teatro di
rivolte interne, c'e' anche una denuncia penale di due ex reclusi. A
questa
vita sono costretti anche molti bambini. Alcuni piccolissimi. Che
fanno
durante il giorno? Giocano, ci dicono. Dove? Qui. Con cosa non si
capisce. I
piu' grandicelli vanno a scuola? No. Aiutano. Chi e a fare cosa?
Nessuna
risposta. Tutti ci facciamo la stessa domanda: ma per questi bambini
vivere
in questi condizioni non equivale a crescere in una cella? Loro e i
loro
genitori di cosa sono colpevoli?
Veniamo invitati a parlare con un gruppo, scelto da loro, di ragazzi
iracheni. Parlano poco italiano, scarso inglese, quindi aspettiamo che
arrivi il "mediatore culturale", ossia un marocchino che ha
deciso di
restare a lavorare nel centro. Alla domanda se hanno chiesto l'asilo
politico in Italia, i ragazzi rispondono in coro di no. Ma
so prattutto non
hanno intenzione di chiederlo. Ci dicono di essere scappati per fame
e non
per sfuggire alla dittatura di Saddam Hussein. Non vogliono chiedere
l'asilo
politico perche' se non lo ottenessero per loro tornare in Iraq
significherebbe finire in carcere, se lo ottenessero non potrebbero
tornare
in patria per cinque anni. Sono convinti di poter ottenere un foglio
di via
che gli consenta di raggiungere la Germania. Ci guardiamo
frastornati: ma lo
sanno che il foglio di via con la Bossi-Fini e' stato cancellato e che
esiste solo l'accompagnamento alla frontiera? Che oggi la legge
"entro
cinque giorni" impone l'espulsione? E che se vengono catturati
finiscono in
un carcere italiano e poi vengono espulsi, con tanto si segnalazione
alle
autorita' del loro paese? Significativamente non rispondono, mentre
un'
altra operatrice si affretta a "chiarire" che per loro
anche se chiedessero
l'asilo politic o si aprirebbe una prospettiva da incubo: anche se
ascoltati
dalla commissione nazionale fino al riconoscimento definitivo dello
status
di rifugiato non possono lavorare, ne' sposarsi, ne' fare alcunche'
(le
strade che restano loro aperte sono quelle del lavoro nero o del
delinquere
per sopravvivere). Hanno diritto teoricamente a un sussidio miserrimo
(circa
duecentomila delle vecchie lire al mese) che in pochi, inoltre,
ottengono e
riscuotono con regolarita'. Che possono fare una volta che la
commissione
dice si ? O tornare nel centro (per sopravvivere: in molti casi sono
intere
famiglie con bambini piccoli) o "arrangiarsi". Che futuro
hanno se la
commissione dice di no? Nessuno. L'espulsione.
Anche qui le risposte alle questioni tecniche sono piu' rilassate: la
retta
giornaliera e' di trentacinquemila delle vecchie lire. Chiediamo
perche'
tanta differenza col Cpt? Come colmate la differenza, che
eviden temente
significa meno servizi? Col volontariato. E' una risposta? No.
La discussione con gli operatori prosegue: non vi sembra un carcere?
Si, ma
cerchiamo di renderlo piu' umano. Perche' il Ctm, una Ong, ha
accettato di
gestire un centro di detenzione? Perche' altrimenti finiva in mani
peggiori.
Ma cosa c'e' di peggio di un carcere con dentro anche minori dagli
zero anni
ai diciassette? Colpevoli solo di essere venuti al mondo?
Le risposte tecniche, sono l'alibi. Ne sono passati 24.000 di
richiedenti
asilo dal centro. Che fine hanno fatto? Molti sono stati espulsi,
altri,
pochi, hanno ottenuto l'asilo politico, altri sono riusciti, per loro
fortuna a fuggire dall'Italia.
La vicedirettrice insiste sul fatto che si sono battuti per rendere
piu'
"umano" il centro. Hanno rifiutato di mettere le sbarre
alle finestre del
piano terra. A quelle del primo piano, escluso dalla nostra visita
(nessuno
riesce a chiama rci e a farci salire come al Regina Pacis), le hanno
messe
per sicurezza, ci dicono. O per evitare tentativi di fuga o suicidio?
Resta la sensazione fortissima che a Lorizzonte, la nostra
"protezione" sia
stata organizzata in modo capillare. Ci si sente come i giapponesi in
gita
organizzata.
Il fiore all'occhiello de Lorizzonte e' il centro Don Milani per i
minori
non accompagnati. Nell'avviarci vediamo un immenso campo di carciofi.
Chi li
coltiva? Fanno finta di non sentire. Si vendono? Si, sono i
"carciofi della
solidarieta'". A chi vanno i proventi delle vendite? Al centro.
Chi li
coltiva? Il dubbio che i cosiddetti ospiti vengano trasformati in
contadini
forzati resta.
Il centro per i minori e' sicuramente piu' accogliente, di recente
costruzione. Anche qui i responsabili chiedono un colloquio privato
con
Vendola che dura una ventina di minuti. Cosa gli hanno chiesto? Forse
di
intercedere presso chi ha fatto denuncia contro di loro?
Anche qui resta il buco nero del rapporto con gli avvocati. Anche qui
assicurano che il Cir gestisce le pratiche dell'asilo. E per coloro
che non
intendono chiedere asilo? Perche' non ci fanno rispondere da loro?
Altra questione: gli operatori si rendono conto che tra poco, dopo l'
estinzione dei centri di seconda accoglienza, quel centro si
trasformera' in
Cpt? Come intendono muoversi? Non lo sanno. Tirano a campare. E la
militarizzazione sempre piu' evidente del centro? Non sanno. La
visita si
conclude dopo circa due ore. Cosa abbiamo visto? Un altro carcere a
cielo
aperto. Dove, per carita', siamo stati invitati a tornare e dove noi
torneremo. Anche li' e come in Palestina per fare un'azione di
"protezione
di civili".
Le considerazioni finali sono che tra il Cpt e il centro per
richiedenti
asilo non c'e' differenza sostanziale. La cosiddetta "politica
dell'
accoglienza" in rea lta' altro non mira che all'espulsione.
Le proposte che ci vengono in mente a fine giornata sono:
- a livello nazionale deve essere preso contatto con il Cir e
l'
Acnur per capire bene che tipo di rapporto esiste fra i reclusi e gli
avvocati, che sembrano ombre;
- al livello parlamentare, dopo la raccolta di materiale
specifico,
occorrera' fare una battaglia per risolvere il problema dei
richiedenti
asilo e del limbo indecente in cui sono costretti a vivere per anni;
- richiesta anche per Lorizzonte di visite a
"sorpresa", con l'
obbligo da parte del centro di far entrare le persone delle
associazioni
impegnate nella solidarieta';
- monitoraggio anche per Lorizzonte, come per il Cpt, da
parte di un
gruppo stabile di parlamentari del nostro partito, innanzitutto (senza
escludere chi si rende disponibile di altri gruppi), sistematico e
possibilmente mensile.

Cinzia Nachira (responsab ile provinciale immigrazione Prc Lecce)
Lecce, 17/11/02


2)Cinzia <cinachi@???> wrote:
Cari compagni e compagne, ho ricevuto la vostra richiesta il 7 gennaio e
solo ora trovo il tempo per darvi le informazioni che chiedete. Per ciò
che
riguarda il Cpt "Regina Pacis" ho da aggiungere poco al resoconto del 16
novembre. Purtroppo è un vero e proprio lager dove possono entrare solo
parlamentari o consiglieri regionali e con il contagocce gli avvocati.
Proprio in questi giorni, motivo del mio ritardo, la magistratura ha
aperto
un'inchiesta sulle denunce che 17 cittadini maghrebini hanno sporto agli
inizi di dicembre. Ovviamente si è scatenata una canea terribile: la
Curia
e gran parte delle istituzioni ed anche, ahimé, del centro sinistra hanno
fatto numerosi appelli di solidarietà in favore di questi carcerieri. Le
denunce sono scattate per violenze inaudite che queste persone, tutte
giovanissime, hanno subito (pestaggi, imposizione di carne di m aiale ai
musulmani perdipiù durante il Ramadan, ed altro) dopo un sacrosanto
tentativo di fuga a metà novembre. Oggi la situazione è che grazie al
loro
coraggio, non è facile denunciare i propri aguzzini quando non si ha il
permesso di soggiorno e voi lo sapete bene, siamo riusciti a sollevare il
velo di ipocrisia sulla presunta "accoglienza" italiana, che altro non è
un
buco nero dal quale i migranti vengono ingoiati per poi essere espulsi. I
Cpt in realtà sono dei posti dove ogni diritto è negato. Hanno più
diritti
i reclusi nelle carceri speciali. Cari compagni e compagne speriamo che a
livello nazionale la battaglia politica che si è iniziata porti a
ridiscutere nel complesso la politica verso i migranti. Non è solo la
questione imprescindibile della chiusura dei Cpt, ma anche di una legge
che
garantisca il diritto d'asilo, la possibilità di non "clandestinizzarsi"
con il meccanismo infernale del permesso di soggiorno collegato al l
avoro e
alla casa. ciò che questa esperienza, nella sua drammaticità, preziosa ci
ha insegnato è che, in ogni caso, senza i migranti nessuna battaglia è
possibile.
Per ciò che riguarda il CTM la risposta è positiva. E' esattamente la
rete di Ong che organizza il cosiddetto commercio equosolidale. Questo è
un altro capitolo doloroso. Della serie nati bene e cresciuti male...Ma è
meglio per ora che io mi fermi qui. Se volete potrò dirvi altro sul Ctm
in un'altra lettera





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