[RSF] LIlliput-CTM - Info su Porto Alegre

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Sent: Sun, 26 Jan 2003 15:13:33 NFT

Sperando di fare cosa grata a tutti, giro questi comunicati che la delegazione
di CTM Altromercato sta inviando al circuito del commercio equo e solidale su
quanto sta accadendo a Porto Alegre.
Sappiamo che l´informazione giunge piuttosto scarsa soprattutto in questi
giorni dove la stampa e´ concentrata sulla vicenda Agnelli.

Un abbraccio a tutti,

Roberto Barbiero
Coop. Mandacaru´
CTM Altromercato
Rete Lilliput

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Messaggio 1

DALLA DELEGAZIONE DI

CTM ALTROMERCATO

AL FORUM SOCIALE DI PORTO ALEGRE 2003

23 GENNAIO 2003

1) RIUNIONE DELLA DELEGAZIONE ITALIANE PROSPETTIVE DEL FORUM
2) NEL 2004 IN INDIA!
3) CTM ASTROMERCATO AI SEMINARI SULL’ECONOMIA SOCIALE

In attesa della grande manifestazione di questo pomeriggio, il FSM è già
iniziato. E’ iniziato per la maggioranza delle delegazioni e reti di
organizzazioni qui presenti, già da ieri attive negli incontri interni, nella
preparazione delle iniziative dei giorni prossimi, e soprattutto nella
riflessione su “dove va il FSM e quali prospettive politiche ed
organizzative”. La domanda non è affatto di routine: appare evidente a tutti,
soprattutto a chi è fin dall’inizio coinvolto nel Forum Sociale, la necessità
di ragionare sulle modalità decisionali ed organizzative, onde evitare una
ripetitività che porterebbe solo danno rispetto alla qualità, alle aspettative
ed al livello di partecipazione raggiunto dal FSM. Sono attesi 70.000
delegati, ma oltre a ciò è evidente che il peso politico (e la partecipazione
oramai notevole di parlamentari e sindacati, con diversi interventi e seminari
previsti) pone a tutti/e diversi interrogativi. Diciamo ciò sentendoci del
tutto coinvolti anche in questo ennesimo FSM, dove già respiriamo un’aria di
partecipazione straordinaria, e senza condividere le tante preoccupazioni di
chi in fondo pensa e dice “piccolo è bello: ora il FSM rischia di annacquare
la propria identità e capacità di esprimere contenuti innovativi”.

Abbiamo partecipato stamane alla riunione della delegazione italiana, dove
sono state riportate le decisioni in seno al Consiglio Internazionale che
gestisce il FSM, e le valutazioni sulle prospettive. Le presentiamo perché ci
sembrano significative e già in grado di dare un senso a questo FSM 2003.

A) RIORGANIZZAZIONE DEL Consiglio Internazionale (C.I.) del FSM: come dare una
dialettica democratica ed una rappresentanza globale al C.I., mantenendolo in
grado di prendere decisioni? Il FSM non sarà (è) più un evento, ma un
processo, costituito dai forum continentali. Primo obiettivo del FSM:
allargare gli eventi regionali e continentali, dando ad essi la stessa
dignità. Occorre allargare il C.I. (attualmente di 72 persone), includendo
reti e network, per renderlo effettivamente rappresentativo di tale processo.
Per fare ciò occorrono regole e criteri. La discussione su ciò sarà l’oggetto
principale del C.I. e delle varie delegazioni (e quindi se ne parlerà assai
anche in Italia) dal 29/1/03, il giorno dopo il FSM; ma si è già deciso che la
segreteria organizzativa del FSM non sarà composta (come ora) solo da
brasiliani; inoltre il FSM avrà una propria dinamica interna, per cui non
necessariamente sarà in contemporanea a Davos, come finora.
B) PROSSIMA EDIZIONE: NEL 2004 IN INDIA! Questa a nostro avviso è la decisione
più importante finora presa dal C.I., costata 7 opre di discussione faticosa.
Questo passo rende concreta la dimensione globale dl Forum, aprendo
concretamente la riorganizzazione ed il passaggio ad una fase successiva a
quella iniziale. Noi ne siamo particolarmente contenti: è giusto e necessario
che si completi la visione politica e sociale (finora molto latina americana
ed eurocentrica), andando presso una dimensione cosi differente dalla nostra
tradizione politico-sociale, eppure così ricca di movimenti civili. Ci sono
dubbi sugli aspetti organizzativi, ma tutta la delegazione italiana (che ha
spinto per questa soluzione) è convinta che sia più importante il significato
politico della scelta fatta. Poi (compromesso) nel 2005 il FSM dovrebbe
tornare a Porto Alegre, in attesa di divenire (in discussione) biennale (con
scadenze più ravvicinate dei Forum continentali e tematici).
C) CTM ALTROMERCATO E L’ECONOMIA SOCIALE: parlando di noi e di COMMERCIO EQUO
E SOLIDALE, siamo qui con l’obiettivo di proseguire il lavoro fatto per il FSE
di Firenze, cioè continuare la tessitura di rapporti con le altre
organizzazioni (in particolare europee e sudamericane) di economia sociale, e
di dare spazio e visibilità a questo tema. Nel FSM 2003 i nostri temi sono
senz’altro più visibili delle passate edizioni; in particolare una rete
informale di organizzazioni comes ed economia sociale/solidale europee
(soprattutto francesi) e brasiliane ha coordinato i lavori, il cui esito è
costituito da un paio di conferenze ufficiali (la prima domattina)
sull’economia solidale, e numerosi altri seminari tra loro connessi. Siamo
soddisfatti del lavoro svolto, e del contributo che vi abbiamo dato, non solo
per la sempre maggior diffusione dei nostri temi (cui vanno connessi quelli
sul consumo critico, la finanza etica, l’economia locale), ma per la preziosa
eredità di rapporti e fiducia che lascia tra organizzazioni che operano nello
steso campo e che solo l’anno scorso non si conoscevano. Questo – occorre
ricordarlo – non è un frutto secondario delle dinamiche mosse dal FS di
Firenze e dai FSM 2002 e 2003, a nostro avviso risorsa indispensabile per far
emergere le nostre proposte ed i nostri contenuti (cosa su cui si sta
lavorando anche in Italia). Siamo quindi contenti che come
Ctm altromercato parteciperemo a tre significativi seminari: 1) “Come rendere
la finanza solidale uno strumento di finanziamento privilegiato per il
commercio equo e solidale” (25/1 mattina); 2) “Consumo ed economia sociale”
(25/1 pomeriggio; seminario all’interno del ciclo “La vita dopo il
capitalismo”); 3) “Commercio equo: un’alternativa alla globalizzazione?” (27/1
mattina, seminario di bilancio dei workshop sull’economia sociale/solidale).
Con tutto ciò, sentiamo che la nostra presenza qui a Porto Alegre, e l’esserci
stati sin dall’inizio, ha un senso ed una prospettiva, utile a perseguire gli
obiettivi del commercio equo ed ad allargare il nostro orizzonte…

Infine, una sola considerazione: stamane Petrella nella riunione della
delegazione italiana mostrava dubbi rispetto al fatto che il FSM si è
moderato, includendo molte persone e organizzazioni non in linea con i suoi
contenuti originari, e dimenticando di approfondire e proporre contenuti e
campagne capaci di imporsi a livello mondiale. Noi non concordiamo: i
contenuti sono al centro del FSM, ed è ovvio che ora, alla terza edizione, si
dedichi molto tempo alle strategie, base per qualsiasi agenda di iniziative
internazionali. Ma riteniamo che il contenuto principale di questo FSM stia
sotto alcune cifre: noi italiani c siamo dimezzati (come presenza: oltre 1.000
a poco più di 500), ma contemporaneamente (ed è visibile) sono aumentate
moltissimo le presenze africane ed asiatiche, contribuendo al record delle
presenze. Questo è un risultato che, visto con occhi non eurocentrici,
dovrebbe darci la prospettiva: i contenuti senza una base sociale realmente
globale servono a poco, e fino alla scorsa edizione il FSM era ancora molto
calibrato su due continenti: il nostro e l’America Latina. Inoltre, non è
forse anche per merito delle passate edizioni che quest’anno LULA verrà ad
incontrarci (il 24/1 alle 18.00), ma come capo di stato?!

Da Porto Alegre, la delegazione del Consorzio Cm altromercato:
Giovanni Bridi
Giorgio Dal Fiume
Stefano Magnoni
Maurizio Ricci (Chico Mendes)
Paolo Morini (Chico Mendes)
Roberto Barbiero (Mandacarù)

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Messaggio 2

Porto Alegre 24 gennaio 2003
DALLA DELEGAZIONE CTM ALTROMERCATO AL FORUM SOCIALE MONDIALE 2003

Il FSM è iniziato, ed alla luce dell’assetto organizzativo complessivo ne
emergono meglio identità e problemi. Ma innanzitutto due note positive.

MANIFESTAZIONE DI APERTURA: ieri pomeriggio la Marcia di apertura è stata
davvero grande (stimate almeno 200.000 persone) e ricca di sigle e striscioni,
rappresentativa della ricchezza della partecipazione di questa edizione. Clima
e feeling ottimo, cui contribuisce – in attesa dell’incontro con lui di oggi
pomeriggio - anche la consapevolezza di “Lula Presidente” (moltissimi i
cartelli di supporto a Lula, o le magliette di autodenuncia: “ho votato
Lula!”), esempio concreto di “un altro mondo è possibile”, pur sapendo i
problemi che inevitabilmente già emergono e dei quali qua si discute
apertamente, a partire dalla sua partecipazione a Davos ed alla scelta di
alcuni – in particolare quelli economici – ministri del suo governo.

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE ED ECONOMIA SOCIALE/SOLIDALE: siamo soddisfatti di
vedere come le nostre tematiche specifiche hanno assunto al FSM (e quindi
dentro i tanti network di organizzazioni dei vari continenti) una visibilità e
rilievo istituzionale interessante, e riteniamo – essendo qui quasi soli nel
2001, e organizzando il partecipato seminario (l’unico sul Fair Trade) nel
2002 – di aver dato il nostro contributo (rappresentando anche la nostra
attiva base sociale) a ciò. Quest’anno sono oltre 50 le iniziative al FSM,
piccole e grandi, che a diverso titolo si occupano di economia
sociale/solidale, e prima di tutto di commercio equo (vedi oltre paragrafo sul
seminario sul commercio equo). E a parlarne non siamo solo noi occidentali, ma
anche molti sudamericani ed alcuni politici (ieri sera abbiamo conosciuto il
neo segretario dell’Economia Solidale del nuovo governo brasiliano, ed il 26/1
ci sarà su questo tema un incontro con il Ministro del Lavoro brasiliano).
Anche se in modo a nostro avviso ancora insufficiente, emerge la
consapevolezza che l’economia sociale/solidale non è solo una “buona azione” o
il sostegno agli esclusi, ma soprattutto riferimento necessario per qualsiasi
strategia di cambiamento sociale: non c’è alternativa politica e sociale
possibile senza una pratica economica tanto alternativa quanto sostenibile. E
in tale accoppiata di principi e di pratica
concreta sta il grande significato del Fair Trade, e la grande attenzione
verso il nostro movimento e la nostra esperienza.

PROBLEMI ORGANIZZATIVI E DI IDENTITA’ DEL FSM
Il FSM è iniziato nella confusione organizzativa: il programma complessivo è
stato reso disponibile solo oggi pomeriggio, molti padiglioni e tendoni
stamane erano ancora in montaggio, mancano riferimenti nei vari luoghi di
svolgimento degli incontri. Abituati alla efficienza totale degli anni
passati, è una novità negativa che incide – almeno in questa prima giornata –
sulla percezione e la partecipazione dei presenti. Ma a nostro avviso il
problema organizzativo rappresenta problemi ben più grandi di identità e
prospettiva del FSM, forse inevitabili alla terza edizione e data l’enorme
partecipazione e visibilità acquisita. Forse il FSM quest’anno pecca di
gigantismo: 1.100 workshop; tra le 10 e le 15 conferenze mondiali ogni
mattina; altri seminari a tutte le ore; incontri tematici (lavoro/sindacato,
donne/femminismo, razzismo/negritudine, educazione, enti locali…), ed
ovviamente il flusso ininterrotto degli incontri tra e dentro le reti (anche
quella dell’economia sociale/solidale) e le varie delegazioni e sul futuro
dell’assetto interno al Consiglio Internazionale che gestisce il FSM. Non è
solo un problema di quantità: ci sono, solo per fare un esempio, almeno 15
workshop sul tema dell’acqua, tra loro non coordinati, (le iniziative
sull’economia sociale/solidale di cui parlavamo sopra sono quasi tutte in rete
tra loro). Ripetitività e dispersione emergono in modo molto pi
ù rilevante dell’anno passato, in questa grande “fiera” che è il FSM.
Associando ciò al moltiplicarsi degli incontri di alto livello – tra leader
internazionali o tra grandi organizzazioni, per esempio quelli in calendario
tra tutte le federazioni dei sindacati mondiali – e l’evidente interesse dei
media ma anche delle delegazioni nazionali più che sul presente dei
“contenuti” sul futuro del FSM (e sul pesare nelle decisioni organizzative e
nell’agenda delle iniziative), ci sembra evidente che quest’anno l’insieme dei
contenuti e delle esperienze rappresentato dai workshop (anha una scarsa
rilevanza. Essendo il FSM pensato e presentato come uno “spazio disponibile
per tutti coloro che condividono la critica al neoliberismo ed alla guerra, la
cui sintesi è l’insieme delle iniziative e non le decisioni di un ristretto
gruppo di dirigenti”, questo ci sembra un cambio – negativo – rilevante. Che
rende necessario (ci sembra di poter dire all’inizio del Forum) un
ripensamento sui pesi e le misure del FSM, cercando di “governare” e limitare
un gigantismo dannoso e che la vetrina (pur necessaria ed importante) non vada
a discapito della partecipazione delle tante organizzazioni di tutto il mondo,
ed in definitiva dei contenuti. Anche a tal fine ci sembra che l’effettuazione
del prossimo Forum Sociale Mondiale in India possa dare in contributo ed
evitare una inerzia pericolosa.

PRIMO INCONTRO SULLA RETE DI ECONOMIA SOLIDARIA
Siamo nell’accampamento della gioventù, in un tendone. L’organizzazione,
perfetta degli anni scorsi, è andata un po’ in tilt quest’anno complice
l’enorme afflusso di gente e problemi con il sistema informatico. L’inizio
avviene con una piccola cerimonia sui colori, i punti cardinali e il
significato per la vita degli elementi naturali secondo le tradizioni
indigene. Parlano diversi rappresentanti delle reti di economia solidale, più
dal punto di vista teorico che pratico. Molte interessanti suggestioni ma ci
sembra che non ci sia ancora una chiarezza reale di cosa sia questa economia
solidale e soprattutto quale sia il suo progetto: testimonianza,
contaminazione, confronto, integrazione con l’economia attuale. Positivo il
fatto che quest’anno l’economia sociale abbia uno spazio molto ampio al Forum
con conferenze anche nelle sale principali dell’Università PUC (storica sede
delle attività del FSM). C’è una tavola rotonda ben organizzata con Max
Havelaar-Francia, Global Exchange (Usa), Artisans du Monde (Francia),
un’organizzazione di produttori indiana. Presenti alcune migliaia di persone,
a testimoniare del forte interesse sul tema Fair Trade: una cosa impensabile
solo due anni fa’ quando eravamo (noi di Ctm altromercato) quasi i soli
rappresentanti del commercio equo mondiale. Partecipa alla tavola anche Paul
Singer, neo ministro per l’economia solidaria del governo Lula. Du
e parole, poca enfasi, ma un grande impegno: quello di dar fiato all’economia
solidale anche come programma per sconfiggere la fame.
Era programmato anche un seminario su prodotti ecologici e commercio equo
organizzato da Associazione Consumi Etici e Alternativi (Acea), ma è andato
deserto, pare per mancanza dei relatori.

La Delegazione del Consorzio Ctm altromercato a Porto Alegre 2003:
Giovanni Bridi
Giorgio Dal Fiume
Stefano Magnoni
Paolo Morini (Chico Mendes Milano)
Maurizio Ricci (Chico Mendes Milano)
Roberto Barbiero (Mandacarù Trento)

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Messaggio 3

Porto Alegre 25 gennaio 2003
DALLA DELEGAZIONE CTM ALTROMERCATO AL FORUM SOCIALE MONDIALE 2003

1) ANCORA SULL’ECONOMIA SOCIALE/SOLIDALE
2) PRESIDENTE LULA A PORTO ALEGRE
3) CONFERENZA CGIL E DISOBBEDIENTI
4) UN’ENORME LUOGO EDUCATIVO

Oggi sabato c’è davvero tantissima gente al FSM: si scrive bene all’ombra
degli alberi nel giardino di uno dei tantissimi baretti che rendono
confortevole la Pontificia Università Cattolica, osservando il via vai
continuo di centinaia di persone in ogni direzione, provenienti da ogni
continente. Passata la confusione iniziale, arrivato oggi il programma
completo, tutto sembra filare liscio. Ancor più che nelle altre edizioni,
l’associazione tra i contenuti espressi dalle tantissime iniziative ed il
Forum stesso come megaevento che rende invisibile ogni singolo tema emerge a
volte in modo virtuoso (un contenitore capace di dare spazio a tutti), a volte
in modo contrastante (un luogo dove ogni iniziativa si perde e contano solo i
grandi leader/appuntamenti). Anche per questo fatichiamo a raccontare il FSM
solo come una raccolta di eventi, contenuti, iniziative cui abbiamo
partecipato o copromosso: questo Forum è tutto ciò, ma anche il contrario e a
volte sembra che il “vero” significato del Forum vada ben oltre la sommatoria
di conferenze e seminari e relatori/trici. Se si guarda l’insieme del
programma è difficile evitare una sensazione di insostenibilità complessiva: i
1.700 workshop attivati (non 1.100 come detto in messaggio precedente)
impediscono di cogliere il FSM in modo complessivo e disorientano. Ma d’altra
parte andando in giro (nella vastità di spazi apparentemente i
nfinita che questa gradevole ed efficiente città sembra poter mettere a
disposizione) c’è gente in ogni stanza, quasi ad ogni iniziativa, ed è tutto
un ridondare di cartelli, depliant informativi, sale con persone che
discutono, applausi che rimbombano…

In questa complessità e verificando bene il programma generale, i “nostri”
temi appiano ancor più presenti e diffusi di quanto avevamo detto all’inizio:
i titoli dei workshop rimandano in decine e decine di casi ai temi del
commercio equo, delle reti di economia locale o alternativa, del
cooperativismo, del consumo critico, degli scambi non monetari, dell’etica
nella gestione d’impresa o nella finanza. Le sigle sono spesso a noi
sconosciute (molte sudamericane), ed evidenziano proprio per ciò l’attenzione
(riteniamo più a livello di organizzazioni di base che di leader o grandi
strutture) a questi temi “pratici” dell’economia sociale/solidale. Stamane
abbiamo partecipato come relatori al workshop sul rapporto tra finanza etica e
commercio equo, organizzato da organizzazioni francesi. L’esperienza della
raccolta di risparmio e finanza etica promossa da Ctm Altromercato ed
effettuata da una parte delle BdM italiane, a supporto di sé stesse e dei
propri progetti, ma in generale come base di finanziamento del comes e del
nostro Consorzio, ha realmente stupito (essendo sconosciuta e non praticata in
altri paesi) per la sua diffusione e per i “numeri” che registra. Per questo
sono subito emerse opportunità di cooperazione e progettualità congiunte
(nell’accomunare risorse derivanti dalla finanza etica nello sviluppo di
progetti nel Sud del mondo) che approfondiremo nei giorni prossi
mi.

Nell’insieme, anche confrontandoci con colleghi e relatori/trici, in merito
allo sviluppo dei temi dell’economia sociale/solidale qui a Porto Alegre 2003
abbiamo una impressione netta, “double face”: a) cresce (anche come
conseguenza diretta del lavoro fatto per il FSE di Firenze) la rilevanza
politica ed il significato concreto della nostra esperienza, e l’interesse dei
partecipanti al Forum sembra molto alto: questo obiettivo di “affermazione”
dei nostri temi e di convolgimento di organizzazioni (anche del comes) appare
raggiunto; b) cresce anche la sensazione che si faccia fatica ad andare oltre
il racconto delle esperienze e delle potenzialità per il futuro, girando
attorno alle solite analisi teoriche senza esplicitare una visione chiara né
una prospettiva strategica adeguata a ciò che siamo. Lunedì il gruppo di
sintesi che ha seguito varie iniziative sull’economia sociale proporrà la
propria “riflessione strategica”, ma ci sembra che difficilmente emergerà
qualcosa di nuovo oltre alla necessità di “fare rete” ecc.. Non è una critica
cattiva, ma la constatazione che per soggetti come il commercio equo crediamo
che la priorità strategica rimanga il saper coniugare a un’azione
politico-sociale ed educativo/informativa (che Ctm altromercato fa senza molti
confronti nel mondo del comes), il perseguire con forza la crescita del
“mercato solidale” (se si parla di economia socia
le/solidale, si parla anche con i numeri) e della sostenibilità economica
delle strutture del comes e dei nostri partner: il nostro progetto politico
dipende non dall’efficacia di una teoria (per quanto ovviamente di riflessioni
abbiamo sempre bisogno) ma dal dimostrare che l’economia alternativa esiste –
ed è riconducile a criteri chiari e discriminanti - e funziona. Solo in questo
modo possiamo veramente contribuire a dimostrare che “un altro mondo è
possibile”, evitando (come molti relatori vediamo fare) di limitarsi agli
auspici o alle teorizzazioni.

PRESIDENTE LULA A PORTO ALEGRE
Difficile evitare la retorica nel raccontare l’intervento di ieri di Lula,
nuovo Presidente della Repubblica del Brasile. Emozionante, bello e diretto,
abbiamo avuto l’impressione di un piccolo momento storico: non per le cose
dette, ma per l’innegabile attesa che qui in Brasile, in America Latina ed in
tutto il mondo “progressista” ruota attorno a Lula ed alle sue scelte. Il
Presidente ne e apparso ben consapevole. Ha rivendicato il suo programma, si è
ripetutamente impegnato a non tradire la base sociale che l’ha portato al
potere (“io non sono stato eletto per l’appoggio di un canale televisivo, o
dal potere finanziario, e neanche per la mia intelligenza…”), ma ha
ripetutamente avvertito che per “vincere” occorre avere lo spirito del
maratoneta, arrivare in fondo lavorando con determinazione per le riforme
(agraria, scuola, sanità, fame…), ma costruendo un clima sereno e tranquillo
e sapendo quando si può procedere e quando il contesto non lo permette. Ha
avvertito tutti dell’incorruttibilità ed onestà del suo governo (“in un
continente dove negli ultimi anni 4 presidenti di 4 grandi paesi sono scappati
perché condannati per frode: Menem/Argentina, Fujimori/Perù, Salinas/Messico,
Collor/Brasile…”). Ha rivendicato (passando da pochi fischi a tanti applausi)
il suo andare a Davos (“per causa vostra, che mi avete eletto”), per
raccontare il suo programma, ricordando la sua st
oria dove non si è fatto contaminare dalle possibile derive sindacali o
partitarie. Ha citato Cuba, e la necessità di evitare la guerra. Ed ha
ricordato che nessuno deve credere a lui come un dio, non essendo lui
infallibile… Alla fine, subito musica: un gruppo di percussionisti bambini e
cantanti donne, da Salvador da Bahia: appena Lula è uscito, lo hanno
ringraziato ma: “… presidente si ricordi di noi e che senza il coinvolgimento
del movimento nero, e la soluzione del pregiudizio contro di noi, il Brasile
non avrà un futuro positivo ed il suo programma non potrà essere realizzato”.
Poi tamburi e danza.

CONFERENZA “INSORGENZA URBANA CONTRO L’ORDINE COSTITUITO”
Uno degli eventi clou del Forum, soprattutto per noi italiani: vi hanno
partecipato stamane il segretario della CGIL Epifani e Francesco Caruso in
rappresentanza dei Disobbedienti italiani. Ottimo l’intervento dello storico
belga Francois Houtard che ha ricordato la tipologia e lo svolgersi nel mondo
delle varie tipologie di “insorgenza”, da quello rappresentato dai movimenti
operai a quello più attuale, spontaneo e dal basso dei cosiddetti movimenti
sociali. Epifani ha espresso il coinvolgimento della CGIL nella rete dei
movimenti sociali, ricordando la specificità (e le problematiche, soprattutto
nell’attuale contesto italiano) di un grande sindacato di lavoratori. Ed è
stato molto preciso nell’impegnare alla mobilitazione la CGIL contro la guerra
in Iraq, nell’assoluta non violenza anche per rappresentare effettivamente
un’opinione pubblica europea a grande maggioranza contro la guerra, e non
autoghettizzarsi e lasciarsi strumentalizzare con azioni “fisiche”.
L’intervento era anche a commento a quello precedente (francamente deludente)
di Caruso, che tra l’altro aveva rivendicato la necessità di “agire
fisicamente” (invadendo caserme, bloccando gli aerei, violando la legalità che
protegge i bombardieri) alla prima bomba caduta sull’Iraq. Interessante
l’intervento del rappresentante indiano, che ha rigettato il termine
“insorgenza” (“in India richiama la lotta armata, e noi
non la vogliamo!”), proponendo e ragionando attorno al termine “resistenza”,
portando varie esperienze nell’ambito rurale a tutela delle comunità locali e
delle risorse ambientali.

Mentre il sole cala ed i viali sono ancora strapieni di gente, vi trasmettiamo
la sensazione che ci attraversa in questo momento, già avvertita al Forum
Sociale di Firenze: senz’altro alcuni aspetti organizzativi del Forum Sociale
Mondiale sono da rivedere, certamente ci sembra che si sia andati oltre una
soglia organizzativa che dovrà essere semplificata, è sicuro che bisognerà
riflettere su come evitare una ripetitività ove le maggiori novità siano
rappresentate dal numero di persone/workshop iscritti, è reale il rischio del
protagonismo di leader e organizzazioni forti e di vetrine ad uso dei mass
media, ed è verissimo che le regole di gestione del Forum, del processo dei
vari forum regionali e di funzionamento del Consiglio Internazionale devono
essere riviste, anche profondamente (vedi primo messaggio). Ma osservando le
migliaia di persone provenienti da ogni luogo, le moltitudini di giovani
presenti ovunque, l’attenzione in ogni sala… la portata pedagogica e politica
di questo evento ci sembra enorme: il FSM rimane un ambito dove parlare di
conclusioni è difficile, ma dove la diffusione di contenuti, di messa in
contatto di temi, reti e persone, e di educazione sociale collettiva, è una
certezza. In questo senso rimane un luogo ed una situazione unica, di
grandissimo valore e portata (e probabilmente più per i non europei: dovremo
sforzarci di vedere il Forum non solo c
on i nostri occhi). Comunque sia, e comunque la raccontino i giornali, a noi
appare oggettivo quanto detto ieri da Lula: il FSM si è imposto in appena due
anni come il più grande evento politico del mondo, costringendo tutti (in
ambito politico e sociale) a fare i conti con esso e con ciò che rappresenta.
Alla faccia dei tantissimi che solo due anni fa o l’anno scorso dicevano che
qui a Porto Alegre si riunivano gruppetti di mattacchioni, sette politiche,
gruppuscoli marginali. Ora qui vediamo tutta la rete dei sindacati mondiali, e
ora qui guarda o chiede di partecipare tutto il mondo politico progressista…
E, ed è questo che comunque ci fa sentire a nostro agio qui, ritroviamo due
valori che ci appartengono: la coesistenza di culture e pratiche assolutamente
differenti, e la non violenza e l’impegno civile come vincolo e come risorsa.

La Delegazione del Consorzio Ctm altromercato a Porto Alegre 2003:
Giovanni Bridi
Giorgio Dal Fiume
Stefano Magnoni
Paolo Morini (Chico Mendes Milano)
Maurizio Ricci (Chico Mendes Milano)
Roberto Barbiero (Mandacarù Trento)