[Cerchio] insicurezza e voglia d'ordine

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Autore: clochard
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Oggetto: [Cerchio] insicurezza e voglia d'ordine
Certo, nn è 1 campione "scientifico"!
Ma batti e ribatti, sale l'ostilità verso le classi e forme di vita
"pericolose". Mentre pericolosi sono tutt'altri ceti...


La Stampa


I PARERI DI CITTADINI E COMMERCIANTI AD UN MESE DALL´ISTITUZIONE DEL NUOVO
SERVIZIO
«Il poliziotto di quartiere?

22/1/2003



MAI visto, nemmeno una volta», e ancora «L´ho incontrato in un paio di
occasioni, giusto la prima settimana», ma anche «Passa ogni tanto a chiedere
se abbiamo bisogno di qualcosa» oppure «Sì l´ho visto, ma solo di sfuggita».
A un mese di distanza dall´istituzione del poliziotto-carabiniere di
quartiere, e proprio nel giorno in cui viene annunciato il primo arresto, la
sua presenza non sembra essere così incisiva com´era nelle aspettative dei
torinesi. Molto dipende sicuramente dalla vastità del territorio da
coprire - dal centro a Mirafiori e Borgo Vittoria -, dall´esiguo numero di
uomini - 10 della Polizia di Stato e 10 dell´Arma - e dall´esigenza di
maggiore legalità che si respira, soprattutto in certe zone, tra i
cittadini. Motivi che sottintendono, più o meno palesemente, i commenti di
passanti e commercianti. Anche nello stesso quartiere è possibile
raccogliere pareri discordanti, più vicini alla critica che al complimento
però. San Salvario, mercato di piazza Madama Cristina, ore 10,30. «Guardi lo
dico con rammarico perché ce ne sarebbe un gran bisogno, ma io l´ho visto
solo due volte - afferma Fiorenzo Fontana, commerciante ambulante, vicino al
suo banchetto di guanti e sciarpe -, durante i primi giorni in cui era stata
pubblicizzata la cosa. Poi niente più». Una cliente che si allontana con la
busta della spesa, Maria Laura Sarcina, è ancora più categorica: «Mai
incrociati, è un vero peccato perché penso che l´iniziativa sia molto
valida. Nelle intenzioni però, perché non trova conferma nei fatti».
Rossana Fontana, contitolare della macelleria che si affaccia sulla piazza,
offre invece una visione un po´ diversa: «Vedere lo vediamo, ogni tanto, il
nostro carabiniere di quartiere. Un ragazzo bravissimo, molto gentile e
disponibile, ma mi creda è troppo poco per un quartiere problematico come il
nostro. Certo, è già qualcosa, ma qui abbiamo bisogno di ben altro».
Opinione condivisa anche dalla commessa della profumeria «Boidi», in via
Madama Cristina. «Servirebbe un servizio più capillare - ribadisce Sabrina
Boscolo -, vedo spesso il carabiniere passare davanti alla vetrina, un paio
di volte è pure entrato in negozio per sapere se c´è qualcosa che non va, ma
è troppo poco. Credo che per instaurare un vero rapporto di collaborazione e
fiducia sia necessaria una maggiore presenza delle forze dell´ordine». Via
Roma, ore 11,30. Maria Clara Antonelli sta guardando una vetrina e alla
domanda sul poliziotto di quartiere risponde con un altro interrogativo. «E
chi lo ha mai visto? Sinceramente mi aspettavo di incontrarlo qualche volta,
ma né qui in pieno centro, né alla Crocetta dove abito mi è mai capitato di
poterci scambiare due parole. L´unico posto in cui li ho visti è stata la
televisione, al telegiornale. Per il resto, niente». Amara anche la
considerazione di Luca Berrua: «Vengo in centro tutti i giorni per lavoro,
ma non ne ho mai incrociato uno. Sinceramente mi dispiace, perché mi pareva
l´opportunità giusta per Torino di rispondere a episodi di microcriminalità,
oltre che la strada giusta per conquistare la fiducia della gente. Mi rendo
conto che Torino non è Londra o New York, ma come si fa ad annunciare
l´attività quotidiana del poliziotto di quartiere, se poi i residenti non
hanno la percezione concreta che ci sia?». L´obiettivo dei Bobby
all´italiana non è certo trascurabile: armati di computer palmare, ma anche
dei più tradizionali pistola e manganello - dal lunedì al sabato, in turni
compresi tra le 8 e le 20 - hanno il compito di ascoltare i cittadini e
fornire le spiegazioni necessarie per risolvere problemi di ogni tipo. È
proprio così? Cambi quartiere, ma le riflessioni restano più o meno
invariate. Santa Rita, corso Orbassano, ore 12,15. «Io sono pensionato -
dice Mario Careddu -, ho un mucchio di tempo libero e passeggio ore tutti i
giorni: beh, mi fossi mai imbattuto in uno di loro. Mai, glielo assicuro. E
dire che ne avevo letto un gran bene sui giornali...!». «Io invece sono
stato più fortunato - interviene Pietro Statzu, pensionato pure lui -: ne ho
giusto intravisto uno a ridosso di Natale. Poi più niente. Sarà che il
quartiere è vasto, però mi aspettavo qualcosa di più». La delusione
serpeggia anche tra i commercianti. Tiziana Scumaci e Maria Olivetti, di
«Bimbus»: «Da noi non è passato nemmeno per presentarsi, come so che ha
fatto in altri negozi. Eppure servirebbe, eccome se servirebbe. Furti e
rapine qui sono abbastanza frequenti, la sua presenza funzionerebbe
sicuramente a titolo preventivo».