Credo che possa anche esistere una maniera più laica, non per questo lontana
da certi principi evangelici, di esprimere la propria solidarietà ai
comboniani. Solidarietà che in questo caso è di tutto il Lsf, nelle sue
diverse identità politiche e religiose.
s.m.
----- Original Message -----
From: "Alessandro Presicce" <apresi@???>
To: "LSF (ml)" <forumlecce@???>
Sent: Tuesday, January 07, 2003 7:16 PM
Subject: [Lecce-sf] Solidarietà ai Comboniani di Bari
> Ricevo da Carlo Mileti la bozza di comunicato di solidarietà ai Comboniani
> di Bari.
> Se non ci sono obiezioni, lo passerei alle redazioni domattina.
>
> Alessandro
>
> -------------------------------
>
> "Il popolo di Dio è chiamato a diventare esso stesso luce, per orientare
il
> cammino delle nazioni, sulle quali gravano tenebre e nebbia". Con queste
> parole ieri il Papa ha consacrato 12 nuovi vescovi. Queste parole, rivolte
> ai futuri pastori ricordano una verità tanto semplice quanto disattesa: il
> cristiano è chiamato a santificare la messa con la sua vita, nella
> quotidianità della storia e nelle scelte concrete del suo agire; in
> particolare poi, i pastori, coloro cioè che hanno responsabilità nella
guida
> della Chiesa hanno il compito di testimoniare efficacemente l'essenza del
> messaggio evangelico: sale e luce della terra. L'Epifania, che significa
> rivelazione, è un momento importante per il mondo cattolico, testimonia l'
> avvento di un tempo nuovo che riconosce in Cristo il Principe della Pace
> come annunciato dai profeti (Isaia 9,5) e come proclamato dagli angeli
(Luca
> 2,14). L'epifania dunque per i cristiani rappresenta la cartina di
tornasole
> nella quale rispecchiarsi per verificare la propria adesione a quel
> mandato, essere costruttori di pace riconoscendosi figli di Dio (Matteo
> 5,9).
>
> Se questo richiamo alla fedeltà evangelica è vero per le parole del papa
> perché mai non dovrebbe esserlo per l'esortazione dei Missionari
Comboniani
> di Bari?
>
> Nel loro appello ci dicono che la "Puglia: è un avamposto militare che
> esporta guerra e genera morte, e ci porta a rinnegare la vocazione di
popolo
> di operatori di sintesi con le diverse civiltà; vede i propri figli
> svendersi e arruolarsi perché è l'unica possibilità di lavoro offerta (far
> guerra e colpire altri poveri); è diventata una cortina di ferro contro
gli
> immigrati, incapace di accoglierli gratuitamente ma abile nello speculare
> sulla loro pelle; è la Regione con il più alto numero di discariche
abusive,
> 600; è in testa alla classifica dell'Enea per i siti nei quali smaltire i
> rifiuti nucleari (65 siti identificati); è parcheggio di sottomarini a
> propulsione nucleare (il Mar Grande di Taranto); è un laboratorio di
> devolution, cioè la dissoluzione del senso di solidarietà nazionale"
>
> Ci ricordano che qui in Puglia si è dichiarata guerra alla pace e che la
> situazione ci coinvolge tutti in prima persona, cristiani e non, credenti
e
> non credenti, uomini e donne tutti di buona volontà. Ci dicono che essi
> "testimoni della sofferenza che un sistema profondamente ingiusto e di
> opulenza genera", si sentono profondamente turbati e "rinunciamo a
celebrare
> la nascita del Principe della Pace in un clima di complicità nell'
> ingiustizia e di guerra nei confronti dei Sud. Dove nascerà, se nascerà,
> quest'anno il Principe nostra Pace?"
>
> Come LSF, esprimiamo piena solidarietà e adesione a quest'iniziativa, che
> sappiamo difficile e dolorosa e che non ha nessun intento di sciopero o
> protesta qualunquista quanto invece di richiamo e fedeltà al Vangelo,
perché
> è necessario riannodare la fede alla storia, la speranza alla vita,
l'utopia
> al quotidiano. Provenienti da esperienze e cammini diversi, di fede,
impegno
> civile e politico, religioso e non, riconosciamo nel loro gesto la
profezia
> evangelica che ci esorta a non chiedere gli occhi. Da veri pastori ci
> richiamano alla nostre responsabilità e per questo insieme a loro
esprimiamo
> il nostro dissenso più assoluto alle logiche di sfruttamento, e ribadiamo,
> ancora una volta con le parole di Don Tonino Bello che: "Oggi più che mai,
> la Puglia è chiamata dalla storia e dalla geografia, a protendersi nel suo
> mare come Arca di Pace e non a curvarsi minacciosamente come arco di
> guerra."
> Vorremmo chiedere infine, ai cristiani e alla chiesa salentina e pugliese
> tutta la capacità evangelica di leggere i segni dei tempi, affinché l'
> espressione della fede non sia semplice esercizio di una religiosità dell'
> aldilà che distolga dal dovere di annunciare giustizia e liberazione nell'
> aldiquà ".gli angeli che annunziano la pace portino guerra alla vostra
> sonnolenta tranquillità".(d. Tonino Bello)
>
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